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CASERTA, ECONOMIA E SALUTE: APPRODA IN CONSIGLIO REGIONALE LEGGE PER ALLEVATORI


Dopo lungaggini burocratiche e costanti pressioni degli addetti ai lavori approda in Consiglio Regionale una legge per gli allevatori bufalini della Regione Campania: ”Queste norme di prossima emanazione – dice Raffaele Garofalo, presidente dell’Associazione nazionale allevatori della specie bufalina - costituiscono l’ultima opportunità per gli allevatori per fare un serio e definitivo risanamento degli allevamenti, al fine di avere un futuro certo per se e per le nuove generazioni, altrimenti la bufala si sposterà nel nord dell’Italia e negli altri paesi eurepei.” “Più che d’interventi urgenti – dice Garofalo - si dovrebbe parlare d’interventi rivolti a tutta la filiera bufalina, visto il clima di incertezza nel quale si ci era impantanati, finalmente – continua Garofalo - questo provvedimento fa chiarezza sulle questioni e mette in luce quale può essere il modo per garantire tutti: i consumatori orientati a scelte di qualità, il duro lavoro che quotidianamente gli allevatori bufalini portano avanti in tutta la Regione Campania.” Si stima che la filiera bufalina conti 20.000 addetti e rappresenti, solo in termini di produzione lorda vendibile di Mozzarella di Bufala Campana DOP qualcosa come non meno di 270 milioni di Euro “Si tratta dell’unico prodotto agroindustriale del mezzogiorno d’Italia che ha un trend in crescita e che è - dichiara Garofalo - al tempo stesso elemento essenziale per importanti equilibri sociali ed elemento forte di immagine del territorio, conosciuto in tutto il mondo.” Con la nuova legge, gli indennizzi integrativi regionali saranno determinati per un importo tale da consentire l’effettivo raggiungimento del valore del capo abbattuto, a condizione che questi capi vengano sostituiti con altri sani. Al tempo stesso la nuova normativa prevede all’articolo 2 controlli ferrei sul prodotto finale, con campionature per ogni 10 quintali di mozzarella. “Tali controlli, sicuramente sono auspicabili - dice Garofalo - e sarebbero da implementare soprattutto per determinare sempre la provenienza del latte, in modo da combattere efficacemente il fenomeno, pure talvolta accertato dell’importazione di latte proveniente dalle aree non DOP.” Garofalo propone anche: ”I Caseifici autorizzati a produrre mozzarella di bufala campana DOP, dovrebbero produrre mozzarella non DOP solo su linee produttive diverse da quelle certificate per la MBC, in modo da meglio tutelare il lavoro degli allevatori bufalini e facilitare in questo modo il compito degli addetti ai controlli”. Con questo nuovo provvedimento va definitivamente in pensione la legge 30 del 31 dicembre 2003, voluta dal territorio, ma fortemente osteggiata da parte dell’Unione Europea, che aveva minacciato, mettendolo per iscritto, un’azione di infrazione nei confronti dell’Italia; era stato addirittura paventato il ritiro della DOP sulla Mozzarella di Bufala Campana. La vecchia legge 30/2003 era stata bocciata dal Ministero della Salute anche perché in contrasto con i piani straordinari per il risanamento e l’eradicazione delle zoonosi. Anche il MiPAF aveva dato parere negativo. Inoltre, il Mipaf, a fine 2002, con l’approvazione della legge quadro nazionale a tutela della Bufala Mediterranea italiana, in un apposito allegato aveva posto la condizione che i piani straordinari regionali dovevano essere predisposti di concerto con i livelli ministeriali e quelli europei.

 
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