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MOZZARELLA E POLEMICHE, MANDARA: ALLARME DIOSSINA E' ATTO CRIMINALE


CASERTA - “E’ un atto criminale, che non può essere semplice frutto del caso. C’è di sicuro una regia, oltre all’inezia degli apparati statali che pure giornalmente vigilano, fino ad arrivare alla vessazione delle imprese, dietro l’allarmismo che avvolge ormai da mesi la mozzarella di bufala. La situazione è diventata insostenibile, i danni subiti dal comparto incalcolabili. E’ vergognoso quello che sta accadendo. Stanno mettendo in ginocchio l’unico settore che ancora tira, in Campania. E’ ora di dire basta, lo Stato deve intervenire, deve far sentire la sua voce in tutte le sedi”. E’ lo sfogo amaro del presidente degli industriali Lattiero-caseari di Confindustria Caserta, Giuseppe Mandara. “Sui giornali e sui mass media si stanno rincorrendo una infinità di luoghi comuni che generano soltanto confusione e allarmismo – aggiunge Mandara –. Se dai controlli effettuati in autocontrollo e dalle istituzioni è stato trovato del latte contaminato ciò conferma soltanto due cose: a) l’efficacia del sistema dei controlli; b) che detto latte sicuramente non è stato trasformato in mozzarella di bufala dop. Dunque, i consumatori non corrono nessun rischio. E, tuttavia, posto per assurdo che una sola mozzarella dop fosse sfuggita ai controlli risultando contaminata – cosa che, ripeto, allo stato dei fatti non risulta – il dovere impone di fare i nomi dei produttori e dei trasformatori, di bloccare eventuali derrate, di applicare la legge in materia e di agire di conseguenza. Il rigore è garanzia per tutti. Quello che non è ammissibile, invece, è gettare la croce indistintamente su un settore che produce, che dà lavoro, che crea ricchezza”. Il presidente della sezione Lattiero-caseraria di Confindustria Caserta aggiunge: “Quello della mozzarella è uno dei comparti più vigilati, dunque, più sicuri dal punto di vista sanitario e alimentare. I terreni che ospitano gli allevamenti bufalini della filiera dop non hanno niente a che vedere con i rifiuti, fenomeno circoscritto alle aree urbane o contigue. Ignorare tutto questo significa essere in mala fede. Se ci sono allevatori o produttori che, in buona fede, per ragioni che non riesco a immaginare – la ricchezza del settore, ripeto fino alla noia, consiste nell’eccellenza alimentare e sanitaria del prodotto – abbiano prodotto latte o mozzarella di bufala dop che non rispondono ai criteri imposti dalla legge, si indichino i loro nomi e si interdica la loro attività. In un Paese serio si fa così, non si generalizza, con danni per tutti”.

 
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