RIFIUTI, CHIESA E LO UTTARO: IL RIEPILOGO DEGLI ULTIMI GIORNI
Data: Lunedì, 23 aprile @ 20:46:36 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA - (di Luca Kocci da Adista) - "Opposizione fino all’autosospensione dagli enti di rappresentanza locale" se la salute dei cittadini e la legalità democratica vengono sacrificate sull’altare degli interessi di bottega e di partito. È il forte appello rivolto dal vescovo di Caserta, mons. Raffaele Nogaro, "al presidente, agli assessori, ai consiglieri della Provincia di Caserta e ai sindaci, agli assessori, ai consiglieri dei Comuni di Caserta, Maddaloni, San Marco Evangelista, San Nicola La Strada", spettatori complici o impotenti dell’apertura di una nuova discarica che potrebbe trasformarsi in una ‘bomba ecologica’ capace di produrre danni incalcolabili ad una popolazione e ad un territorio già assediato da rifiuti, cave abusive, cementificazione selvaggia e privo di aree verdi (v. la vicenda Macrico su Adista nn. 9 e 15/07). "Le nostre terre – scrive il vescovo in una lettera aperta che domenica 15 aprile è stata letta nelle chiese e distribuita ai fedeli da quasi tutti i parroci della diocesi – sono state interessate nei decenni passati dallo sversamento di quantità incalcolabili di rifiuti tossici. Sversamenti illegali in discariche illegali che hanno compromesso quasi definitivamente l'equilibrio ecologico con inquinamento mortale di acqua, terreni e ciclo alimentare. Da questo traffico la camorra ha ottenuto elevatissimi proventi. Si tratta di rifiuti di sostanze letali per gli esseri umani, tanto che in vaste aree della provincia di Caserta vi è spaventosa insorgenza di tumori e di malformazioni genetiche, ormai statisticamente e scientificamente provate, con percentuali che ci fanno raggiungere un tristissimo primato europeo". Come del resto dimostra un recentissimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – commissionato da Guido Bertolaso, capo della Protezione civile e ora fra i principali sostenitori della nuova discarica in veste di Commissario di governo per l’emergenza rifiuti – sul "trattamento dei rifiuti in Campania": nei comuni del casertano e del napoletano interessati dalla presenza di discariche si registra un aumento della mortalità per tumore del 9-12% e un incremento delle malformazioni neonatali dell’apparato uro-genitale dell’84% rispetto alla media nazionale. La nuova discarica che governo, Provincia e Comune si apprestano ad aprire (v. notizia successiva) si trova nell'area denominata "Lo Uttaro" (giuridicamente nel comune di Caserta, ma al confine con Maddaloni, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada), in una zona abitata da circa 200 mila persone. "A ‘Lo Uttaro’ – denuncia Nogaro – negli anni passati sono stati sversati, in diverse discariche, milioni di metri cubi di spazzatura, una parte dei quali residui industriali, anche esteri, e di altissima tossicità. In una di queste discariche, la cava abusiva Mastropietro, il commissario di Governo per l'emergenza rifiuti, il presidente della Provincia e il sindaco di Caserta hanno deciso di depositare 450 mila metri cubi di nuova spazzatura. Le leggi però non consentono né di aprire nuove discariche in aree dove esse sono già presenti né di sversare altri rifiuti in una vecchia discarica". Allora, chiede il vescovo, "come possiamo accettare tanta illegalità e un tale attentato alla vita? Si tratta di un errore che potrà avere ulteriori gravissime conseguenze per tutta la nostra popolazione. Un errore che renderà definitiva la calamità nella quale già siamo costretti, nostro malgrado, a sopravvivere". La nuova discarica va subito bloccata e le istituzioni locali, "come ancora non hanno colpevolmente fatto", devono attivarsi immediatamente per avviare la raccolta differenziata, del tutto inesistente. "È mio dovere – scrive Nogaro – richiamarvi ad un intervento immediato perché il mandato popolare che vi è stato affidato vi impone di agire per il bene di tutti. È la vita di tutti noi che è in pericolo, soprattutto quella dei bambini destinati ad accumulare nel tempo sostanze altamente nocive. È a nome loro e a nome dei tanti cittadini già ammalati che mi appello alle vostre coscienze di donne e uomini impegnati nell'amministrazione del bene comune, perché al di là delle appartenenze di partito, oltre qualsiasi calcolo elettorale, personale, di gruppo o di corrente facciate prevalere la legalità e la giustizia per queste nostre terre sfigurate da cave, rifiuti tossici e camorra. Il mandato di rappresentanza che i cittadini vi hanno affidato è una responsabilità grandissima, ognuno di voi si senta interpellato personalmente in questa ora tanto grave. Nessuno di voi può delegare ad altri (segretari di partito, capigruppo o capicorrente) la personale responsabilità di fronte al male, sia esso compiuto con deliberata coscienza sia esso realizzato per ignoranza o provocato dall'inganno". "La camorra che tutti dicono di voler combattere – conclude la lettera aperta – si sconfigge innanzitutto restituendo ai cittadini fiducia nelle istituzioni che devono mostrarsi coraggiose e libere da condizionamenti e interessi personali. Vi chiedo quindi di manifestare con me il vostro dissenso dalle decisioni che sono state incautamente prese, di trovare le forme opportune di opposizione fino all'autosospensione dagli enti di rappresentanza locale nei quali siete impegnati".

I "rifiuti" della Cei

L’impegno del vescovo Nogaro non è però sostenuto dalla Cei, che da anni è in ottimi rapporti con Bertolaso: "La Conferenza episcopale italiana appoggia pienamente il lavoro del dottor Guido Bertolaso sul problema dei rifiuti in Campania" ha dichiarato il 19 aprile scorso mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale dei vescovi, riferendosi alla mobilitazione della diocesi di Caserta. "L'affermazione della legalità, su cui insiste Bertolaso - ha sottolineato Betori, nel corso di una conferenza stampa di presentazione dell’Agorà dei giovani che si terrà l'1 e 2 settembre prossimi a Loreto - è una cosa da condividere in assoluto". Nel corso della stessa conferenza stampa, una reazione stizzita alla lettera di mons. Nogaro è arrivata anche dallo stesso capo della Protezione Civile, che in vista di Agorà (cui presenzierà anche il papa), ha assunto l’incarico di commissario delegato dal governo a gestire l’evento: nell'emergenza rifiuti in Campania, anziché favorire un ritorno alla legalità, "ci sono autorità religiose che pensano di giocare dall'altra parte del campo". Pur non facendo nomi, Bertolaso ha fatto riferimento, oltre che a Nogaro, anche all’impegno del missionario comboniano Alex Zanotelli (v. notizia successiva). "È abbastanza paradossale - ha detto - che chi si è impegnato per ripristinare la legalità debba confrontarsi con autorità religiose o anche con missionari che ha conosciuto anni fa in Africa in tutt'altre situazioni". "I problemi dei rifiuti in Campania - ha concluso Bertolaso - si risolvono affrontandoli insieme, non con lo scontro".

LO UTTARO: STORIA DI UNA DISCARICA ILLEGALE E PERICOLOSA

La vicenda della cava Mastropietro inizia nell’ottobre del 2006, quando il Commissario di governo per l’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso (in passato direttore dell’Ufficio nazionale servizio civile e coordinatore del Giubileo del 2000 durante i governi di Prodi, D’Alema e Amato, nonché attuale capo della Protezione civile), chiede che nella provincia di Caserta venga individuato un sito da utilizzare come discarica per la Frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu), cioè la parte ‘umida’ dei rifiuti domestici che, se non opportunamente trattati, sono quelli che creano i maggiori problemi igienico-sanitari. L’allora prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, istituisce un gruppo di lavoro coordinato dal vice prefetto vicario, Francesco Provolo, e composto da rappresentanti della Provincia e dei Commissariati di governo per l’emergenza rifiuti e per l’emergenza bonifiche. Il gruppo conclude i lavori il 28 ottobre ed invia la sua relazione a Bertolaso: vengono individuate 5 cave dismesse che in tempi brevi potrebbero essere adibite a discarica; di queste, la più adatta sembra essere la cava di tufo (abusiva) Mastropietro, situata in località "Lo Uttaro" (una zona alle porte della città, densamente popolata e a poche centinaia di metri dal policlinico di Caserta, attualmente in costruzione), poiché – si legge nella relazione – il sito ha una volumetria complessiva di 400mila metri cubi, è utilizzabile per otto anni e "non è interessato dalla presenza di rifiuti" precedenti. Bertolaso accoglie la proposta: l’11 novembre viene firmato il protocollo di intesa fra il Commissario di governo, il presidente della Provincia Sandro De Franciscis e il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e, alla fine di gennaio, iniziano i lavori per la preparazione della discarica che ai primi di aprile avrebbe dovuto accogliere i primi rifiuti. Intanto, però, il Comitato emergenza rifiuti di Caserta si mette in moto e scopre che la relazione del gruppo di lavoro istituito dal prefetto contiene gravi inesattezze: la cava Mastropietro, infatti, è già stata oggetto, fra il 1993 e il 1994, di sversamenti abusivi di rifiuti. Una situazione nota a molti: alla Prefettura, che lo aveva scritto in una relazione del 2001; alla Regione Campania e al Commissario di governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque per la Campania che, infatti, il 9 settembre 2005 avevano approvato il Piano regionale di bonifica delle aree inquinate dichiarando l’area Lo Uttaro "sito di interesse nazionale" dove l’unica attività consentita sarebbe stata la messa in sicurezza e la bonifica. Inoltre una legge nazionale (la 290 del 6 dicembre 2006, "Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania") vieta la localizzazione di nuove discariche in aree – come appunto la cava Mastropietro – dove già c’è presenza di rifiuti che producono percolato (cioè il liquido altamente inquinante e tossico che si origina dall'infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi), il quale deve essere captato ed opportunamente trattato nel sito stesso della discarica oppure trasportato in impianti ad hoc. Norme completamente ignorate dalle amministrazioni locali, dalla Prefettura e dal Commissario di governo, come conferma anche Michele Zanfanti, il capocantiere della ditta che sta preparando il sito per la nuova discarica: non abbiamo fatto altro che ricoprire la vecchia discarica abusiva i cui rifiuti producono abbondante percolato, racconta a Giulio Finotti, giornalista che gestisce il sito di informazione alternativa www.finotti.info. Il Comitato emergenza rifiuti denuncia i fatti alla magistratura e chiede al Tar del Lazio di bloccare l’avvio della del conferimento dei rifiuti nella nuova discarica. Il 4 aprile il Tar, in attesa di esprimersi con una sentenza, ha però negato la sospensiva richiesta dal Comitato sostenendo che, "sebbene in passato possano esservi stati sversamenti abusivi", tuttavia non esisterebbero rischi per l’ambiente. Partono allora le assemblee – lo scorso 11 aprile se ne è svolta una nel palazzo arcivescovile a cui hanno partecipato il vescovo, mons. Raffaele Nogaro, p. Alex Zanotelli, molti preti, religiosi e religiose della diocesi casertana – e viene installato un presidio permanente presso la cava Mastropietro per bloccare i primi camion dei rifiuti che però non si sono ancora visti. Ma per quale motivo amministratori locali, Prefettura e Commissario di governo si ostinano a volere la discarica proprio a "Lo Uttaro", nonostante ci siano anche altri siti disponibili? La camorra, che di fatto gestisce lo smaltimento dei rifiuti in Campania, ha sicuramente un peso non secondario nella vicenda. E il Comitato avanza anche un’altra ipotesi: allestendo la nuova discarica su quella abusiva precedente, si vuole coprire definitivamente quell’illecito, per il quale c’è un processo in corso in cui sono coinvolti rappresentanti delle amministrazioni locali tuttora in servizio. (23 aprile 2007-20:45)





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