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BIMBA MORTA IN CLINICA SAN LUCA A CASERTA: C'E' UN' INTERROGAZIONE PARLAMENTARE


Un 'interrogazione parlamentare al ministro della Salute è stata presentata dal senatore Aniello Formisano (Misto-Italia dei Valori) sul caso di una bambina deceduta due anni fa in una clinica di Caserta. Ecco il testo
: FORMISANO. – Al Ministro della salute. Premesso che: in data 7 agosto 2003 nasceva presso la clinica S. Luca di Caserta una bimba, Eleonora Lunghini, affetta da gravissima asfissia, che ne ha determinato, dopo un lungo e travagliato calvario, la morte in data 6 gennaio 2004 presso l'Ospedale Santobono di Napoli; lo stesso giorno della nascita la piccola veniva trasferita presso l'Unità Operativa di terapia intensiva neonatale dell'Azienda Ospedaliera S. Sebastiano di Caserta, con diagnosi di «... grave asfissia perinatale» come da cartella clinica, rimanendo per tutto il periodo di ricovero in uno stato di coma irreversibile; successivamente veniva trasferita al Santobono di Napoli con diagnosi di «encefalopatia atossico-ischemica ... stridore laringeo con impossibilità alla respirazione spontanea ...», come si evince dalla cartella clinica; durante il ricovero presso l'Ospedale di Caserta, il Primario del Reparto ed i Dirigenti Medici suoi assistenti, più volte e ripetutamente, richiedevano l'autorizzazione, previa firma sulla cartella clinica, ad effettuare tutte le terapie mediche ritenute utili e necessarie a migliorare la situazione clinica della bambina; nonostante, per descrizione degli stessi medici, la situazione clinica apparisse disperata, comunque in linea con i protocolli medici, gli stessi ritenevano indispensabile applicare ogni terapia medica conosciuta; secondo il parere dei genitori, che avevano consultato esperti specialisti medici, risultava inutile applicare terapie mediche al limite dell'accanimento terapeutico, laddove risultavano infondate le speranze di un seppur minimo miglioramento del quadro clinico generale; conseguentemente veniva loro negato il consenso alle terapie mediche sommariamente proposte (trasfusioni o altre terapie invasive), tanto da arrivare a trascrivere sulla cartella clinica, in data 13.08.03, che «...i genitori, come più volte fatto presente ai medici di turno, ... si oppongono alle trasfusioni e ad ogni eventuale pratica terapeutica invasiva»; nonostante tale posizione formale, i medici continuavano nel loro trattamento terapeutico, senza render ulteriormente conto delle attività svolte ai genitori della piccola; perdurando tali attività terapeutiche e l'opposizione dei genitori, i medici, più volte interpellati, comunicavano a questi ultimi che avevano ottenuto specifica autorizzazione da un Giudice delegato, appositamente interpellato, senza fornire ai genitori le informazioni su quale Giudice avesse dato questo parere, impedendo con ciò di formalizzare apposita istanza, tesa ad interrompere quello che dai genitori era considerato un inutile «accanimento terapeutico», avendo i medesimi consultato esperti neonatologi; perdurando tale intransigenza, i genitori richiedevano ai medici di attivare il Comitato Etico di Caserta, senza ottenere risposta; valutando utile attivare il Comitato Etico di Caserta veniva presentata apposita istanza al dottor Cilenti, Pubblico Ministero di Santa Maria Capua Vetere, incaricato di esaminare la denuncia-querela, dai genitori presentata, a carico del dottor Nicola Pagano, medico specializzato in Ginecologia, incaricato di seguire in ogni fase l'iter della gravidanza presso la casa di Cura S. Luca di Caserta della mamma della piccola Eleonora; lo stesso dottor Cilenti, in data 04.11.03, depositava provvedimento «di non luogo a procedere» in quanto la materia non rientrava nelle competenze del P.M.; in considerazione di tali incomprensibili chiusure alle istanze, inoltrate dai genitori in data 14.11.03, ai sensi dell'art. 14, comma 5, del decreto legislativo 30.12.92, n. 502, essi provvedevano a richiedere per iscritto un incontro con il Direttore dell'ASL CE 1, per descrivere quanto stava avvenendo nel Reparto di terapia intensiva neonatale dell'Ospedale di Caserta, senza ricevere alcun riscontro; dopo mesi di terapie mediche intensive il giorno 18.11.03 la situazione clinica di Eleonora Lunghini peggiorava ulteriormente, tanto che i medici precisavano sulla cartella clinica: «... il persistere delle difficoltà respiratorie comporta ... il trasferimento presso la Rianimazione pediatrica del Santobono per eventuale tracheostomia», operazione mai effettuata dai medici del Santobono perché ritenuta inutile per un neonato in quello stato clinico; a seguito dell'interruzione di ogni terapia invasiva, quale la trasfusione, e pur applicando le normali terapie previste dai protocolli vigenti, la bambina moriva il 6.01.04; il CNB (Comitato Nazionale di Bioetica), nella mozione del 18.12.03, «Dichiarazione anticipata di trattamento», al punto 3, osserva che «lo sfondo culturale che rende non più rinviabile una riflessione approfondita è rappresentato dall'esigenza di dare piena e coerente attuazione allo spirito della convenzione sui diritti umani...»; inoltre al punto 6, comma 5, allorché vengono dettate le norme per adeguare la pratica medica al dettato della Convenzione di Oviedo, si precisa: « ... nemmeno sul quinto tipo di disposizioni (il cui Titolo è: 5. Indicazioni finalizzate a richiedere formalmente la non attivazione di qualsiasi forma di accanimento terapeutico, cioè di trattamenti di sostegno vitale che appaiono sproporzionati o ingiustificati...) insistono controversie di ordine morale, dato l'unanime e condiviso auspicio alla massima diffusione delle terapie palliative e l'altrettanto unanime condanna dell'accanimento terapeutico», l'interrogante chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo non ritenga che il comportamento tenuto dai medici dell'Unità di Terapia Intensiva dell'Ospedale di Caserta sia in contrasto con molte norme di legge direttive degli organi preposti al controllo dell'attività medica, quali: a) l'art. 1, comma l, del decreto legislativo 30.12.92, n. 502, che prevede che la tutela della salute, come diritto fondamentale dell'individuo, è garantita nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana; b) le linee del Piano sanitario nazionale 2003-2005, che prevedono al punto 3.2.3. che le «cure palliative» sono ispirate a produrre azioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita del paziente; a non accelerare né ritardare la morte; ad integrare gli aspetti psicologi e spirituali dell'assistenza; a sostenere la famiglia durante la malattia o durante il lutto; c) la legge n. 145 del 28.03.01, con cui il Governo italiano ha provveduto alla «Ratifica della convenzione del Consiglio d'Europa fatta ad Oviedo». Al Capitolo 2-Consenso, art. 6, si prevede: «2. ...quando un minore non ha la capacità di dare consenso ad un intervento, questo non può essere effettuato senza l'autorizzazione del suo rappresentante»; se il Ministro, ai sensi dell'art. 14, comma 5, del decreto legislativo n. 502/92 e visto l'art. 2, commi 1 e 2, del Regolamento di partecipazione e pubblica tutela dell'ASL CE l, non ravvisi la necessità che venga verificato il comportamento tenuto dai Medici dell'unità operativa di Terapia Intensiva Neonatale dell'Ospedale di Caserta, dipendente dall'ASL CE 1, e venga accertato: a) se sia stata formalmente attivata la procedura di consultazione di un Giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per autorizzare le terapie mediche, dai genitori negate perché considerate «accanimento terapeutico»; b) per quale motivo non sia stato attivato nessun tipo di assistenza di carattere psicologico, medico o religioso previsto dalla legge per supportare i genitori nell'attività di legittimi detentori della patria potestà; c) per quale motivo non si sia provveduto all'attivazione del Comitato Etico, come dai genitori richiesto, e quante pratiche di attivazione siano state formalizzate al Comitato Etico di Caserta dal giorno della sua costituzione.

 
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