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CASERTA: ALL'AUSER PRESENTAZIONE DEL "BUIO" DI DACIA MARAINI


Giovedì 3 giugno alle ore 18 presso la sede casertana dell’Auser in via Roma 8 verrà presentato “Buio” di Dacia Maraini, a cura di Liliana Vastano. Prosegue così il ciclo “Invito alla lettura”, un appuntamento che l’Auser casertana, presieduta da Marisa Attanasio, ripete il primo giovedì di ogni mese per leggere o rileggere i libri più belli del ‘900. Intanto, la sede casertana dell’Auser propone come chiusura attività del primo semestre giovedì 24 giugno la visita agli allevamenti di cavalli da corsa Luise e successivo pranzo presso un agriturismo della zona. Il raduno dei partecipanti è presso la sede dell'Auser alle ore 10. Vincitore del Premio Strega 1999, “Buio” è una raccolta di dodici racconti ispirati a storie tragiche del nostro tempo, di dolore, sopraffazione, solitudine, stupri e violenza d’ogni sorta. Collante dell’intera narrazione è la figura di Adele Sòfia, la commissaria che, masticando con aria apparentemente distratta i suoi pesciolini di “liquorizia”, riesce sempre a trovare il bandolo della matassa e a giungere alle chiavi del mistero-misfatto. La raccolta si apre e si chiude con due racconti diversi e simili nello stesso tempo. I protagonisti sono rispettivamente: Grammofono, un bambino di sette anni che riempie le sue giornate solitarie osservando dal balcone i piccioni che volano e la cui sopravvivenza gli sta a cuore fino a farglielo battere furiosamente, quando teme che le macchine possano travolgerli, e Agatina, “vestita come una bimba di cinque anni sebbene ne abbia già compiuti otto”, che affida se stessa e la sua povera infanzia sfortunata all’unica persona che le sia rimasta a fianco, la nonna, con la quale esce per andare dal “notaio”. Quello che colpisce di questa raccolta, oltre allo stile pacato, semplice e scorrevole del narrare, è l’accento posto su una serie di storie tragiche, amare, i cui protagonisti - prostitute, omosessuali, donne violentate e uccise, bambini stuprati - hanno tutti qualcosa in comune: un’amara solitudine, una tragedia che si consuma mentre il mondo, imperterrito, seguita a segnare il corso della sua grande Storia, manzonianamente ignara di quanto accada in parentesi. Ma non è solo la denuncia sociale l’intento del libro. Essa c’è ed è evidente e spinge il lettore a divorare ogni pagina, a inseguire la successiva con il sangue che bolle nel cervello per quanto si legge e fa sussultare di indignazione e di tormento e con le lacrime che non scendono, solo perché il racconto non è sdolcinato, non punta sulla facile commozione, non chiede partecipazione emotiva solo apparente.

 
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