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REGGIA DI CARDITELLO ACQUISTATA DA SOCIETA' EX BANCO NAPOLI (SGA) A 11,5 MLN €

Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 9 gennaio 2014 (Casertasette) - Con un assegno di un milione di euro, acconto depositato nell'aula di udienza nelle mani del giudice Valerio Colandrea della sezione fallimentare di Santa Maria Capua Vetere, la Sga (società che si è accollata i debiti del Banco di Napoli, ramo del ministero del Tesoro - Banca d'Italia) ha acquistato oggi per 11 milioni e mezzo di euro la Reggia di Carditello, finita all'asta per i debiti (40 milioni di euro) accumulati dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno. La Sga girerà al ministero dei Beni Culturali (ma si parla di una procedura che durerà diversi mesi) il complesso monumentale dietro una ulteriore vendita (di molto inferiore a quella pagata all'asta). Intanto, non sono cancellati i debiti del Consorzio in quanto nell'accordo stilato tra Sga e Beni Culturali non c'è traccia di sgravio dello stesso che resta debitore di 30 milioni di euro. Presenti oggi un udienza i diversi rappresentanti del ministero insieme a Raffaella David, soprintendente del Polo Museale (ex reggia di Caserta). Il Real Sito di Carditello, abbandonato all'incuria da oltre 20 anni è finito in vendita per i debiti accumulati nei confronti della Sga Spa (San Paolo Imi, ex Banco di Napoli) dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno. Anche l’azione di sospensione giudiziaria avanzata dal Ministero dei Beni Culturali, che paventava la necessità di una preventiva autorizzazione ministeriale prima di intervenire sul pignoramento e sull’espropriazione, non è però stata accolta dal giudice. Le argomentazioni non hanno trovato fondamento nell’istanza in quanto il Consorzio non rientra tragli «enti pubblici territoriali» e dunque, distinguendo il giudice anche tra «bene demaniale» e «bene culturale», ha rigettato l'istanza sottolineando che non può ravvisarsi l'illegittimità del pignoramento avviato dalla Sga. Dal 1996 ad oggi nessuno si è occupato della vicenda ma ora resta il giallo sulla gestione del complesso vanvitelliano.


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