nCaserta Sette - informazione - news - attualità - cronaca - sport - turismo - musica e arte - reggia di caserta - giornalisti - giornalismop - attualità - omicidi - rapine - storia di caserta - per caserta - in caserta - con caserta


Privacy Policy / Cookies


IL TG ON LINE E' OFFERTO DA


GUARDA QUI LE VIDEONEWS


TV LIBERE: GIORNALISTI DI CASERTA A MATRIX


Il Blog di Prospero Cecere


UFFICI STAMPA TOP TEN A CASERTA (New Entry)

  
  Collabora con Noi
  Per Aziende ed Enti
  La tua vicenda qui
  Archivio Giornali
  Gerenza
  Servizi Emittenti Tv
  Spot & Doppiaggi
  Archivio Servizi Tg
  I tuoi ricordi in Dvd
  Musica-Party-Sfilate
  www.sannioturismo.com



  Archivio news
  Argomenti
  Cerca nel sito
  Invia una news
  Lista iscritti
  Messaggi privati
  News
  Recommend_Plus
  Sondaggi
UNESCO /2: LA REGGIA DI CASERTA TRA I SITI CHE CANDIDANO L'ITALIA


L'Italia si candida a diventare il Paese con il maggior numero di siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondiale dell'Unesco. Lo conferma, a Paestum (Salerno), il sottosegretario ai Beni Culturali, Nicola Bono. Lo fa in occasione della Seconda Conferenza Nazionale dei siti italiani iscritti nella Lista del patrimonio Mondiale dell'Unesco, in corso fino a domani a Paestum. Attualmente, dice l'on. Bono, l'Italia divide, insieme alla Spagna, il primato di trentasette siti nella lista del patrimonio mondiale. A giugno, se l'Unesco accetterà le candidature di altri due siti, Valle dell'Orcia e Tarquinia e Cerveteri, l'Italia slitterà al primo posto. Con un ulteriore primato dalla sua parte: l'entrata, con Tarquinia e Cerveteri, del primo sito etrusco nel patrimonio dell'Unesco. Oggi e domani, è sul Modello del Piano di gestione dei siti iscritti nella lista nazionale che concentrerà l'attenzione la II Conferenza nazionale. Un modello che il sottosegretario Bono definisce "una rivoluzione copernicana". "Il modello di piano di gestione che l'Italia, per prima, proporrà, come Paese guida a tutti gli altri Paesi del mondo - ha affermato Bono - è uno strumento per individuare tutte le risorse pubbliche e private che possono essere canalizzate per una gestione sistematica del territorio. Con il Piano individuiamo le risorse, individuiamo gli strumenti di valorizzazione di tutti gli elementi d eccellenza che ci sono, di carattere materiale, culturale e immateriale". In questo modo - aggiunge Bono - ad essere valorizzato non è solo il motivo per cui il sito è stato iscritto nella lista. L'obiettivo è, infatti, quello di fare un pacchetto culturale dove ci sono i monumenti, le testimonianze artistiche, architettoniche ma anche il patrimonio immateriale costituito dalle tradizioni popolari, dai prodotti tipici locali, dai prodotti artigianali. Un insieme di elementi che fanno evidenziare come si può realizzare un microsistema di offerta turistica locale che diventa competitivo proprio perché diventa unico, originale e non clonabile". "C'é poi un altro aspetto da sottolineare - aggiunge Bono - i siti italiani iscritti nella lista mondiale diventeranno certamente 39. Abbiamo, però 46 siti in lista d'attesa il che significa che la questione diventa difficile da gestire. Il piano di gestione sarà anche uno strumento per fare in modo che l'Unesco capisca che l'Italia vuole concorrere alla cooperazione internazionale attraverso la valorizzazione delle altre aree". Attualmente, dice il sottosegretario, c'é un limite da parte dell'Unesco all'estensione di altri siti visto che impedisce di andare, per ogni singolo paese, a più di una candidatura l'anno. "Il che significa - dice Bono - che per quanto riguarda l'Italia dovremmo aspettare 46 anni per vedere soddisfatte tutte le aspirazioni. Noi sosteniamo che non si fa una buona gestione della lista con un ragionamento al ribasso ma si fa tramite meccanismi come i piani di gestione che aiutano i paesi a poter predisporre le loro strategie d'iscrizione". E se Bono, per quanto riguarda le difficoltà di gestione dei siti, mette al primo posto lo sviluppo sostenibile più che il numero chiuso ("per l'accesso a questi siti non si potranno superare le masse critiche che determinano un'impossibiltà di gestione, ma il problema è comunque lo sviluppo sostenibile") affida al Piano di gestione una mission precisa. "Con il Piano creiamo il sistema dell'offerta turistica locale e, quindi, applichiamo quella che chiamo la glocalizzazione - ha concluso Bono - vale a dire combattiamo la globalizzazione con una localizzazione attrezzata". "L'attivazione del Piano di gestione dei siti italiani iscritti nella lista mondiale dell'Unesco rimette le cose a posto dopo i danni causati dal centro-sinistra" ha poi spiegato Nicola Bono, nel corso del suo intervento. "L'approvazione da parte del centro-sinistra della riforma del titolo V della Costituzione non ha fatto nient'altro che scindere l'aspetto della tutela da quello della valorizzazione - ha sostenuto il sottosegretario - Con l'approvazione, lo scorso primo maggio, del nuovo codice dei beni culturali, che rappresenta lo strumento giudico ispiratore dei Piani di Gestione, siamo riusciti, invece, a ripristinare una strategia unica nella gestione dei siti". "Una corretta politica di valorizzazione - ha aggiunto Bono - va a tutto beneficio della conservazione ed è più difficile fare valorizzazione senza conservazione." Per Bono la scelta più giusta è quella di puntare alla manutenzione ordinaria e non a quella straordinaria "perché sul bene meno si interviene meglio è". Al momento sono presenti altre due candidature per l'iscrizione della lista dell'Unesco di Val d' Orcia, in provincia di Siena, e di Tarquinia e Cerveteri: in questo modo i siti diventerebbero complessivamente 39, una cifra che farà conquistare il primato all'Italia. Rischiano però di uscire le Eolie per la presenza di un'attività estrattiva della pomice ma per il sottosegretario Bono questo rischio può essere sventato perché "sarà trovata una soluzione che possa contemperare l'attività estrattiva con la tutela". Quanto alla Campania, il sottosegretario Bono ha sottolineato, rispetto alle altre regioni, l'alto numero di siti iscritti alla lista, il più alto insieme alla Toscana. . Vale a dire: il Centro storico di Napoli, l'area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata; Caserta, il Palazzo Reale del XIII sec. con il parco; l'Acquedotto vanvitellianio ed il Complesso di S. Leucio; Costiera Amalfitana; Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula. Su alcuni di questi siti, come ha detto il governatore, Antonio Bassolino, la Regione Campania ha già investito 300 milioni di euro. Per la valorizzazione dei siti iscritti alla lista dell'Unesco saranno inseriti nel palinsesto tv di spazi dedicati: questo è, invece, quanto ha detto il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri.

 
· Inoltre Beni Culturali
· News di redazione


Articolo più letto relativo a Beni Culturali:
RESTAURO DEL BAGNO DI SAN LEUCIO CON DONAZIONE DI 1 EURO SECONDO INDAGINE

Punteggio medio: 0
Voti: 0

Ti prego, aspetta un secondo e vota per questo articolo:

Eccellente
Ottimo
Buono
Normale
Cattivo



 Pagina Stampabile  Pagina Stampabile

 Invia questo Articolo ad un Amico  Invia questo Articolo ad un Amico

www.casertasette.it