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GIUSTIZIA, CASERTA: LA CONCILIAZIONE PARTE CON 400 CAUSE A RUOLO IN TRIBUNALE


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 23 marzo 2011 - (Casertasette) - Da un lato il deposito delle istanze per la mediazione, dall’altro un incermento di iscrizioni di cause al Ruolo Generale del tribunale civile: nel circondario giudiziario della provincia di Caserta, l’istituto della conciliazione (obbligatorio dal 21 marzo scorso) si inaugura con un precedente da «record»: centinaia cause civili concentrate tra l’ultimo week-end e lunedì scorso presentate dagli avvocati per la messa a ruolo per evitare, almeno per quanto possibile, l’obbligatorietà della mediazione. Un picco che si è notato particolarmente negli uffici giudiziari sammaritani, già oberati dall’enorme quantità di fascicoli, dove vengono messi a ruolo, ogni anno, circa settemila procedimenti. Secondo una stima da confermare, infatti, tra venerdì e lunedì scorsi sarebbero state circa 400 le cause messe a ruolo tra il tribunale centrale civile e le sezioni distaccate periferiche: si tratta di atti legali, notificati almeno dieci giorni alle parti e tenuti probabilmente nel limbo che hanno avuto una improvvisa impennata nella messa a ruolo alla luce dell’entrata dell’obbligatorietà della mediazione. Una cifra che la dice lunga sulla spaccatura nell’avvocatura sull’istituto della conciliazione: proprio ieri, infatti, nell’ultimo giorno dello sciopero contro la presunta incostituzionalità della conciliazione, avviato lo scorso 16 marzo su delibera nazionale dell’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura), nella scuola forense «Fest» sono state consegnate le documentazioni ai primi conciliatori formati nei mesi scorsi dall’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere. Allo stato, gli ordini forensi italiani dotati di camera di conciliazione sono poco meno di una ventina (compreso quello sammaritano) e sono interessati all’accreditamento altri 104 su 165. Ma tra lunedì e ieri si sono registrate anche le prime istanze di mediazione così come prevede la nuova legge: alla Forum Conciliazione di Caserta, per esempio, sono state oltre trenta le richieste avanzate per chiudere in stile «statunitense» quelle che potrebbero diventare lunghissime cause da tribunale. Cifra che ha proiezioni molto importanti: se tutti i 179 organismi nazionali iscritti al registro del ministero avessero tenuto la stessa media sarebbero diverse migliaia i contenziosi che verrebbero trasferiti dai tribunali agli organismi di mediazione. Lo sciopero conclusosi ieri, inoltre, era stato avviato dall’organismo unitario dell’avvocatura anche contro la bozza del ddl per la cosiddetta «rottamazione» dell'arretrato giudiziario, con l'affidamento a 600 ausiliari di migliaia di cause arretrate, circa 500mila l'anno. Larghe sacche dell’avvocatura, infatti, denunciano la presenza di profili di incostituzionalità in due punti del provvedimento: la non previsione dell’assistenza legale di un avvocato e l’obbligatorietà del ricorso alla conciliazione» che sarebbe anticostituzionale. Nonostante ciò, il presidente dell’Oua Maurizio de Tilla afferma che «l’impianto del decreto legislativo approvato dal Governo ha luci e ombre, ma gli avvocati devono essere pronti a confrontarsi con questo nuovo istituto, per questa ragione invitiamo tutti i Consigli degli ordini a promuovere la creazione delle Camere di conciliazione in tempi rapidi in tutti i Tribunali. Senza esimerci dal chiedere al Governo la modifica di due punti del provvedimento: è gravissimo che si escluda la necessaria assistenza tecnica dell’avvocato ed è inaccettabile che si renda obbligatorio il ricorso alla media conciliazione». Allo stato, gli ordini italiani dotati di camera di conciliazione sono 14 (compreso quello di Santa Maria Capua Vetere) e sono interessati all’accrditamento altri 104 su 165. Molti, però, non hanno i locali per svolgere la mediazione: è il caso sammaritano dove l’ordine forense aveva chiesto da tempo allamministrazione comunale, l’uso dell’ex commissariato di polizia che stenta ad essere allestito. Intanto, la lettera ai 650 parlamentari inoltrata quasi un mese fa per sollecitare la politica a una risposta sul caso Santa Maria (cittadella giudiziaria e altro) sembra rimasta lettera morta. Solo qualche telefonata ma risposte concrete, nulla.

 
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