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GIUSTIZIA, CONVEGNO SULLA CORRUZIONE A S.MARIA C.V.: GLI INTERVENTI

ORGANIZZATO DAI GIOVANI AVVOCATI E DAL CONSIGLIO DELL’ORDINE – PRESENTI IL PREFETTO, IL QUESTORE, IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE, IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA, IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI, IL PROCURATORE GENERALE DELLA CORTE DI CASSAZIONE E IL MONDO ACCADEMICO


SANTA MARIA CAPUA VETERE, 24 SETTEMBRE 2010 (di Ferdinando Terlizzi). - Organizzato dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati, di cui è presidente l’Avv. Prof. Alfonso Quarto ( hanno collaborato nell’organizzazione gli avvocati Ida Boffi, Vincenzo Domenico Ferraro e Gianluca Tretola ) e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V. di cui è presidente Elio Sticco, si è svolto, nel Teatro Garibaldi, alla presenza del Prefetto Enzo Monaco e del Questore Guido Nicolò Longo, l’interessante convegno sul tema della corruzione. Dopo l’introduzione dell’Avv. Quarto e del saluto del Procuratore Generale della Corte di Cassazione Vitaliano Esposito, del Presidente del Tribunale Andrea Della Selva, dell’Avv. Francesco Caia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, dell’avv. Giuseppe Selci, Presidente Nazionale dell’AIGA, e dello stesso Elio Sticco, ha preso la parola ( con grande padronanza e con precisi riscontri per ogni intervento ) Corrado Lembo, Procuratore della Repubblica che ha moderato i qualificati e variegati interventi che si sono succeduti. Corrado Lembo ha esordito col dire che il tema della corruzione era di scottante attualità nella nostra Provincia, specialmente nel settore della pubblica amministrazione ( si riferiva ai recenti arresti degli ispettori dell’ASL di S. Maria C.V. ) ma che è necessario unire gli sforzi di tutti, forze di polizia, autorità, inquirenti, politici e cittadini, per combattere questo cancro della società. Il primo relatore è stato il Prof. Giuliano Balbi, Ordinario di Diritto Penale alla Facoltà di Giurisprudenza S.U.N, “Sono moltissimi i congegni – ha esordito l’illustre oratore - “nel viaggio della corruzione: concorsi, appalti, che mettono in crisi tutta la tenuta della democrazia. Nelle diverse fattispecie, spesso, si pongono problemi di procedibilità che non meriterebbero rilevanza penale mentre aggravando le pene ( come spesso si chiede ) non sempre si risolve il problema. Ormai si va verso una legislazione premiale nel senso che chi denuncia il corruttore non dovrebbe essere arrestato e condannato o quantomeno con pena ridotta”. E’ stata poi la volta del secondo relatore, l’avvocato penalista Massimo Krogh, il quale ha parlato della corruzione in atti giudiziari ma ha criticato gli eccessivi poteri del pubblico ministero auspicando una riforma con un bilanciamento tra accusa e difesa. Mani pulite ha fallito l’obiettivo perché il giustizialismo non è il rimedio, infatti, non solo la corruzione non è finita ma addirittura si è adeguata ( ( dazioni di denari, donne per favori sessuali, case pagate all’insaputa del proprietario, case di partiti fittate ai cognati dei leader ), perché qui c’è mancanza di cultura di legalità. L’illustre penalista romano si è poi soffermato sulla sentenza del caso Mills-Berlusconi. «C’è un punto interessante nella decisione di questa sentenza – ha detto Krogh - che assumerà un aspetto rilevante quando la Corte di Appello di Milano deciderà per Berlusconi: il processo a carico del premier, è già prescritto, come le Sezioni Unite hanno deciso per Mills, oppure si porrà il problema che la Corte possa ritenere la consumazione del reato nella fase dell’ultimo atto e, quindi non ci sarà prescrizione? I passaggi della sentenza mi hanno suggerito queste considerazioni ma spero – ha concluso Krogh – che quando si arriverà al processo di Berlusconi sia scelta la strada più corretta per definire questa annosa e gravissima questione che investe tutta la società italiana». Ha preso poi la parola il terzo relatore, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Dr. Francesco Mauro Iacoviello, il quale ha dato una verta e propria lezione agli avvocati presenti consigliandoli, sempre, di iniziare la loro difesa dalla lettura del capo di imputazione: “Per le sentenze, dovete studiare la struttura logica e i passaggi logici ma un consiglio ve lo devo dare, vi prego segnatevelo, fate uno sforzo voi che siete giovani avvocati. Per diventare dei veri grandi avvocati, dovete iniziare da Alfredo De Marsico, fate uno sforzo, comprate i cinque volumi delle Jovane delle sue arringhe». Si sono succeduti poi i diversi interventi degli altri relatori, dell’Avv. Fabio Foglia Manzillo ( la responsabilità della persona giuridica e la custodia cautelare ); dell’avv. Angelo Raucci, ( un tuffo negli anni 90 ed una riproposizione della corruzione, la scarsa possibilità della difesa, la prospettazione di modifiche di nuove normative); dell’avvocato Giuseppe Stellato, che ha parlato della corruzione nel diritto penale e amministrativo, dell’amministrazione che si deve tutelare contro la corruzione, il rispetto del cittadino ( imputato) che deve essere tutelato. Tra gli interventi (di 3 minuti) da segnalare quello dell’avv. Giuseppe Garofalo, ( lo storico si è soffermato sulla vetustà “della società di malagente”, della corruzione e delle leggi premiali fin dai secoli scorsi, ha parlato dei regali ai giudici, frutta e cibarie, regolati da una “prammatica” e del patto che avrebbe stipulato un politico con l’associazione magistrati per tutelarsi a vicenda). Garofalo non lo ha detto, ma io lo dico: Gianfranco Fini avrebbe stretto un patto con l’Associazione Magistrati con questo accordo. Lui, nella qualità di terza carica dello Stato, avrebbe ostacolato riforme che ai giudici non vanno a genio e loro l’avrebbero lasciato fuori dalla vicenda Tulliani- Montecarlo. Poi gli interventi dell’avv. Francesco Pio Porta ( mancato p.m e proveniente dalla scuola di Capozzi, che ha parlato della corruzione nei paesi della Comunità Europea); del Dott. Massimiliano Santoli, Presidente dei Giovani Imprenditori della Confindustria di Caserta ( 70 milioni di euro annui pagano gli imprenditori per la corruzione, il mancato investimento a causa della camorra, nella nostra provincia, e l’obbligatorietà di una scelta dell’imprenditore – in linea con la Confindustria casertana: fare la denuncia dell’illecito). Sono intervenuti infine l’Avv. Michele di Fraia ( il momento consuntivo della corruttela e gli altri aspetti: dazione, accordo, promessa); l’Avv. Annamaria Ferriero ( breve ma efficace si è domandata perplessa… “non ci sono altri rimedi oltre alla legislazione premiale?”); l’avv. Domenico Giannelli ( critica alla critica della sentenza Mils ) ed infine l’avv. Gennaro Iannotti ( dopo un breve elogio a Iacoviello, suo maestro nei corsi a Roma, e la condivisione di quanto affermato da Raucci e Stellato ) ha detto che “I rimedi contro la corruzione andrebbero affrontati partendo da riforme più ampie per garantire sia il cittadino – imputato ma anche le vittime le quali ultime, troppo spesso, sono costrette a fare i conti col rischio della prescrizione del reato di corruzione. Il problema che le norme di parte speciale del codice Rocco sono calibrate su un processo inquisitorio che dal 1989, non esiste più e che prevedeva dei dibattimenti senza contraddittorio che, per sua essenza, comporta dei tempi più lunghi. Credo che la magistratura e l’accademia abbiano riflettuto poco sull’esperienza di Tangentopoli la quale è nata in un contesto normativo diverso: non c’erano le norme sul giusto processo e c’era la custodia cautelare snaturata dalla sua propria funzione atteso che la stessa divenne, in quegli anni, anticipazione dell’espiazione della pena. In definitiva occorrerebbe un intervento normativo sul processo e sulla P.A. ma, soprattutto, occorrerebbe un risveglio delle coscienze, perché i cittadini di Tangentopoli siamo noi”.

 
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