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LAVORO E FUTURO: IL GIORNO PIU' LUNGO DI FIAT - POMIGLIANO D'ARCO


POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI), 22 GIUGNO 2010 - Una città in attesa. Con il cuore in gola e la speranza che possa riprendere il lavoro al Giambattista Vico, oggi i cittadini di Pomigliano d'Arco (Napoli) hanno trascorso l'intera giornata discutendo in piazza, nei negozi, al bar, solo e soltanto del referendum alla Fiat. Una discussione che non si è fermata neanche davanti alle scuole superiori della città dove i ragazzi sono stati impegnati per la prima prova degli esami di maturità. Alcuni genitori che lavorano nello stabilimento automobilistico, hanno fatto gli auguri ai propri figli, ricevendo un "in bocca al lupo" per il voto al Giambattista Vico. Una giornata apparentemente tranquilla e serena, ma che ha lasciato trasparire la forte attesa per l'esito del referendum al quale "é legato - spiegano i cittadini - il rilancio dell'intera area industriale della zona". E mentre i sindacati che hanno firmato l'accordo hanno seguito l'andamento del referendum direttamente in fabbrica, la Fiom ha allestito un "quartier generale" nella sede locale del sindacato, con il segretario generale della Fiom di Napoli, Massimo Brancato, ed il segretario provinciale Andrea Amendola, che hanno risposto a centinaia di telefonate di giornalisti, operai, altri delegati di stabilimenti del gruppo, che volevano conoscere l'andamento del voto. "Resteremo qui per tutta la giornata - ha spiegato Brancato - aspettiamo cosa succederà". Il sindacalista parla del referendum, dei motivi per cui la Fiom lo ritiene "illegittimo", e di alcune richieste avanzate da parte di esponenti del fronte del 'si': "Abbiamo saputo che a qualche operaio è stato chiesto di fotografare la scheda - spiega - e questo la dice lunga sul clima che si è creato, e sull'assenza di un requisito fondamentale per un referendum, che e" la libertà". Il sindacalista, inoltre, annuncia che, dopo la manifestazione del 25 giugno, alla quale tutti i metalmeccanici campani parteciperanno sfilando in corteo dietro ad un unico striscione con la scritta "Siamo tutti di Pomigliano", il 1 luglio, nella cittadina del Giambattista Vico, si svolgerà l'assemblea nazionale di tutti i delegati del gruppo Fiat e delle aziende di tutto il Mezzogiorno, "per decidere il da farsi". A poche decine di metri dalla Fiom, nella sede della Cgil-Spi, il sindacato dei pensionati italiani, alcuni ex lavoratori fanno il punto della situazione, e lo stesso coordinatore dell'area, Antonio Tanzi, che lavorava in una delle aziende dell'indotto, parla di una scelta forzata. "La Fiat è uno Stato nello Stato - sostiene - quella proposta ai lavoratori è una 'scelta-senza scelta' per mantenere il proprio lavoro. Domani ne usciranno tutti con le ossa rotte". In città la gente si informa sull'andamento del referendum. Qualche genitore, davanti agli istituti superiori del territorio, dove sono in corso le prove di maturità, commenta le tracce che tiene impeganto il proprio ragazzo, ma anche gli ultimi risvolti sulla vicenda Fiat. "Chissà come andrà a finire - dice uno di loro - per noi è un simbolo, una fabbrica che ha portato sviluppo. Ma non è neanche giusto che a fare le spese di un accordo capestro, siano gli operai". Anche i commercianti chiedono "come va allo stabilimento". "Siamo ottimisti - dice Angelo, titolare di uno dei bar più vicini al Giambattista Vico - speriamo in una ripresa, in modo che si riprenda anche noi". Nel centro storico si parla dello stesso argomento, e di quello che potrebbe succedere nella malaugurata ipotesi di una chiusura: "Andrebbe tutto a rotoli - spiega Enzo, fermo al bar davanti al municipio - qui ruota tutto attorno alla Fiat".

 
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