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LAVORO, AUTO: RIPRESA PRODUZIONE IN FIAT POMIGLIANO. IN 98 NON RICONFERMATI


CAMPANIA - POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI), 17 MARZO 2010 - "La scelta della Fiat di non riconfermare a Pomigliano i 98 giovani con contratti a termine o apprendistato degli ultimi mesi, si è rivelata un 'suicidio', in quanto al momento il 40 per cento delle vetture prodotte è scartato per gravi difetti". E' quanto affermano dallo Slai Cobas di Pomigliano d'Arco (Napoli), dove da ieri (fino al prossimo 19 marzo) è ripresa la produzione nello stabilimento automobilistico Fiat, i cui lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria dallo scorso novembre. "I 98 giovani contrattisti - hanno aggiunto dal sindacato - sono di fatto ormai licenziati dalla Fiat e sono stati 'collocati' (con accordo sottoscritto recentemente tra parti sociali, sindacali ed istituzionali) in un fumoso 'serbatoio' dal quale magari attingere, in tempi migliori. Nel frattempo il 40 per cento delle vetture prodotte è scartato e scaricato fuori linea per gravi difetti tecnico funzionali ai motori e di montaggio, o montaggio incompleto, causato dal mancato approvvigionamento materiali. Inoltre la Fiat, in conseguenza del venir meno di 98 mansioni specialistiche (quelle di addetti ai muletti) è impossibilitata finanche al funzionamento dei due turni lavorativi nelle normali turnazioni: infatti, la linea di produzione 147 lavora i giorni 16 e 17 solo al primo turno ed i giorni 18 e 19 solo sul turno pomeridiano. Tutto questo perché i precari licenziati, erano in prevalenza carrellisti ex Dhl poi internalizzati dalla Fiat ed addetti alla movimentazione materiali ed all'alimentazione delle linee di produzione: licenziandoli è 'collassato' l'intero sistema di produzione e montaggio delle autovetture". Dal sindacato, infine, sottolineano che lo spostamento di unità non formate alle mansioni che erano riservate ai precari, "espone a serio rischio di infortuni anche mortali tutti i lavoratori all'interno delle officine".

 
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