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CASERTA: NOTAIO RESTITUISCE AL COMUNE 550 MILA EURO DOPO CAUSA CIVILE

VICENDE SPORTIVE E STRASCICHI GIUDIZIARI
UN NOTAIO RESTITUISCE AL COMUNE 900 MILIONI E GLI EREDI DEI CONSIGLIERI DELLA CASERTANA DOVRANNO RISARCIRE LA MASSA FALLIMENTARE
AL VAGLIO DEL MAGISTRATO CIVILE LA VECCHIA SQUADRA DI BASEBALL E LA CASERTANA CALCIO (ENTRAMBE FALLITE)


CASERTA, 7 MARZO 2010 - (di Ferdinando Terlizzi) - Due vicende, per certi versi sconcertanti, (forse meglio addolcire con Kafkiane ) sono al vaglio del Tribunale civile di S. Maria C.V. e sono strascichi di militanze sportive e campionati falliti. La prima. Ha dei risvolti paradossali. Un notaio di Caserta è stato costretto (dopo aver subito il pignoramento immobiliare del proprio studio ) a restituire 900 milioni delle vecchie lire al Comune di Caserta il quale indiscriminatamente aveva elargito un contributo di tale importo alla Squadra Casertana di Baseball. La vicenda si trascina da anni e solo l’altro giorno – dopo un iter di circa 15 anni – ha visto la fine con l’esborso della cospicua somma che il personaggio ( allora presidente del club di Baseball ) ha dovuto giocoforza versare per non vedersi venduto all’asta – come detto – il proprio studio in Caserta. La seconda, quella della fallita Casertana Calcio - (ai tempi della gestione di Enzo Cuccaro ) ha dei risvolti ancora più inediti, sconcertanti e paradossali. Alla fine – e questo è il paradosso – gli eredi di alcuni dirigenti della Casertana Calcio ( fallita nel 1993 con un buco di quasi 10 miliardi delle vecchie lire ) sono stati chiamati in giudizio dalla curatela della società sportiva per un’azione di responsabilità veramente grottesca. Procediamo per ordine. La Casertana Calcio di cui era presidente Enzo Cuccaro nel 1993 fallì con un buco di vari miliardi. Ne scaturì un procedimento penale per bancarotta fraudolenta che vide Enzo Cuccaro condannato a vari anni di reclusione. Per la verità il Cuccaro, sia innanzi ai giudici civili, che a quelli penali, ha dichiarato esplicitamente di essere stato lui il “deus ex machina” dell’intera gestione fallimentare accollandosi ogni responsabilità. Tuttavia il curatore fallimentare dr. Francesco Di Lauro, con l’assistenza dell’avvocato Vittorio Pepe, dopo una perizia del CTU dr. Pietro Matrisciano ( di qui la stima del danno in 4 milioni di euro di oggi ) ha chiamato in giudizio tutti i dirigenti e sindaci della Casertana calcio fallita e siccome alcuni sono morti ha chiamato in giudizio gli eredi di questi ultimi. E qui inizia la parte diciamo così kafkiana. Molti di quelli chiamati in giudizio si sono difesi e con una sentenza parziale sono stati addirittura estromessi. Sentenza emessa dal giudice onorario Avv. Ubaldo de Vincentis del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 21 dicembre 2005 – esecutiva e non appellata. Ciò dovrebbe significare ( per tutti ) che loro non c’entrano più in questa vicenda. Ma per alcuni non è così. Difatti – dopo un iter giudiziario di oltre 20 anni – si parla ancora di responsabilità e si rincorrono chimere solo per accumulare indennità ( per gli avvocati e per i curatori fallimentari e i vari CTU ). Il giudizio – incardinato innanzi al Giudice Raffaele Donnarumma del Tribunale di S.Maria C.V. nella sua ultima udienza ( nove dicembre 2009 ) a causa della mancata notifica di alcuni citati è stato nuovamente aggiornato (dopo essere stato riassunto per lo morte di alcuni di essi negli anni trascorsi) alla udienza del 21 settembre 2010. Intanto – come detto – la curatela della Casertana Calcia Spa a mezzo dell’avvocato Vittorio Pepe ( cha ha sostituito il compianto Massimo Bernasconi ) insiste per le azioni di responsabilità contro gli ex dirigenti e per quelli, “passati a miglior vita” contro gli eredi. Tra queste vittime vi sono molti nomi illustri: Giovanni Lettieri, Presidente della Confindustria napoletana; Giovani Sandomenico, Daniele Vitale, Salvatore D’Angelo (quest’ultimo difeso dall’avvocato Augusto Imondi ); Antonio Letizia ( difeso dall’avvocato Francesco Lombardi ); Luigi Bove (difeso dall’avvocato Adolfo Russo ); il noto imprenditore Ing. Mario Pagano ( difeso dall’avvocato Pietro Luigi Greco ); Raffaele Fusco ( Avv. Giancarlo Carnielli ); Antonio Acconcia ( Avv. Luigi Ricciardelli ); Vincenzo Cuccaro ( Avv. Prof. Amedeo Bassi ); Alfonso Cuccaro; Alessandro Coleti, Giuseppe Giorgio, Maria Grazia Fiorillo e Teresa Castellani, erede del Dr. Giuseppe Castellani, ( Avv.ti Armanno Bocchino e Michele Sciaudone ). Come ha giustamente commentato uno degli avvocati difensori: “Questo è un giudizio da Legge Pinto” ( da super Pinto aggiungo io… tutti vittime della lunghezza interminabile di un processo ).

 
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