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WARHOL-BEUYS, OMAGGIO A LUCIO AMELIO: TERRAE MOTUS DA CASERTA A MILANO


MILANO - La Fondazione Antonio Mazzotta, in collaborazione con la Fondazione Amelio – Istituto per l’Arte Contemporanea di Napoli e la Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Caserta e Benevento presenta la mostra “WARHOL - BEUYS. Omaggio a Lucio Amelio”. Partendo da una data, il 1980, e dall’incontro a Napoli delle due “Grandi Anime” dell’arte contemporanea, il tedesco Joseph Beuys e l’americano Andy Warhol, il curatore Michele Bonuomo ha ideato una mostra che rappresenta un omaggio al fautore di questo incontro storico, il gallerista Lucio Amelio. Nei suoi circa trent’anni di attività (1965-1994), Amelio fece della propria galleria napoletana un punto di riferimento imprescindibile per tutti i protagonisti del panorama artistico internazionale, una fucina laboratorio dalla quale sono scaturiti alcuni degli esperimenti e delle ricerche più significativi nel panorama dell’arte contemporanea degli ultimi decenni del XX secolo. Il lavoro “italiano” di Warhol e Beuys - oltre a una serie di fotografie, documenti e opere di altri grandi nomi della contemporaneità che hanno fatto parte della storia della galleria di Amelio – saranno i protagonisti di questa mostra che si prospetta come il grande avvenimento artistico dell’inverno milanese. Joseph Beuys aveva conosciuto Lucio Amelio nel 1971, in occasione di un convegno a Heidelberg che aveva per oggetto la funzione del mercato d’arte. Dopo di allora era andato più volte a Napoli dando avvio al programma Ciclo sull’opera di Joseph Beuys, che per molti anni avrebbe impegnato Amelio in una presentazione metodica del lavoro dell’artista tedesco (tra i progetti, la prima mostra in Italia dal titolo La rivoluzione siamo Noi del 1971 e, nel giugno dell’anno seguente, Arena-Dove sarei arrivato se fossi stato). Il primo incontro tra Beuys e Warhol avvenne invece il 18 maggio 1979 a Düsseldorf, dove l’artista tedesco viveva. Dopo cinque mesi, il 5 novembre, Beuys sbarcò a New York per “occupare” con una gigantesca restrospettiva l’intero Guggenheim Museum e in quest’occasione incontrò Warhol alla Factory. Qualche mese dopo a Napoli (1 aprile 1980), vengono presentati nella galleria di Lucio Amelio in anteprima mondiale i ritratti che Warhol aveva fatto di Beuys. Artefice di questo incontro storico fu Lucio Amelio, il gallerista che dal 1965 - in maniera avventurosa e unica - aveva lanciato Napoli nel “gran gioco” dell’arte contemporanea internazionale. Di quell’incontro restano una serie straordinaria di ritratti - forse gli ultimi davvero potenti di Warhol – le immagini di una giornata interminabile e irripetibile, nonchè il resoconto che Warhol ne fa nei suoi diari. Il 23 novembre 1980, poi, si verificò qualcosa che stravolse profondamente la coscienza e le cose: una devastante scossa di terremoto si abbattè su Napoli e sui territori dell’Iripinia e della Basilicata. Quella notte cambiò malignamente il destino di genti e di luoghi, e anche la storia di Lucio Amelio si incanalò lungo un percorso che avrebbe portato al Progetto Terrae Motus. Beuys e Warhol tracciarono gli estremi del discorso creativo che diede identità inequivocabile al progetto per la collezione Terrae Motus, divenuta con il passare del tempo una magnifica ossessione per Lucio Amelio. Fu un’avventura che vide l’adesione di Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore, Cy Twombly per primi, cui si aggiunsero poco dopo Barcelò, Alighiero Boetti, Boltanski, Cragg, Cucchi, Di Bello, Haring, Fabro, Gilardi, Gilbert & George, Haring, Kiefer, Kounellis, Mapplethorpe, Merz, Ontani, Paolini, Pistoletto, Rauschenberg, Richter, Schifano, Schnabel, Vedova e moltissimi altri. La mostra rende omaggio a Lucio Amelio (Napoli, 1931-1994) attraverso 92 opere, di cui 30 di Warhol, 42 di Beuys e 20 di altri artisti, esemplificando per difetto tutti quei protagonisti dell’arte internazionale che avevano scelto la sua galleria napoletana quale luogo d’eccellenza per scambi di idee e di sperimentazioni. Alla Fondazione Antonio Mazzotta saranno inoltre esposte alcune opere fondamentali della collezioneTerrae Motus, ora custodita alla Reggia di Caserta, quali il trittico Fate presto (1982) di Warhol, ispirato alla pagina del quotidiano “Il Mattino” all’indomani della tragedia, e l’installazione di Beuys Terremoto in palazzo (1981). L’installazione di Beuys verrà esposta a Milano insieme ad alcuni dei progetti e delle partiture con cui Beuys la presentò nel febbraio del 1981. La presenza di questi pezzi provenienti da Caserta costituisce un evento di per sé unico, reso possibile dalla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Caserta e Benevento. La collezione venne infatti esposta nella sua completezza solo una volta, nel 1987, al Grand Palais di Parigi, con ottanta opere di sessantacinque artisti, mentre successivamente a questa data fecero la loro comparsa soltanto alcune opere singole in sporadiche occasioni. In particolare Terremoto in Palazzo viene prestato per la prima volta in Italia dopo la mostra parigina. Dalla collezione Terrae Motus verranno anche prestate i significativi contributi di Robert Mapplethorpe, Anselm Kiefer e Gerhard Richter. Il catalogo edito da Mazzotta, oltre a illustrare a colori tutte le opere in mostra, raccoglie testi del curatore Michele Bonuomo, di Achille Bonito Oliva, di Francesco Durante, di Roberto Ciuni e un intervento di Bruno Corà. Immagini, documenti e un ricco apparato bio-bibliografico a cura di Paola Santamaria completeranno il volume. (13 novembre 2007-17:22)

 
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