CAMORRA A MONDRAGONE (CASERTA): I RETROSCENA DELL'OPERAZIONE FINAL CUT 2
Data: Martedì, 12 febbraio @ 14:57:59 CET
Argomento: Cronaca




Ventitre arresti , quattordici notifiche in carcere di provvedimenti restrittivi, quattro persone irreperibili e due ordinanze di custodia cautelare in carcere sospese, in attesa dell’estradizione: in particolare per i provvedimenti che riguardano Antonio e Tiberio Francesco La Torre (che si trovavano rispettivamente in stato di latitanza e di detenzione all'epoca dei fatti) questo il bilancio dell’operazione Final Cut 2 conclusa all'alba di oggi dai carabinieri, a Mondragone, sul litorale casertano a conclusione di indagini, avviate nel 2001 e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. I provvedimenti restrittivi hanno interessato i vertici del clan camorristico dei “ La Torre”, operante da anni nel mondragonese ed anche tre appartenenti alle Forze dell’ordine, un agente di custodia in servizio al carcere di Secondigliano e due agenti della Polizia Stradale, due fratelli, uno dei quali non in servizio per motivi di salute. L’accusa per tutti e’ di associazione per delinquere di tipo camorristico traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, e per alcuni di lesioni volontarie, porto e detenzione di armi e munizioni. L’agente di custodia e’ accusato, in particolare, di essere stato il “messaggero” del clan e di avere assicurato i collegamenti , attravesrso messaggi, tra i detenuti e i vertici dell’organizzazione; i due poliziotti di avere fatto da guardaspalle al capo storico del clan, Augusto la Torre, proteggendolo da eventuali agguati quando dal suo rifugio si recava al comando Carabinieri di Mondragone per la firmare il registro. I due fratelli sono anche accusati di essere intervenuti per convincere imprenditori o commercianti a pagare le tangenti richieste. Le indagini ,scattate nel 2001, a seguito di una circostanziata denunciata di un imprenditore taglieggiato, si sono ,poi, sviluppate sulla base del ritrovamento in un rifugio di un latitante , Ernesto Cornacchia, di un libro mastro, una sorta di registro contabile del clan, nel quale era indicate le retribuzioni previste per affiliati e lo familiari, gli importi delle tangenti versate all’organizzazione, le spese legali sostenute e , hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa, il PM, Catello Maresca ed il comandante provinciale dei Carabinieri , colonnello Carmelo Bugio, anche i “contributi” previsti per gli associati, soprattutto se detenuti o ai familiari di affiliati deceduti.(12 febbraio 2008-14:56)





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