Ventitre arresti , quattordici notifiche in carcere di
provvedimenti restrittivi, quattro persone irreperibili e due ordinanze di
custodia cautelare in carcere sospese, in attesa
dell’estradizione: in particolare per i provvedimenti che riguardano Antonio e Tiberio Francesco La Torre (che si trovavano rispettivamente in stato di latitanza e di detenzione all'epoca dei fatti) questo il bilancio dell’operazione Final Cut 2 conclusa
all'alba di oggi dai carabinieri, a Mondragone, sul litorale
casertano a conclusione di indagini, avviate nel 2001 e
coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. I provvedimenti restrittivi hanno
interessato i vertici del clan camorristico dei “ La Torre”,
operante da anni nel mondragonese ed anche tre appartenenti alle
Forze dell’ordine, un agente di custodia in servizio al carcere
di Secondigliano e due agenti della Polizia Stradale, due
fratelli, uno dei quali non in servizio per motivi di salute.
L’accusa per tutti e’ di associazione per delinquere di tipo
camorristico traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, e
per alcuni di lesioni volontarie, porto e detenzione di armi e
munizioni. L’agente di custodia e’ accusato, in particolare, di
essere stato il “messaggero” del clan e di avere assicurato i
collegamenti , attravesrso messaggi, tra i detenuti e i vertici
dell’organizzazione; i due poliziotti di avere fatto da
guardaspalle al capo storico del clan, Augusto la Torre,
proteggendolo da eventuali agguati quando dal suo rifugio si
recava al comando Carabinieri di Mondragone per la firmare il
registro. I due fratelli sono anche accusati di essere
intervenuti per convincere imprenditori o commercianti a pagare
le tangenti richieste. Le indagini ,scattate nel 2001, a seguito
di una circostanziata denunciata di un imprenditore
taglieggiato, si sono ,poi, sviluppate sulla base del
ritrovamento in un rifugio di un latitante , Ernesto Cornacchia,
di un libro mastro, una sorta di registro contabile del clan,
nel quale era indicate le retribuzioni previste per affiliati e
lo familiari, gli importi delle tangenti versate
all’organizzazione, le spese legali sostenute e , hanno
spiegato nel corso di una conferenza stampa, il PM, Catello
Maresca ed il comandante provinciale dei Carabinieri ,
colonnello Carmelo Bugio, anche i “contributi” previsti per gli
associati, soprattutto se detenuti o ai familiari di affiliati
deceduti.(12 febbraio 2008-14:56)
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