INCIDENTE CASTELVOLTURNO (CASERTA): MADRE BIMBA NON VUOLE PERDONARE
Data: Mercoledì, 15 agosto @ 00:41:04 CEST
Argomento: Cronaca




''Nessun perdono per chi ha ucciso mia figlia. Deve morire''. Queste le parole di Grazia Filippone rivolte a Roy Jacobson, il cittadino liberiano di 31 anni che, imbottito di alcol e droga, domenica sera, alla guida della sua auto ha provocato un incidente sulla statale Domitiana, nel Casertano. Lo scontro ha causato la morte della piccola Annalisa Filippone, di soli tre mesi, in macchina con i suoi genitori, le sue sorelle e una cugina mentre tornavano da una passeggiata fuori Napoli. Grazia e' ricoverata, insieme a suo marito Ciro, nell'ospedale 'Pineta Grande' di Castelvolturno (Caserta); i medici sono ottimisti sulle sue condizioni e prevedono di farla uscire entro la fine della settimana. Piu' lunghi i tempi di guarigione di Ciro, bloccato a letto con le costole rotte. Jacobson durante la notte e' stato portato dall'ospedale di Aversa (Caserta), dove era stato ricoverato dopo l'incidente, nel carcere di San Tammaro in provincia di Caserta. L'accusa nei suoi confronti e' di omicidio colposo. Intanto, migliorano nettamente le condizioni di Raffaella, di due anni, e di Angela di cinque anni, le altre due figlie dei coniugi Filippone, ricoverate all'ospedale 'Santobono' di Napoli. ''Ha ucciso il mio angelo mentre la stavo allattando - dice mamma Grazia - il perdono non deve chiederlo a noi, ma a Dio''. ''Io non sono razzista, ma lo Stato deve fare qualcosa, deve cacciare queste persone'' aggiunge la donna tra le lacrime. Perdonare ''e' difficile'' anche per Ciro Filippone, il quale dello scontro non ricorda niente, se non ''due fari sbucati dal buio''. ''C'e' stata una grande mobilitazione di amici e parenti attorno a noi - aggiunge Ciro - ma i politici metteranno la nostra pratica in un cassetto dopo i funerali di Annalisa''. Tra la comunita' di immigrati provenienti dal continente africano c'e' stupore alla notizia del terribile incidente, soprattutto le donne provano un sentimento di rabbia mista a vergogna per una vita appena nata e gia' spezzata, come ammette Linda Oksuncu che a Castelvolturno sta facendo crescere sua figlia di quattro anni e fara' crescere la figlia che porta in grembo. ''Noi qui stiamo bene - dice - non abbiamo mai subito episodi di razzismo e chi si comporta bene non ha difficolta' a integrarsi. Non ci devono criminalizzare''. In queste ore, infine, la famiglia Filippone deve fare i conti anche con chi denuncia che la Fiat 'Punto', sulla quale viaggiavano domenica sera, non montava i sedili omologati per i bambini, come fa notare il presidente dell'associazione Iken, Carlo Cremona. ''Annalisa - replica la madre - era troppo piccola, non riusciva a stare su con la testa, dovevo tenerla in braccio''. ''Pensino piuttosto al nostro dolore - aggiunge Ciro Filippone - siamo una famiglia distrutta''. Potrebbero svolgersi nella mattina di giovedi' i funerali di Annalisa, ma sara' - spiega uno zio - una cerimonia strettamente privata, nel cimitero di Fuorigrotta a Napoli.(14 agosto 2007-23:58)





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