''Nessun perdono
per chi ha ucciso mia figlia. Deve morire''. Queste le parole di
Grazia Filippone rivolte a Roy Jacobson, il cittadino liberiano
di 31 anni che, imbottito di alcol e droga, domenica sera, alla
guida della sua auto ha provocato un incidente sulla statale
Domitiana, nel Casertano. Lo scontro ha causato la morte della
piccola Annalisa Filippone, di soli tre mesi, in macchina con i
suoi genitori, le sue sorelle e una cugina mentre tornavano da
una passeggiata fuori Napoli.
Grazia e' ricoverata, insieme a suo marito Ciro,
nell'ospedale 'Pineta Grande' di Castelvolturno (Caserta); i
medici sono ottimisti sulle sue condizioni e prevedono di farla
uscire entro la fine della settimana. Piu' lunghi i tempi di
guarigione di Ciro, bloccato a letto con le costole rotte.
Jacobson durante la notte e' stato portato dall'ospedale di
Aversa (Caserta), dove era stato ricoverato dopo l'incidente,
nel carcere di San Tammaro in provincia di Caserta. L'accusa nei
suoi confronti e' di omicidio colposo.
Intanto, migliorano nettamente le condizioni di Raffaella, di
due anni, e di Angela di cinque anni, le altre due figlie dei
coniugi Filippone, ricoverate all'ospedale 'Santobono' di
Napoli. ''Ha ucciso il mio angelo mentre la stavo allattando -
dice mamma Grazia - il perdono non deve chiederlo a noi, ma a
Dio''. ''Io non sono razzista, ma lo Stato deve fare qualcosa,
deve cacciare queste persone'' aggiunge la donna tra le lacrime.
Perdonare ''e' difficile'' anche per Ciro Filippone, il quale
dello scontro non ricorda niente, se non ''due fari sbucati dal
buio''. ''C'e' stata una grande mobilitazione di amici e parenti
attorno a noi - aggiunge Ciro - ma i politici metteranno la
nostra pratica in un cassetto dopo i funerali di Annalisa''.
Tra la comunita' di immigrati provenienti dal continente
africano c'e' stupore alla notizia del terribile incidente,
soprattutto le donne provano un sentimento di rabbia mista a
vergogna per una vita appena nata e gia' spezzata, come ammette
Linda Oksuncu che a Castelvolturno sta facendo crescere sua
figlia di quattro anni e fara' crescere la figlia che porta in
grembo. ''Noi qui stiamo bene - dice - non abbiamo mai subito
episodi di razzismo e chi si comporta bene non ha difficolta' a
integrarsi. Non ci devono criminalizzare''.
In queste ore, infine, la famiglia Filippone deve fare i
conti anche con chi denuncia che la Fiat 'Punto', sulla quale
viaggiavano domenica sera, non montava i sedili omologati per i
bambini, come fa notare il presidente dell'associazione Iken,
Carlo Cremona. ''Annalisa - replica la madre - era troppo
piccola, non riusciva a stare su con la testa, dovevo tenerla in
braccio''. ''Pensino piuttosto al nostro dolore - aggiunge Ciro
Filippone - siamo una famiglia distrutta''.
Potrebbero svolgersi nella mattina di giovedi' i funerali di
Annalisa, ma sara' - spiega uno zio - una cerimonia strettamente
privata, nel cimitero di Fuorigrotta a Napoli.(14 agosto 2007-23:58)
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