CASERTA, CASO PALAZZO CECERI. VENTRE: 'SE QUESTO E' IL BUONGIORNO...'
Data: Venerdì, 15 settembre @ 09:07:27 CEST Argomento: Enti e Comuni
(di Riccardo Ventre, Eurodeputato, Consigliere Comunale a Caserta) - Provo disagio a parlare dell’ormai ben noto “caso Ceceri” e ciò per tre motivi. Il primo è costituito dal fatto che conosco la famiglia Ceceri da decenni; il secondo dal convincimento, che mi appartiene, per il quale la tutela del proprio diritto è sacrosanta con la conseguenza che i Ceceri hanno ben diritto a tutelarsi, ancorché amministratori pubblici; il terzo perchè la vicenda di cui ci occupiamo è molto delicata sul piano politico, etico, giuridico ed oggi, purtroppo, giudiziario. Provo a riassumere la vicenda stessa. Alcuni soggetti privati (famiglia Ceceri) acquistano per 950.000,00 euro dei beni soggetti a tutela del Ministero dei Beni Culturali. Per tali immobili, proprio perché trattasi di beni costituenti patrimonio artistico e storico di una città e di una provincia, possono esercitare diritto di prelazione i comuni e la provincia sul cui territorio gli immobili insistono. Correttamente il Ministero dei Beni culturali notificava alla Provincia di Caserta ed al Comune di Caserta tale vendita ed assegnava un termine per l’esercizio del diritto di prelazione. La Provincia non esercitava tale diritto. Il comune, invece, amministrato all’epoca dal Commissario prefettizio, esercitava il diritto di prelazione dal momento che il costo di vendita era ritenuto evidentemente di gran lunga inferiore al valore del bene e che comunque il bene rappresentava una parte della storia della città. Insediatasi, la nuova amministrazione, presieduta dal Sindaco Petteruti, assumeva tra i primissimi atti una deliberazione di giunta con cui revocava la precedente delibera commissariale di esercizio del diritto di prelazione con la conseguenza così che la famiglia Ceceri era libera di perfezionare l’acquisto al prezzo di 950.000 euro. Fin qui la sequenza dei fatti che apparentemente non contengono alcuna anomalia, ossia una giunta ha ritenuto di spendere diversamente dei soldi pubblici rispetto a chi l’ha preceduta. L’estrema gravità del fatto sta nelle seguenti circostanze:
1) trattasi, come più volte detto, di bene sottoposto a vincolo e quindi rappresentante patrimonio della città;
2) il prezzo di vendita è irrisorio rispetto al valore reale di mercato;
3) gli acquirenti, che ovviamente hanno vantaggio dall’atto della giunta di cui trattasi sono un consigliere di maggioranza e il di lui figlio assessore, guarda caso all’urbanistica, della stessa maggioranza;
4) l’assessore di cui trattasi è stato nominato, dopo vacanza di due mesi, pochi giorni dopo l’adozione della delibera di revoca;
5) vi è chiarissima incompetenza dell’organo perché la materia di cui trattasi è di esclusiva competenza del consiglio;
6) la commissione di controllo sugli atti, da me presieduta, rappresentata in quella seduta in gran parte da consiglieri di maggioranza, ha votato contro la richiesta del consigliere Spirito di trasmettere gli atti al consiglio.
Come risulta di tutta evidenza da quanto sopra esposto ci si trova di fronte a questa situazione: una maggioranza revoca un atto di evidente favore per il patrimonio comunale e con ciò favorisce (ottimisticamente non dico lo fa per “favorire”) due amministratori esponenti di punta della stessa maggioranza. Si badi che nel programma elettorale della coalizione Petteruti vi è come punto fermo la salvaguardia della casertanità, e qui si tratta di beni autenticamente della città di Caserta. L’assessore, guarda caso all’urbanistica, l’unico a non essere nominato assieme agli altri, appartiene alla famiglia acquirente. I dirigenti del comune pare si pronuncino in maniera differente a seconda che a chiedere il parere sia il commissario prefettizio o la giunta alla cui maggioranza politica appartengono gli acquirenti. La giunta ha forse assunto provvedimenti disciplinari nei loro confronti visto che o hanno sbagliato ad esprimere parere favorevole all’acquisto o ad esprimerlo in senso diametralmente opposto nella revoca all’acquisto? Trattasi di una vicenda penosa con la quale la politica non ha nulla a che vedere e per la quale la minoranza porterà le relative azioni in ogni sede.
So che c’è stata una conferenza stampa dell’assessore Ceceri sul tema. L’ha fatta come assessore, come acquirente, come esponente di punta della maggioranza? Basterebbe solo questo interrogativo per dimostrare la penosità della vicenda.
Se questo è il buon giorno di Caserta, figuriamoci la buona notte!. (15 settembre 2006-09:05)
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