In arrivo nelle librerieUn sensazionale “caso“ giudiziario ed altri racconti maledetti
nel libro del giornalista Terlizzi
IL LIBRO
Il giornalista Ferdinando Terlizzi ha trasfuso in questo lavoro alcune sue significative esperienze di cronista giudiziario. Dopo aver esaminato in ogni dettaglio il “Rapporto sugli Omicidi in Italia”, il libro si snoda attraverso il racconto dei quattro processi dell’omicidio di un medico sammaritano “Il delitto di un uomo normale”. Poi il cronista ha rivisitato altri omicidi, come quello della “Circe” di Mondragone, quello di un maresciallo degli agenti di custodia, del farmacista di Baia Domizia, di un sindacalista siciliano ucciso dalla mafia, di un giudice assassinato dalla brigate rosse, il suicidio di un senatore Dc. Ha rispolverato ”La rivolta del Calcio” di Caserta e i suoi processi. Il rapimento del rampollo della famiglia Coppola e, le speculazioni di Pinetamare e Baia Domizia. I retroscena di un marchese voyer, che si suicidò, dopo aver ucciso la moglie e il suo giovane amante. Le disavventure giudiziarie dei giornalisti Tortora e Jannuzzi. Simpatico un suo spaccato sui bordelli a Caserta, e la fuga di Don Raffaele Cutolo dal manicomio di Aversa. Terlizzi non risparmia di inserire esperienze personali di vita vissuta, con arresti, detenzioni, processi, fucilazioni mediatiche e persecuzioni giudiziarie.
IL FATTO
In particolare il libro tratta integralmente la vicenda del delitto del dottor Tafuri. Ecco una sintesi. Aurelio Tafuri, nel 1958, conosce Anna Maria Novi, 20 anni, bella ma “piena di passato”. Nanà aveva fatto l’entraneuse al “Trocadero”. Nel 1959 la ballerina si innamora di uno studente che faceva l’indossatore per l’Alta moda, Gianni De Luca. Questi la mette incinta e decide di sposarla nonostante l’avversione feroce della famiglia. Il medico sammaritano intanto, invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo un ibrido “menage a trois”, (quando non diventava un “quartetto”, per l’inserimento del primo amante, l’ingegnere e addirittura un “quintetto”, allorquando vi si inseriva il gay). Nella comitiva non mancava, infatti, Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che si incaricava di vendere costosi vestiti alla ballerina, (pagati dai suoi amanti occasionali), e di organizzare “spogliarelli” privati e “poker strip”, per i più intimi frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo sammaritano. Il 9 marzo del 1960 Tafuri, stanco ormai delle vessazioni a cui il giovane sottopone la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello, con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica della provincia di Caserta, lo colpisce con una sbarra alla testa. Gli conficca un punteruolo nel cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo scaraventa nella limacciose acque del fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. Nel carcere scrive il racconto della sua vita. Gli avvocati non riescono a farlo passare per pazzo. Rimarrà nella storia – non solo giudiziaria – il singolare consiglio dato ad un cliente che si era rivolto a lui, ed era preoccupato per la paura di essere stato contagiato da qualche virus, in seguito al rapporto che aveva avuto con un cane di grossa taglia, con il quale si era “accoppiato”. – “Fai quello che più ti piace fare… tanto il cane non ti giudica…”. – Fu un processo clamoroso, che vide alternarsi, nei quattro giudizi, avvocati di grido come Alfredo De Marsico, Errico Altavilla, Giovanni Leone, Luigi Bagnulo, Renato Cariota Ferrara, Ciro Maffuccini, Michele Verzillo, Giuseppe Marrocco, Alfonso Marftucci e Giuseppe Garofalo.
L’AUTORE
Ferdinando Terlizzi è giornalista, cronista giudiziario dal 1960. Già direttore responsabile dell’Agenzia giornalistica “Mediapress”. E’ editorialista dell’agenzia www.casertasette.it. Ha scritto articoli per: “Il Giornale del Mezzogiorno”, “Gazzetta di Caserta”, “Napoli Notte”, “Il Roma”, “Roma Sera”, “Il Tempo”, “Il Messaggero”, “Paese Sera”, “Il Mattino”, “Il Diario”, “Il Giornale di Napoli”, “CentoCittà”, “Il Corriere del Mezzogiorno”, ”Il Denaro”.- E’ stato Direttore responsabile delle Radio libere “Capys”, “Volturnia”, “Galatea”, “Mitreo”; delle tv libere: “Telecaserta”, “Canale 57”, “Teletifata”, “New Antenna Sud”. Dal 1983 al 1989 è stato responsabile dell'Ufficio Stampa della Confocooperative di Caserta. Dal 1979 e fino al 1992 è stato responsabile delle Relazioni Esterne del gruppo agro-alimentare "Unicoop". Dal 1982 al 1988 è stato ininterrottamente eletto nel consiglio direttivo dell'Associazione Stampa di Caserta. Nel 1983, da parte della Presidenza della Stampa Europea, gli è stato assegnato il premio internazionale di giornalismo "Aquila d'Oro", per una serie di reportages dall'estero. Nel 1984 ha ricevuto a Londra, dalle mani del giornalista Ruggero Orlando (mitico corrispondente Rai da New York), il titolo accademico di "Doctor in Economic and Commercial Sciences" in forza della laurea honoris causa conferitagli dall'Università americana "Pro Deo" di New York. Nel 1986 è stato nominato consigliere della Camera di Commercio di Caserta ed in tale veste ha fatto parte della redazione del periodico camerale e, successivamente, della Camera di Commercio Europea a Bruxelles. In seno alla stessa ho ricoperto l’incarico di capo ufficio stampa e direttore del periodico “Europe News”.
Ha collaborato con l’editore Tullio Pironti per la pubblicazione di “Teatro di Giustizia” e “La seconda guerra napoletana alla camorra”.
Dal 1992 al 1998 è stato direttore responsabile della rivista a tiratura nazionale "Detective & Crime". In tale veste, nel 1994, è stato inviato speciale presso la "World Ministerial Conference On Organized Transnational Crime", organizzata dall' Onu.(7 luglio 2006-23:38)