
MEDICINA: ANNUNCIATE NOVITA' DA MEDICI ASL CASERTA
Data: Sabato, 04 ottobre @ 21:24:15 CEST Argomento: Cronaca
Rivoluzione in camera operatoria, a
tutto vantaggio del malato. I pazienti che non sono stati
guariti dal bisturi vengono valutati da un gruppo di lavoro per
cercare di comprendere se siano state rispettate o non le
procedure dell'atto chirurgico, e ogni ospedale, piccolo o
grande, si deve dotare di questi gruppi di lavoro: la proposta
viene da una sessione di medici, opinionisti, filosofi, bioetici
e amministratori nelle prime battute del Congresso della
Società Italiana di Chirurgia che si apre domani a Napoli.
"In pratica - spiega il professor Carmine Lombari, capo
Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica dell'Azienda
Ospedaliera San Sebastiano di Caserta, che ha presieduto la
sessione - si vuole studiare l'errore in medicina imparando
dall'errore. Non vuol essere un processo ai chirurghi ma solo un
grande passo avanti per rendere più sicura la sala operatoria.
Sappiamo che c'è un gruppo di lavoro al San Raffaele di Milano,
ma l'idea è di introdurre la metodica in tutte le strutture
chirurgiche".
C'è già un esperimento in atto che investe tutta la
problematica medica e non solo quella chirurgica. Il dottor
Bruno Zamparelli, direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera
San Sebastiano di Caserta, annuncia che nella sua struttura un
gruppo di lavoro a giorni valuterà 1200 casi di pazienti
colpiti da ictus. Si vuol accertare se i medici hanno seguito
correttamente le linee guida di cui l'ospedale si è dotato. Non
vuol essere un processo ma un modo per cercare l'eventuale
errore e non ripeterlo più. Questa proposta si ispira a modelli
già in atto, con successo, negli Stati Uniti, in Canada, nel
Regno Unito e in Australia.
"L'approccio all'errore - dice Lombari - riconosce due
modelli: quello individuale e quello di sistema. Il primo vede
come target di riferimento la colpevolizzazione del singolo
professionista ed ignora qualsiasi responsabilità del sistema e
quindi non consente di comprendere appieno l'errore. Il secondo
concentra la propria attenzione sull'errore di sistema mirando a
monitorare le condizioni predisponenti all'errore stesso per
rimodellare il sistema organizzativo. In sintesi difendere il
sistema senza fare una medicina difensiva".
Dalle sessioni che precedono il Congresso anche un'altra
proposta destinata a far discutere. "Nel caso di un risultato
non positivo di un atto chirurgico, dove si dovesse accertare
che c'è stato un errore ma questo è da imputare non al singolo
ma al sistema, il danno dovrebbe essere coperto da chi ha la
responsabilità legale del sistema".
La proposta è così sintetizzata dal professor Lombari che
ritiene i tempi ormai maturi per fare chiarezza nella
responsabilità medica troppo spesso rubricata come malasanità.
E' un messaggio che dal Congresso di Napoli è rivolto al
magistrato che presiede la Commissione di Riforma del Codice.
Il Congresso della Società Italiana di Chirurgia, 5.000 i
partecipanti, disegna il bisturi del domani. Si attendono
annunci sui nuovi robot e, in particolare, sullo sviluppo della
nanochirurgia attraverso nanotecnologie, frutto dell'industria
informatica e robotica. Si parlerà anche di bioterrorismo e di
una malattia che ormai è sociale come l'obesità che per molte
persone, il numero è sempre crescente anche in Italia, si può
combattere non con le diete, ritenute troppo sacrificanti, ma
con un'operazione chirurgica.
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