CASERTA, OPERAZIONE MOLISE-CAMPANIA: DROGA IN CASSE DA MORTO
Data: Mercoledì, 13 luglio @ 20:44:25 CEST Argomento: Cronaca
Nascondevano la droga nelle casse da morto e nei carri funebri, per eludere i controlli e portare i carichi dalla Spagna sino a Napoli: da qui gli stupefacenti - eroina, hashish, marijuana ed ecstasy - venivano rivenduti in Molise, in Umbria e in Calabria a costi triplicati. Una perfetta organizzazione con base logistica nel capoluogo partenopeo, gestita da pregiudicati napoletani, e divisa in gruppi e sottogruppi formati da altri pregiudicati dell'alto casertano. E' quanto emerso dalla vasta operazione antidroga denominata 'Terra bruciata' e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Isernia, che hanno eseguito 17 delle 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Dda di Napoli, dopo che l'inizio dell'inchiesta era stato coordinato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, porto abusivo di armi ed estorsione. Il blitz è scattato alle 23 di ieri, con l'impiego di 200 militari dell'Arma, tra Isernia, Napoli, Caserta, Savona, Modena e Verona, diversi elicotteri provenienti da Pontecagnano (Salerno), cinque cani antidroga e 27 mezzi, ed è terminato alle 6 di questa mattina, svolgendosi interamente in Campania. Sono sei le persone ancora latitanti. Durante l'operazione uno dei pregiudicati arrestati, alla vista dei carabinieri, ha tentato di reagire tirando fuori una pistola. L'uomo è stato subito disarmato e ammanettato. Per trasportare la droga - ha riferito il Comando provinciale di Isernia nel corso di una conferenza stampa - l'organizzazione si serviva anche di auto cisterne e bisarche con vetture incidentate o usate. Individuato a Quagliano (Napoli) anche l'autosalone - la Pegolf Auto Sas - che forniva i mezzi: è stato per questo sequestrato con tutte le auto in esposizione, per un valore di 500 mila euro, e il titolare, Eugenio Guaglione, arrestato. Un ruolo chiave, secondo la ricostruzione degli inquirenti, lo avevano i cosiddetti 'trasportatori'. Si tratta di quattro persone della provincia di Napoli, Gerardo Cante, Alfredo Lamberti, Stefano Di Nardo e un quarto tuttora latitante, R. C.: assicuravano l'arrivo della droga a destinazione, sempre muniti di armi.
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