CASERTA, CAMORRA: UCCISO PERCHE' VOLEVA PENTIRSI
Data: Luned́, 23 maggio @ 20:05:59 CEST
Argomento: Cronaca




I carabinieri hanno arrestato uno dei principali esponenti del clan camorristico Massaro di San Felice a Cancello: si tratta di Antonio Carmine Massaro detto 'Caliseo 'o Minuccio' per i reati di omicidio pluriaggravato, detenzione e porto di armi, distruzione ed occultamento di cadavere. La vicenda riguarda una scomparsa per 'lupara bianca' di un giovane di Santa Maria a Vico, Roberto Affinita. L'Affinita era considerato 'scomparso' dal maggio del '98 quando dopo essersi allontanato dalla casa della fidanzata non aveva dato piu' notizie di se. Dai primi accertamenti dei carabineri emerse immediatamente l'ipotesi della 'lupara bianca', in quanto Affinita era considerato vicino al clan camorristico Massaro ma aveva manifestato l'intenzione di collaborare con la giustizia. Ipotesi che e' stata poi suffragata da alcune dichiarazioni di collaboratori. In sostanza, i componenti del gruppo camorristico avevano avuto il timore che Affinita potesse cominciare a lavorare con la giustizia e quindi fare confidenze importanti alle forze dell'ordine. Massaro, che all'epoca era il reggente del gruppo, ne decise l'eliminazione. Affinita venne attirato in una trappola, portato ad un incontro con Massaro, con Giovanni Turnacco e Antonio Ruotolo, quest'ultimo dopo qualche anno scomparso sempre a seguito di un'altra 'lupara bianca'. Affinita venne portato in una zona di montagna e quindi ucciso e, dopo aver fatto scempio del cadavere, fu bruciato in un bidone. Le indagini dei carabinieri di Maddaloni (Caserta) sono state rese possibili grazie alla scelta collaborativa di Turnacco (indagato nel procedimento a piede libero) nonche' dalle dichiarazioni di Francesco Massaro, Vincenzo Tardi e Antonietta Sgambato, che pur non avendo avuto ruolo attivo nella vicenda erano a conoscenza di numerosi particolari.





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