CASERTA: LA DIA GLI SEQUESTRA I BENI, IL TRIBUNALE LO ASSOLVE DALLA CAMORRA
Data: Venerdì, 22 ottobre @ 14:27:55 CEST
Argomento: Cronaca




La Dia gli sequestra beni ritenuti nella disponibilità sua e di suo fratello per un valore di un milione di euro; il giorno successivo il tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo assolve dall’accusa di associazione camorristica. Due giornate particolari per Giovanni Vargas, 31 anni, di Castelvolturno (difeso dall’avvocato Angelo Raucci), uno degli undici assolti nel processo per associazione camorristica, detenzione di armi, estorsioni, favoreggiamento e droga nato da una tranche dell’inchiesta “Spartacus 1” che ha prodotto anche un filone processuale davanti alla Corte di Assise dove lo stesso Vargas si trova imputato a piede libero (in quanto scarcerato dal Riesame) per l’omicidio di Genovese Pagliuca. Sedici, in totale, le condanne comminate dalla prima sezione penale (per complessivi 83 anni di pena) nei confronti degli imputati tra cui due pentiti. Si tratta di Mario Cavaliere (5 anni), Enrico Zupo (9 anni), Anna De Luise (2 anni e 6 mesi), Tessitore Maria Grazia (2 anni), Nicola Gargiulo (7 anni), Giuseppe Cantile (5 anni), Francesco Cantone (8 anni), Luigi Coscione (5 anni), Antonio De Luise (4 anni), Giuseppe Dell’Aversano (17 anni), Raffaele Grassia (1 anno e 6 mesi), Luigi Grassia (3 anni), Francesco Cirillo, pentito (1 anno e 10 mesi), Salvatore D’Alessandro, pentito (1 anno e 4 mesi) Giuseppe Setola (9 anni), Domenico De Luise (2 anni e 6 mesi). Assolti, insieme a Vargas, Giovanni Russo, Francesco Della Corte, Vincenzo Di Sarno, Vincenzo Golia, Luigi Cristofaro, Raffaele Maccariello, Nicola Zammariello, Alessandro Cirillo, Gaetano Pagano, Pasquale Apicella. Assolti, per altri capi di imputazione alcuni degli stessi imputati condannati. Gli arresti per 25 dei quaranta indagati dell’inchiesta furono eseguiti nel gennaio di tre anni fa. Secondo l’accusa, che prese in esame anche tre delitti commessi negli anni precedenti, gli imputati avrebbero fatto parte del clan di “Mazanotte” ovvero Francesco Bidognetti un tempo braccio destro dell'ex primula rossa di Casal di Principe Francesco «Sandokan» Schiavone. Nelle oltre cento pagine dell'ordinanza cautelare, la Direzione Distrettuale Antimafia prese in esame una serie di episodi criminosi tra cui tre omicidi di camorra i cui retroscena sono stati svelati dai collaboratori di giustizia Francesco Cirillo, Salvatore D'Alessandro, Dario De Simone e Raffaele Ferrara. Gran parte degli indagati furono accusati di associazione camorristica e a vario titolo anche di armi, droga, estorsione e favoreggiamento di latitanti. Tra gli omicidi presi in esame, quello del macellaio Genovese Pagliuca, maturato nell'ambito di un episodio con risvolti torbidi che nel 1995 fece scattare le manette ai polsi di Angela Barra e dei suoi fratelli e di Luigi De Vito. La donna, ritenuta legata sentimentalmente con Francesco Bidognetti, si rese protagonista – insieme al deceduto Giovanni Di Matteo (ex comandante dei vigili urbani di Teverola) - di un sequestro di persona ai danni di A.D.A., una ragazza che lavorava nella gelateria «Annabella» della Barra. Fonte





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