Caserta - Napoli 24 maggio 2022 - Il Riesame demolisce gli arresti della Dda sulle mazzette ai dirigenti delle ferrovie (Rfi). Su 34 arresti di cui 17 domiciliari sono già una quindicina le scarcerazioni o il passaggio dal carcere ai domiciliari. Cade anche l'accusa di associazione camorristica per la cucitura al clan dei casalesi che si era ipotizzata tra alcuni imprenditori e consulenti dal cognome scomodo e l'ex boss Francesco Sandokan Schiavone in carcere da 24 anni
Con l’annullamento dell’ ordinanza cautelare in carcere, decisa dal Riesame nei confronti dei fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone (il primo passa ai domiciliari ed il secondo è libero) e dei fratelli Dante e Pietro Apicella, sono quasi una quindicina (la metà degli arresti) le scarcerazioni relative all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia battezzata «Binario d’oro». Gli episodi contestati dai sostituti procuratori Antonello Ardituro e Graziella Arlomede (gip Giovanna Cervo), si collocano in un periodo che va dal 2007 al 2019. In particolare l'VIII sezione del Tribunale del Riesame di Napoli ha escluso l'associazione mafiosa per Nicola Schiavone, il consulente di 68 anni ritenuto vicino all’ex primula rossa dei Casalesi, Francesco Schiavone (in carcere da 24 anni) il quale, per gli inquirenti, avrebbe fatto confluire nella sua disponibilità denaro frutto delle attività illecite della cosca casalese. Restano in piedi però i reati di corruzione (di ex funzionari di RFI) e l'intestazione fittizia di beni. Sarebbero agli atti alcuni pizzini sui quali sono annotate ingenti somme di denaro (in alcuni casi anche superiori al miliardo di vecchie lire) e altri documenti contenuti in due cartelline sequestrate in una villa del Casertano recanti scritte come «Si può bruciare tutto, conteggi e promemoria Nicola e Teresa», l'altra con il testo «sono conteggi dopo da strappare». Materiale (tra cui anche fotocopie di assegni), in alcune parti anche criptato, che, secondo i magistrati inquirenti, dimostrerebbe la direzione che aveva preso parte del denaro di Sandokan. Difeso dagli avvocati Umberto del Basso de Caro, Giovanni Esposito Fariello, Guido De Maio e Stefano Montone, Nicola Schiavone ha respinto tutti gli addebiti mossi dagli inquirenti nei suoi confronti e si è detto vittima delle sue origini: è nato a Casal di Principe, paese del Casertano in cui è nato il capoclan Francesco Schiavone, detto Sandokan. Nei giorni scorsi erano stati scarcerati Antonio e Luigi Petrillo (difesi dall’avvocato Mario Caliendo), Angelo Massaro i cinque imprenditori Diana (avvocato Giuseppe Stellato), mentre c’è stata una riforma della misura cautelare per l’altro indagato Francesco Salzillo.