Acquacoltura e pesca. Prospettive dalla programmazione P.O. 2014-2020
Qualità del mare e pesca. Disponibili Fondi Ue per il rilancio del settore
Caserta / Napoli - Litorale Domizio, 18 aprile 2017 (di Michele Martucci per Casertasette – Telexnews.it) -
Dalle ripartizioni dei fondi dei fondi SIE, fondi Strutturali e di Investimento Europei, si evince che circa 537 milioni di euro, ripartiti su 4 obiettivi tematici, sono destinati alla pesca.
I fondi SIE possono essere utilizzati per migliorare le condizioni di accesso al credito delle imprese, per l'aggiornamento delle competenze dei lavoratori, per progetti infrastrutturali, e in generale per costruire quella serie di condizioni necessarie a fare del contesto europeo un ambiente favorevole all'innovazione e agli investimenti. Il Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (PO FEAMP) 2014-2020, in particolare, è un programma europeo fondato sulla base di una intesa che nel nostro caso sottende “l’Accordo di Partenariato Italia”. Il FEAMP muovendosi nell’ambito delle finalità della Politica Comune della Pesca, si prefigge, strategicamente, la promozione di pesca ed acquacoltura su un modello di competitività, redditività e sostenibilità ambientale. Ingenti sono le risorse disponibili. Il programma si propone, infatti, di migliorare la competitività della pesca e dell’acquacultura, di ridurre le emissioni di carbonio e di intervenire su dinamiche occupazionali.
Forte è il radicamento della pesca e dell’acquacoltura nella tradizione regionale ed altrettanto incisiva è l’attenzione dei tecnici del dipartimento competente della Regione Campania verso i Gruppi di Azione Locale nel settore della pesca (FLAG) al fine di individuare le più oculate strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD), nonchè per attirare gli investimenti privati e risorse comunitarie.
Il PO interviene a favore della valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, sia con azioni a favore delle comunità locali, sia con interventi di promozione di attività turistiche sostenibili, come pescaturismo e ittiturismo, cioè quelle attività che nel corso degli anni hanno caratterizzato paesaggi costieri, fluviali e lacustri.
Al cospetto di questa iniziativa di programma diverse sono le opinioni degli operatori di comparto raccolte sul territorio del litorale domizio, fortemente attento alle evoluzioni di sistema.
Tra i pescatori prevale, tuttavia, molto scetticismo. Molti lamentano la carenza di volontà della politica europea di migliorare realmente il sistema: “Non si può continuare a finanziare le dismissioni delle attività di pesca” dichiarano “la pesca va tutelata e non ridimensionata. Il nostro settore va difeso perché fa parte di un contesto economico molto ampio che coinvolge tutte le attività turistiche collegate al mare e ai territori circostanti. Inoltre le procedure legate a questi programmi comunitari sono troppo articolate e quasi sempre impongono una quota parte iniziale troppo alta a nostro carico.”
A tale rigida posizione si contrappone, tuttavia, un atteggiamento di talune associazioni di categoria più aperto alle novità imposte dalla UE e alla possibilità di guardare con occhio più benevolo alle dinamiche di settore.
“Il Feamp 2014-2020 - evidenzia, infatti, un tecnico – può rappresentare una grande opportunità per difendere la nostra pesca e ampliare lo sguardo verso ulteriori comparti come il pescaturismo e l’acquacoltura. Minimizzare l’importanza del progetto Bandiera Blu (che con 80 Milioni di Euro a disposizione delle comunità coinvolte mira alla balneabilità e riqualificazione della fascia costiera grazie agli interventi di collettamento e depurazione delle aree interne), nonchè le prospettive offerte dal nuovo PO rappresenterebbe un errore marchiano”.
“Discutere di Feamp” – prosegue – “significa affrontare il problema della tutela della risorsa marina in una dinamica di sostenibilità ambientale. Non può, infatti essere tralasciato un dato essenziale. Non esiste pesca che prescinda dalla qualità del mare. Va pertanto guardato con favore lo sforzo innovativo del nuovo strumento di programmazione. Il percorso intrapreso rappresenta, infatti, oltre ad una rinnovata opportunità in termini di competitività e salvaguardia ambientale, una novità in termini di socialità.
Il nuovo ciclo, infatti, coinvolgerà il patrimonio umano dei nostri operatori anche in un’ottica di incremento occupazionale.”
“E’, infatti, evidente” – conclude – “che lo strumento programmatico mettendo a disposizione del comparto cospicui fondi diventa una importante opportunità per un contesto che registra, oltre ad una qualità di mare a volte pessima, una evidente carenza strutturale in termini di tecniche di pesca, tracciabilità dei prodotti ed organizzazione tra i diversi operatori di comparto.
Per raggiungere l’obiettivo primario, cioè la valorizzazione del pescato, non appare possibile non cogliere le opportunità di un piano che, ispirato alla sostenibilità ambientale in connubio con quella economica, potrebbe, se colto nella sua dimensione più profonda, generare un prevedibile innalzamento della qualità della vita nelle zone costiere.”
Appare evidente che il pregiudiziale rifiuto di cimentarsi nel tentativo di cogliere le opportunità offerte, restituendo all’Europa i fondi messi a disposizione, si tradurrebbe in una resa del territorio.
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