CAMPANIA, SAN CIPRIANO D'AVERSA (Caserta), 13 marzo 2012 (Casertasette) - Il sindaco avvocato Enrico Martinelli aveva affidato appena nove giorni fa, su un quotidiano, la sua difesa circa la sua estraneità ai fatti contestati. Per una fortuita e inquietante coincidenza, il suo arresto è scattato dopo nemmeno dieci giorni. Ecco quanto scriveva nella sua precisazione il suo legale nella rubrica di un giornale nazionale (foto)
"L'avvocato Enrico
Martinelli, sindaco di
San Cipriano d'Aversa, non
ha mai favorito l'attività di
qualsivoglia clan camorristico,
tantomeno quello al quale
appartiene l'omonimo
boss. L'azione di contrasto
ai clan da parte dell'amministrazione
guidata dal sindaco
Martinelli è inequivocabile,
come riscontrato anche
dalla sentenza emessa dal
Consiglio di Stato
(n.6657/09) che, vagliando
l'attività amministrativa
dell'amministrazione nel periodo
2004-2008 sottolinea
la dimostrata "sensibilità
nei riguardi del contrasto alla
criminalità organizzata
che non può essere ignorata
e gli sforzi fatti per contrastare
il fenomeno mafioso".
Tale considerazione trova la
sua ragione nell'attività documentata
di contrasto al
clan nel riutilizzo dei beni
confiscati ai clan. In particolare
il sindaco Martinelli
provvedeva allo sgombero
dei beni confiscati ai boss
Spierto e Salzillo, le cui famiglie
continuavano ad abitare
in quei beni senza che nessuno
fosse mai intervenuto
prima; la messa in sicurezza
del bene confiscato proprio
al boss Martinelli, al fine di
salvaguardare la confisca,
in quanto il cedimento del
fabbricato avrebbe fatto venir
meno l'oggetto del provvedimento
di confisca stesso;
inoltre ha realizzato una
scuola materna nel bene
confiscato al boss Iovine Salvatore,
Uffici comunali nel
bene confiscato al boss Basco
Antonio, ambulatori Asl
nel bene confiscato al boss
Salzillo Antonio, lavori appaltati
e realizzati sotto l'amministrazione
Martinelli, sono
in corso: l'appalto per la
realizzazione della Caserma
dei Carabinieri nel bene confiscato
al boss Bardellino Ernesto,
ludoteca nel bene
confiscato al boss Reccia Stefano,
ed altri interventi ancora
in un settore scottante,
nevralgico per la lotta alla
criminalità organizzata, perchè
colpisce gli interessi economici
oltreché l'autorevolezza
del clan nel territorio
di appartenenza, tanto che
per anni, nel passato, nonostante
gestioni commissariali
e professionisti dell'antimafia
al governo della città,
nulla è stato fatto sul riutilizzo
dei beni confiscati, anzi
forse qualche reticenza su alcune
illegittimità, riscontrate
e risolte solo dal Sindaco
Martinelli e dalla sua amministrazione
come l'errore di
accatastamento sul bene
confiscato al boss Iorio Gaetano
denunciato dal Martinelli
all' Autorità Giudiziaria
competente e per questa
attività il sindaco di San Cipriano
subiva minacce, avverso
le quali esperiva denuncia
formale e per il quale
pende un procedimento
penale.
Sempre nella suddetta Sentenza
viene valutato anche
l'atteggiamento della Giunta
Martinelli di ripristino di
legalità nell'azione amministrativa
allorquando ha spostato
in un settore meno sensibile
(campo sportivo) prima,
e sospeso dal servizio
poi, il dipendente-vigile urbano
Iovine Giuseppe, fratello
di Antonio Iovine «’o
ninno», in servizio per quelle
funzioni al Comune di
San Cipriano per oltre
vent'anni, sospensione dal
servizio, a seguito di un mero
avviso di garanzia, atto
non previsto obbligatoriamente
per legge ma ritenuto
necessario come segnale di
legalità, senza se e senza
ma, in un territorio difficile,
che necessita di risposte certe
e chiare su cosa è giusto e
cosa è sbagliato. Il riordino
della macchina amministrativa
ha visto la sostituzione
nei settori sensibili dei funzionari
responsabili per sradicare
ogni ragionevole dubbio
di possibile influenza
della criminalità organizzata
nelle scelte della pubblica
amministrazione. Per
non parlare della sottoscrizione
del Protocollo di legalità
in materia di appalti e
della sinergia con la locale
Caserma dei Carabinieri, e
della regolarità amministrativa
e contabile della gestione
amministrativa che dovette
ribadire la stessa Commissione
d'Accesso nella
propria relazione (pag. 28
Rel. Comm. d'Acc.).
Per chi ha improntato la propria
condotta al contrasto -
nei fatti e non con le chiacchiere
- alla criminalità organizzata,
è sconcertante sentirsi
additare come colluso.
Si assiste al paradosso, nel
nostro Paese, in questo momento
storico, che chi realmente
contrasta i clan procurandogli
danni, ripristinando
la legalità nelle procedure
di gara degli appalti,
viene sommerso da valanghe
di fango mediatico, senza
che ad alcuno venga la voglia
di verificare negli atti,
di leggere i documenti che
provano le azioni delle persone.
Così nella presunta
storia dei pizzini mai recapitati
al sindaco Martinelli,
che altrimenti, come ha già
fatto in altri casi, vedi Iorio,
avrebbe immediatamente
sporto denuncia all'Autorità
Giudiziaria, basterebbe
una immediata verifica al
Comune di San Cipriano
per constatare che sotto
l'amministrazione Martinelli
ad esempio la ditta Mastrominico
(oggetto del pizzino)
non ha mai vinto alcun appalto,
nè tantomeno quello
per l'ampliamento del cimitero
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