CASERTA, CAMORRA: PRESO LATITANTE. ERA IL TERRORE DEI NIGHT DI MODENA
Data: Lunedì, 20 dicembre @ 19:04:55 CET
Argomento: Cronaca




SAN CIPRIANO D'AVERSA (Caserta), 20 dicembre 2010 (Casertasette) - C’era anche una foto del figlio minorenne, dosi di cocaina, settecento euro e una parrucca tra gli effetti personali sequestrati ieri dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta al latitante Sigismondo Di Puorto, latitante del clan dei Casalesi catturato dalla polizia in un’abitazione di San Ciprinano d’Aversa, uno dei comuni ubicato nel triangolo del regno delle cosche casertane. Erano tutti incensurati i cinque componenti del nucleo familiare che ospitavano il boss detto «Sergio»: padre, madre e tre figli (Pasquale Pellegrino, di 64 anni, i figli Antonio di 37, Marco di 24 e Francesco di 20 e la moglie Carolina d'Alessandro, originaria di Trentola Ducenta, ma residente a San Cipriano d'Aversa, di 63 anni). Sono stati arrestati il capofamiglia Pasquale e il figlio Marco, che dividevano la camera da letto con il latitante. Di Puorto è stato rintracciato nell'abitazione della famiglia Pellegrino in via Tagliamento a San Cipriano d'Aversa ed è stato bloccato dopo un tentativo di fuga sui tetti in pigiama. Al termine dell'inseguimento ha avuto una lussazione alla gamba. All'interno dell'abitazione dove era nascosto, in una camera da letto, sono stati rinvenuti, oltre ai suoi abiti ed effetti personali tra cui una foto del figlio minore, una parrucca, denaro e due dosi di sostanza stupefacente. Di Puorto era ricercato dal marzo scorso perchè destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il tribunale di Bologna in relazione ai reati di associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravate dall'avere agito al fine di agevolare l'organizzazione camorrista degli Schiavone. E’ accusato anche di lesioni ai danni di un imprenditore del casertano che si era trasferito in Emilia Romagna, preso a bastonate dal latitante perché si era rifiutato di pagare il pizzo al clan dei Casalesi. In particolare, si tratta di un’inchiesta del marzo scorso che portò all’arresto di 20 persone (sfuggì proprio Di Puorto) accusate di terrorizzare i titolari di night e locali nella zona di Modena gestiti spesso da campani. La base era in un garage della cittadina di Nonantola.





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