Rassegna Stampa
SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta), 27 ottobre 2010 - Tre pubblici ministeri di due diverse sezioni (Pubblica amministrazione e reati edilizi), quattro faldoni con migliaia di pagine riguardanti una corposa consulenza tecnica, decine di militari dell’Arma impegnati, 10 edifici (circa 200 appartamenti) e una serie di terreni, per un valore complessivo di 35 milioni di euro. Sono i numeri dell’operazione battezzata «Mattone Selvaggio» scattata ieri mattina a Orta di Atella
in località Astragata. I carabinieri del reparto territoriale di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Francesco Marra e dal capitano Domenico Forte, su ordine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno infatti apposto i sigilli – e provveduto a disporre una vigilanza armata per evitare eventuali occupazioni selvagge – al complesso edilizio in ordine al quale sono stati riscontrati abusi e cambi di destinazione di aree: da industriali in base al Prg, l’area è infatti diventata direzionale e di fatto residenziale. I dettagli dell’inchiesta, avviata lo scorso marzo, sono stati resi noti ieri dal procuratore aggiunto Raffaella Capasso, alla presenza dei sostituti Donato Ceglie, Carlo Fucci e Giuliana Giuliano, magistrati facenti parti delle due sezioni della Procura sammaritana guidata da Corrado Lembo. La lottizzazione abusiva – che ha determinato opere di trasformazione urbanistica del territorio in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici - è stata realizzata da tre imprese di costruzioni, la Ital Group srl, la Polar Costruzioni spa e l’Archedil Costruzioni srl, tutte con sedi nel vicino hinterland napoletano, i cui titolari hanno edificato in virtù di provvedimenti illegittimamente rilasciati da funzionari (ritenuti compiacenti) del Comune di Orta di Atella. I titoli abilitativi hanno autorizzato interventi diretti dei privati in zone prive di opere di urbanizzazione primaria (rete fognaria, viaria, idrica), e sono stati rilasciati in assenza di piani attuativi e di piani di lottizzazione, necessari invece per il tipo di intervento realizzato in quella zona. «Il sequestro preventivo – ha precisato il procuratore aggiunto Raffaella Capasso – non danneggerà né chi già ci abita né i terzi eventuali acquirenti in buona fede» mentre non è escluso che il complesso – dopo i successivi gradi di giudizio – essere acquisite come bene comunale. Ma la cementificazione selvaggia non riguarderebbe soltanto i duecento appartamenti sequestrati ieri: in una relazione della commissione prefettizia si parla di oltre 5000 appartamenti costruiti esclusivamente sulla base di speculazioni edilizie. Nell’inchiesta figurano tredici indagati accusati di abuso edilizio e abuso d'ufficio: tra questi ci sono anche i nomi di funzionari pubblici e titolari di tre ditte appaltatrici dei lavori che hanno ottenuto, da dirigenti pubblici compiacenti, il permesso a costruire con lottizzazioni abusive. Si tratta di Nicola Iovinella, Antimo Pedata, Domenico Sibilo, Arcangelo Ammirato, Pasquale Di Luise, Antonio Pellino e Angelo Saviano. E anche i compoenti di un'intera famiglia: Giovanni, Paolo, Raffaele, Rosa e Michelina e Anna Maria Bizzarro, proprietari di un terreno sul quale era stato dato un permesso a costruire, ma il titolo amministrativo poi era stato poi girato in favore di una ditta che non aveva rispettato il piano regolatore.
In una nota a firma del presidente Michele Buonomo, Legambiente plaude l’operazione e informa che «Il sequestro ad Orta di Atella è il tipico esempio di pianificazione urbanistica abusivamente studiata a tavolino». Una città abusiva, secondo l’associazione che fa sapere che « il cemento Atellano, in passato, è stato nel mirino della magistratura spesso con l’interessamento della criminalità organizzata» e che «in provincia di Caserta il cemento selvaggio la fa da padrone con oltre 15mila manufatti abusivi e circa 30mila richieste di condono edilizio»