CASERTA, 5 FEBBRAIO 2010 -
Interrogazione a risposta scritta 4-02496
presentata da
FRANCESCO FERRANTE
martedì 12 gennaio 2010, seduta n.309
FERRANTE - Al Presidente del Consiglio dei
ministri - Premesso che:
il 7 gennaio 2010 un detenuto del supercarcere di Sulmona (L'Aquila) si è suicidato nella sua cella. Si chiamava Antonio Tammaro, aveva 28 anni ed era originario di Villa Literno (Caserta). Il cadavere è stato scoperto in serata dagli agenti di custodia. L'uomo era sottoposto alla misura restrittiva della libertà personale per accertata pericolosità sociale;
il signor Tammaro, che occupava una cella da solo, era tornato in carcere mercoledì 2 gennaio dopo un permesso premio. Si è impiccato, legando le lenzuola alla grata della sua cella;
sulla vicenda il sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona, De Siervo, ha avviato un'inchiesta. Il detenuto è stato soccorso dagli agenti di Polizia penitenziaria, che lo hanno portato all'infermeria del carcere dove poco dopo sono arrivati i sanitari del 118, ma ormai l'uomo era già morto. Sul suo corpo sarà compiuta l'autopsia;
bisogna evidenziare che il supercarcere di Sulmona, che contiene oltre 500 detenuti, è tragicamente conosciuto come "il carcere dei suicidi": dieci, in quindici anni. Fra i quali anche quello della direttrice del penitenziario Armida Miserere, che si tolse la vita il 19 aprile 2003 sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. In tutti gli altri casi, i detenuti sono morti impiccati, come il giovane di Villa Literno;
il firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, che ha già presentato le interrogazioni 3-01079, 4-02449 e 4-02254, e ha firmato la mozione 1-00227 dei senatori Di Giovan Paolo ed altri, nelle quali si denuncia lo stato di degrado, di mancanza di diritti umani e di suicidi sospetti nelle carceri e nei Centri di identificazione ed espulsione italiani, si chiede quanti suicidi ancora debbano avvenire affinché il Presidente del Consiglio dei Ministri si decida a riferire in Parlamento sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere e nei Centri di identificazione ed espulsione in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette,
si chiede di conoscere:
se il Governo non intenda urgentemente attuare iniziative di competenza per supportare ed aiutare concretamente, anche attraverso l'avvio di un'indagine interna al carcere, il lavoro della Procura di Sulmona;
se non si ritenga oramai indifferibile riferire urgentemente sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere e nei Centri di identificazione ed espulsione in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette;
se si ritenga indifferibile, proprio per garantire i diritti fondamentali delle persone, la creazione di un osservatorio per il monitoraggio delle morti che avvengono in situazioni di privazione o limitazione della libertà personale al di fuori del sistema penitenziario e necessario che in tale osservatorio siano presenti anche le associazioni per i diritti dei detenuti e degli immigrati;
se non si intenda immediatamente stanziare fondi per migliorare la vita degli agenti penitenziari e dei detenuti in modo che il carcere, anche attraverso pene alternative, non sia solo un luogo di espiazione e di dannazione ma diventi soprattutto un luogo, attraverso attività culturali, lavorative e sociali, in cui i detenuti possano avviare un percorso concreto per essere reinseriti a pieno titolo nella società;
se si ritenga che all'interno delle carceri e dei Centri di identificazione ed espulsione siano garantiti i diritti fondamentali della persona.