ANTIMAFIA A CASERTA: PISANU INTERVIENE SU SCIOGLIMENTI COMUNI
Data: Giovedì, 30 aprile @ 16:36:49 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA, 29 APRILE 2009 - "Quanto affermato a Napoli dal procuratore, deve indurre tutti noi a riflettere, specialmente in vista delle prossime elezioni. E' necessario che ciascun partito si faccia l'esame di coscienza e controlli con grandissimo scrupolo le proprie liste per evitare infiltrazioni mafiosi tra i candidati. Noi del PDL lo faremo". Lo ha detto a Caserta il presidente dell'Antimafia, Beppe Pisanu, alla richiesta di un giornalista di commentare l'affermazione del procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, secondo il quale in Campania un politico su tre è colluso con la criminalità organizzata "Ma - ha ammonito Pisanu - bisogna stare attenti anche ad altro, perché non sono soltanto i legami con i politici che determinano i rapporti di grande compromissione tra la mafia e politica. Sono ancora di più i rapporti con gli amministratori, i funzionari, la burocrazia, perché sono rapporti più stabili consolidati nel tempo che la legge non persegue con la necessaria efficacia". "I partiti non debbono pretendere che siano le istituzioni ad evitare i rischi di infiltrazioni mafiose nelle liste per le prossime lezioni. Tocca a ciascun partito guardare in casa propria ma anche nelle liste degli avversari e se vede elementi inquinanti deve denunciarli. Avrà da guadagnare anche davanti agli elettori". Così il presidente dell'Antimafia, Beppe Pisanu, rispondendo ad una domanda a margine dell'audizione che la commissione ha tenuto nella Prefettura di Caserta, con i vertici delle forze dell'ordine e della magistratura di Terra di Lavoro. Pisanu ha anche auspicato che "si accenda una gara tra tutti i partiti politici per dar caccia ai sospetti candidati per difendere e far valere, invece, in qualsiasi lista si trovino, i candidati onesti e per bene, in grado di sottrarsi alle pressioni spesso assillanti dei mafiosi e combattere anche in questo modo la mafia in tutte le sue forme". "Il fenomeno della camorra casertana è così complesso ed allarmante perché si avvale anche di intrecci assai pericolosi con il mondo della politica, soprattutto locale, e della Pubblica Amministrazione. Un fenomeno preoccupante, che conosciamo da tempo ma che anche ci stimola a ricercare strumenti legislativi ancora più efficaci per combatterlo in tutte le sue manifestazioni". Lo ha affermato a Caserta il senatore Beppe Pisanu, presidente della commissione Antimafia. "Occorre una revisione della legge che prevede lo scioglimento dei consigli comunali collusi estendendo le misure di repressione a tutti i pubblici dipendenti in qualche modo coinvolti in questo genere di rapporti". Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia, Beppe Pisanu, a margine dell'audizione dell'Antimafia a Caserta. Secondo Pisanu, "non bisogna limitare l'impegno di lotta al fronte politico, perché il fronte più pericoloso è quello dei rapporti economici e finanziari che le grandi organizzazioni criminali hanno esteso a tutto il territorio nazionale ed all'estero. Attraverso questi rapporti gestiscono affari giganteschi, potenziando la loro organizzazione e soprattutto la loro capacità di corrompere l'economia legale e la stessa Pubblica Amministrazione".

IL PARTICOLARE. "La notizia più significativa ed al tempo stesso sconvolgente che ho ricevuto in questi tre giorni di permanenza della commissione Antimafia a Napoli e a Caserta è stata quella di una povera donna che ha rinunciato all'assistenza pubblica, di cui beneficiava, perché suo figlio di 12 anni aveva trovato un lavoro, ovvero di assistere un mafioso, nella sua vita di normale di illegalità". Lo ha rivelato, parlando con i giornalisti, il presidente della commisione Antimafia, Beppe Pisanu, a margine dell'audizione di oggi, nella Prefettura di Caserta con i vertici della magistratura e delle forze dell'ordine di Terra di Lavoro. "L'attività investigativa nei confronti di Michele Bidognetti, fratello di Francesco, detto 'Cicciotte e mezanotte', uno dei capi storici dei Casalesi, e ritenuto ancora al vertice di una fazione dell'organizzazione, ci ha confermato che agiva su impulso del fratello stesso e ci fa pensare che neppure le condizioni così severe di detenzione previste dal regime di 41 bis, riescono ad evitare che si stabilisca una qualche forma di comunicazione". Lo ha sostenuto, parlando a Caserta, con i giornalisti, a margine di una audizione, il presidente dell'Antimafia, Beppe Pisanu. "Sappiamo - ha aggiunto il parlamentare del Pdl - che questo avviene per segni, gesti, per ammiccamenti difficili da decifrare. Anche questo fatto, però - ha concluso Pisanu - ci deve indurre a pensare che anche le misure più severe vanno aggiornate perché la fantasia dei carcerati mafiosi non ha confini". "Il bilancio dei tre giorni di audizioni a Napoli e a Caserta è decisamente positivo. Abbiamo analizzato i problemi principali che dobbiamo approfondire ed abbiamo già individuato alcune iniziative di carattere legislativo da sviluppare". Così il presidente della commisione antimafia, Beppe Pisanu, commentando con i giornalisti gli incontri con i vertici di magistratura, forze dell'ordine e rappresentanti della società civile, svoltisi a Napoli e Caserta. "Debbo dire - ha aggiunto - che sono scaturite indicazioni, spesso molto interessanti, sulle quali rifletteremo seriamente per prendere poi decisioni". L'arresto di Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco, "é un nuovo brillante successo delle forze dell'ordine, ma al tempo stesso è un nuovo schiaffo al regime carcerario". Lo ha detto il senatore Giuseppe Lumia, componente della commissione Antimafia, al termine dell'audizione di oggi a Caserta dell'organismo parlamentare. L'esponente del Pd ha anche ribadito la necessità della riapertura dei penitenziari di Pianosa e l'Asinara che, ha spiegato, "insieme con altre 4 carceri ben attrezzate del Nord Italia, potrebbero dare una risposta inedita e funzionale ed impedire collegamenti dei reclusi al regine del 41 bis con l'esterno". Per Lumia, altresì, la durata delle pene deve cambiare. "Il Parlamento deve intervenire perché, tra l'altro, la breve durata delle pene di 4 o 5 anni, favorisce la riorganizzazione delle cosche. Occorre - ha aggiunto - il portare le pene per reati di mafia ad oltre 20 anni". Infine, il senatore ha anche auspicato la costituzione di un'agenzia per la gestione dei beni confiscati.





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