SCARCERAZIONE MARESCIALLO: NESSUN STRAPPO, REGOLARE ATTIVITA' GIP
Data: Domenica, 02 novembre @ 19:58:16 CET
Argomento: Cronaca




SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) – Nessun strappo tra gip e pm antimafia (non esiste e non dovrebbe esistere in quanto il giudice, infatti, è terzo ed è libero, o dovrebbe esserlo, di appiattirsi al fascino dell'accusa. Ecco perchè è chiesta da anni e da più parti, da autorevoli addetti ai lavori, la separazione delle carriere) per il caso del maresciallo Bolognesi. Si apprendono infatti altri particolari dalla precisa e articolata motivazione del gip sammaritano Stefania Amodeo.
Dichiarazioni del collaboratore inattendibili e modificate a distanza di una settimana da un precedente interrogatorio; narrazione “omissata” in più punti e assenza, negli atti processuali dove si leggono solo le risposte del pentito, delle precise domande formulate dal pubblico ministero. Sono alcuni dei passaggi riportati nelle 20 pagine del provvedimento con il quale il gip Stefania Amodeo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha scarcerato venerdi sera – dopo 10 ore di camera di consiglio – il maresciallo della stazione dei carabinieri di Pinetamare di Castelvolturno (Caserta) Alfonso Bolognesi, tirato in ballo come colluso con la camorra dal neo pentito Oreste Spagnuolo. Con lo stesso provvedimento, il gip Stefania Amodeo (lo stesso giudice che convalidò l’arresto di Alfonso Cesarano, indicato da un coloured come uno degli autori della strage di immigrati di Castelvolturno e poi scarcerato in quanto scagionato dallo stesso pentito e da alcune indagine difensive), non ha ritenuto convalidare nemmeno l’arresto di Mario Brancaccio titolare del bar Tropical di Pinetamare che avrebbe regalato dai 500 a mille euro al mese al militare per la copertura di una sala di videogiochi risultata nemmeno di proprietà dello stesso Brancaccio. Il giudice, nell’articolata motivazione, si sofferma anche su un presunto compenso – sottoforma di due costosi cellulari – ricevuto dal Bolognesi: dichiarazioni apprese dal pentito “de relato”. Tre versioni diverse che non hanno nemmeno trovato riscontro nella verifica presso il negozio di telefonia sulla domiziana indicato dal collaboratore. che l’ha riferito in tre versioni diverse. “Non va nemmeno sottaciuto che il pentito Spagnuolo, nel corso delle sue dichiarazioni – scrive il gip - non colloca temporalmente gli episodi che riferisce, se non, talvolta, in maniera del tutto vaga, impedendo dunque una verifica concreta e puntuale delle sue propalazioni. Ma, pur a volere obliterare il dato relativo all’attendibilità intrinséca (il cui vaglio è preliminare ed esonera il giudicante dal passaggio alla valutazione dei riscontri) – prosegue il gip – nessun solido elemento di prova, idoneo ad adeguatamente confermare l’attendibilità dello stesso in ordine alle circostanze riferite (solo indirettamente apprese) risulta offerto dalla pubblica accusa”. Il gip, infine, si sofferma sull’esigenza della custodia cautelare che nel caso del Bolognesi e del Brancaccio (“pericolo ipotetico e astratto”) è stata legata dall’accusa alla conoscenza di uno degli indagati delle indagini in corso: “C’è il rischio – conclude il gip – di legittimare l’uso dello strumento precautelare ogni qualvolta gli indagati fossero a conoscenza delle investigazioni a loro carico, circostanza sussistente nella maggior parte delle ipotesi”. (2 novembre 2008-19:58)





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