CASO CONTRADA: DOPO LA SCARCERAZIONE, L'INTERVENTO DELL'AVVOCATO LIPERA
Data: Domenica, 27 luglio @ 17:24:18 CEST
Argomento: Cronaca




CATANIA - Il Dott. Bruno Contrada, ex Dirigente Generale della Polizia di Stato (rango Generale di Divisione e/o Prefetto) ha trascorso la sua seconda notte agli arresti domiciliari. Oggi mi è sembrato più sereno e sembrerebbe abbia assorbito lo stress emotivo degli ultimi giorni (partecipazione all’udienza avanti il Tribunale di Sorveglianza di Napoli mercoledì scorso e successiva scarcerazione dell’altro ieri). Considerata conclusa questa prima fase dell’ incarico, ritengo doveroso comunicare quanto segue. Ho conosciuto il Generale Bruno Contrada (basta con questo “dottore”, che non è medico) il 15 dicembre dello scorso anno e in sette mesi lo abbiamo (io con tutti i miei collaboratori avvocati) in ogni sede. Al Tribunale di Catania per rappresentarlo quale parte civile in un processo penale a carico di due pregiudicati accusati di calunnia aggravata e continuata nei suoi confronti. Davanti alla Corte d’Appello di Caltanissetta, dove abbiamo presentato istanza di revisione per la nota sentenza di condanna a suo carico. Contro la decisione dei giudici nisseni abbiamo presentato tempestivo ricorso in Cassazione la cui udienza è fissata per il 7 ottobre prossimo. Davanti al G.I.P. di Caltanissetta, Dott. Ottavio Sferlazza, ove abbiamo chiesto e ottenuto di rigettarsi la richiesta di archiviazione del P.M. sull’esposto-denuncia presentato da Bruno Contrada il 27 marzo del 2007. Poi ovviamente lo abbiamo difeso ed assistito davanti ai giudici di Sorveglianza, Magistrato di Sorveglianza di S. Maria Capua Vetere e Tribunale di Sorveglianza di Napoli. Quest’ultima attività, che è stata la più stressante, si è conclusa, come è noto, positivamente il 23 luglio scorso con il provvedimento che, acclarate le gravi condizioni di salute del detenuto, ha disposto la detenzione domiciliare del Generale Contrada a Napoli. E’ il destino degli eroici generali della nostra Italia: anche Giuseppe Garibaldi, ancorchè anziano, era così temuto che coattivamente doveva dimorare nell’isola di Caprera, guardato a vista da due navi da guerra. Il tempo per Garibaldi fu galantuomo, in ogni città d’Italia vi è una sua statua che lo ricorda, confidiamo che lo sarà anche per Contrada, perché la verità è figlia del tempo. I giudici non si ringraziano, perché il decidere le sorti degli umani, sia esso condiviso o meno, è il loro dovere, e noi di solito non li ringraziamo mai, anche quando ci danno ragione. Ma in questo caso facciamo un’eccezione: con la detenzione domiciliare a Napoli dalla sorella Anna, anziché a Palermo dalla moglie Adriana, ci hanno scontentato e però noi li ringraziamo: perché siamo certi che Anna, molto più giovane del germano Bruno e della cognata Adriana (coetanea del marito) accudirà l’anziano e ammalato fratello con lo stesso massimo amore ma con le energie che soltanto un donna più giovane potrà dare. Quindi i Giudici ci hanno contraddetto ma ci hanno fatto un favore, per questo motivo eccezionalmente li ringraziamo. Sebbene la lotta per la Verità e la Giustizia continuerà fino al suo trionfo, la tappa raggiunta è stata difficile e riteniamo che valga la pena godersela. Sentiamo il dovere e il piacere di dovere ringraziare i tanti uomini e donne, giovani e anziani, famosi e non, che ci hanno manifestato solidarietà e anche nei momenti più difficile ci hanno fatto superare lo scoramento. Elencarli tutti è impossibile, per cui ne citeremo solo alcuni che emblematicamente li rappresentano tutti indistintamente. Grazie di cuore al Presidente Emerito della Repubblica Italiana Francesco Cossiga e all’allora deputato Silvio Berlusconi, oggi Capo del Governo. Con loro tutti i Deputati e Senatori, di destra e di sinistra, dell’ultima Legislatura e di quella attuale, che hanno manifestato pubblicamente attestati di solidarietà e di sostegno (tra i quali Amedeo La Boccetta, Francesco Storace, Stefania Craxi, Margherita Boniver, Peppino Caldarola, Emanuele Macaluso, Lino Jannuzzi, ecc.ecc.). Ringrazio tutti i medici che hanno svolto attività di consulenza medico-legale in favore della giusta causa: Prof. Silvio Buscemi diabetologo dell’Università di Palermo, Prof. Mario Barbagallo, geriatra Università di Palermo, Dott. Giuseppe Caruso medico legale di Catania, Prof. Carlo Torre, medico legale dell’Università di Torino. Un grazie particolare, sentito e commosso, alla Dott.ssa Agnesina Pozzi, medico consulente del Tribunale di Lagonegro (del resto unica donna medico che si è occupata di Bruno Contrada): Senza entrare nei dettagli mi è doveroso rilevare l’alta professionalità mostrata dalla dott.ssa Pozzi che è stata capace, unica fra tutti, ad individuare alcune gravi patologie con argomentazioni che si sono rivelate poi determinanti per il successivo convincimento favorevole di giudici di Napoli i quali, nella parte motiva dell’ordinanza di scarcerazione (citando la Pozzi), hanno ritenuto che “possono essere ravvisati i presupposti per addivenire ad un differimento della pena”. Ritengo che l’intervento di Agnesina Pozzi (profondamente umana nei confronti del detenuto-paziente Bruno Contrada) sia stato determinante e con ciò senza nulla togliere a tutti gli altri medici e docenti universitari. Tutti i professionisti di cui sopra hanno prestato la loro opera di consulenza senza percepire alcun compenso. Un ringraziamento va anche a tutti i giornalisti (della carta stampata, delle emittenti televisive, del web, delle agenzie di stampa), che hanno seguito con attenzione la vicenda giudiziaria e umana del Generale Bruno Contrada, che grazie a loro è stata seguita con attenzione e passione da tutta l’opinione pubblica italiana ed internazionale. Tanti ringraziamenti a tutti i miei collaboratori, dal più in alto in grado l’Avv. Grazia Coco al più giovane Dott. Patrocinatore Legale Davide Capizzi, che con me in sette mesi, sopportandomi nei momenti di rabbia e di nervosismo, hanno condiviso con me nottate di fatica, delusioni, passioni e gioia finale. Avv. Giuseppe Lipera P.S. Su formale incarico del Generale Contrada trasmetteremo copia degli articoli di stampa che riportano le infamanti e farneticanti accuse di Salvatore Borsellino alla Procura della Repubblica competente per i reati ravvisabili d’ufficio (minacce aggravate) mentre nei prossimi giorni verrà presentata contro il medesimo formale querela per diffamazione continuata e aggravata a mezzo stampa. (26 luglio 2008)





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