Parla Bassolino
CASERTA - "Davvero ce la si puo' fare a vincere la battaglia contro la camorra e per questo serve grande spirito di collaborazione tra tutte le articolazioni dello Stato, per incidere in modo profondo anche sulle collusioni affaristico-politiche ed espugnare in via definitiva le roccaforti della camorra. In questa direzione va anche l'accordo a cui stiamo intensamente lavorando col ministro Maroni, che firmeremo nei prossimi giorni, per riconvertire ad un uso civile e sociale i grandi beni confiscati ai clan". Lo dichiara il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. "L'operazione contro il clan dei Casalesi portata a termine dalla Dda di Napoli e dai carabinieri del comando provinciale di Caserta - prosegue il governatore - e' un altro colpo importante inferto dallo Stato a una delle organizzazioni criminali piu' feroci e pericolose presenti sul nostro territorio". "Le tante operazioni di contrasto che si sono succedute nel corso di questi mesi insieme alle recenti sentenze - conclude Bassolino - stanno mettendo sempre piu' in difficolta' la rete economico-affaristica della camorra campana".
Cosentino, lavoro eccellente
''Un lavoro eccellente, che premia la professionalita' e l'impegno quotidianamente profuso da magistrati, carabinieri, poliziotti e Guardia di finanza, che lontani dai riflettori e dai clamori della giustizia-spettacolo lavorano per riportare nell'alveo della legalita' un territorio che era sfuggito al controllo dello Stato''. Lo afferma il Sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, nel commentare l'operazione della Dda di Napoli contro il clan dei Casalesi. ''Un rigraziamento particolare - aggiunge il parlamentare - va al comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, colonello Carmelo Burgio, il cui lavoro di intelligence si e' rivelato di strategica importanza per la buona riuscita del blitz della scorsa notte''. ''Siamo convinti che proseguendo su questa strada, lo Stato imporra' le sue regole anche in quei luoghi dove l'inefficienza degli uomini e la colpevole assenza delle istituzioni - conclude Cosentino - ha permesso il nascere e il consolidarsi di fenomeni devianti che, va ribadito, non appartengono e non sono mai appartenuti alle tradizioni culturali di quest'angolo di Campania Felix''
Iervolino plaude Dda
Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino esprime il suo apprezzamento nei confronti della magistratura e delle forze dell'ordine, per i 17 arresti che hanno colpito il clan dei Casalesi, nel Caseratano. ''Gli arresti compiuti oggi dalla Dda di Napoli e dai carabinieri di Caserta - dice la Iervolino - colpiscono nel vivo una delle piu' pericolose organizzazioni criminali presenti sul nostro territorio''. ''Si tratta di un'operazione di vasta portata - ha aggiunto il sindaco di Napoli - attraverso la quale e' stato colpito il giro di affari illeciti gestito dai nuovi capi emergenti, con importanti ripercussioni che si avranno anche in citta'''. ''Ai magistrati ed alle Forze dell'ordine che hanno operato in efficace sinergia d'intenti - conclude la Iervolino - va tutto il nostro piu' vivo e sincero apprezzamento''.
Parla La Russa
Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso in un telegramma il suo compiacimento al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Gianfrancesco Siazzu, in relazione all'operazione condotta dai Carabinieri e conclusasi con l'arresto di trentadue esponenti del clan dei Casalesi. "Ho appreso con viva soddisfazione la notizia dello straordinario esito dell'operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Caserta in collaborazione con la direzione distrettuale antimafia di Napoli, conclusasi con l'arresto di trentadue esponenti dei clan dei casalesi -scrive La Russa - Le esprimo il mio vivo compiacimento che la prego di estendere a tutti gli uomini dell'arma che hanno partecipato alla brillante azione dando, ancora una volta, un'esemplare dimostrazione di efficienza e professionalita' ed evidenziando cosi' la forte presenza dello stato nella lotta alla criminalita' organizzata".
L'inchiesta
Trentadue ordinanze di custodia cautelare in carcere, diciassette arresti eseguiti, 10 notificati in carcere, in tre fuggono, due sono da tempo ricercati: vengono colpiti ancora i Casalesi. Fra i destinatari delle ordinanze, che riguardano due fazioni in guerra, anche i figli dei superboss. Nel mirino dei carabinieri del Comando provinciale di Caserta e della Dda di Napoli ci sono stavolta i 'Tavoletta-Cantiello' e la fazione capeggiata da 'Cicciotte e Mezzanotte', Francesco Bidognetti, recentemente condannato all'ergastolo nel Processo 'Spartacus'. Si tratta di 32 esponenti di primo piano dei due gruppi criminali, ritenuti dalla Dda gravemente indiziati a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, traffico di droga, ricettazione ed illecita concorrenza. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nelle prime ore di oggi dai carabinieri nelle province di Caserta, Roma, Modena, Arezzo e Firenze. Destinatari delle ordinanze, fra gli altri, Raffaele Bidognetti, 34 anni, figlio di Francesco noto come 'Cicciotto e Mezzanotte', e Paolo Schiavone, 26 anni, figlio di Francesco, 'detto Cicciariello', cugino e omonimo di 'Sandokan', quest'ultimo ancora ritenuto a capo dell'intera organizzazione. Le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi della guerra per il predominio delle estorsioni e dei traffici illeciti tra i due gruppi criminali, che, iniziata alla fine del 1993, ha provocato fino al 2004 oltre 15 morti. Le investigazioni sono state coordinate dai pm della Dda, Raffaele Cantone (nella prima fase dell'inchiesta), Catello Maresca e Annamaria Lucchetta. L'attivita' investigativa, secondo quanto hanno sottolineato, in conferenza stampa, il coordinatore della Dda Franco Roberti, ed il comandante provinciale dei militari di Caserta, Carmelo Burgio, e' stata condotta attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni, sequestri, pedinamenti; ed ha consentito, tra l'altro, di identificare presunti mandanti ed esecutori di una lunga serie di omicidi. L'indagine e' scattata dopo l'agguato a Massimo Iovine, del gruppo Bidognetti, e dopo quella che fu definita la 'strage di S. Michele'. Il 29 settembre del 2003 a Villa Literno, due sicari, appartenenti ai Tavoletta-Cantiello, uccisero due giovani, Vincenzo Natale, pregiudicato di 25 anni e Giuseppe Rovescio, 24 anni, entrambi carpentieri estranei alla camorra, e ne ferirono (in modo non grave) altri tre. Il duplice omicidio coincise, hanno spiegato gli investigatori, con la ripresa della faida, cominciata, gia' nel 1997, nell'ambito della stessa fazione dei Casalesi capeggiata da Bidognetti, dalla quale si scisse il gruppo Tavoletta-Cantiello. Seguirono altri agguati mortali: quelli di Michele Misso, Giuseppe Caiazzo, Domenico Ucciero, tutti del gruppo Tavoletta, di Stefano Aversano e di Antonio Di Fraia, del clan avverso. Sono stati anche accertati scambi di favori nell'esecuzione di omicidi e agguati in una stretta alleanza tra i Tavoletta-Cantiello ed il gruppo camorristico dei Contaldo, operante nella zona di Pagani (Salerno) e capeggiato da Nicola Fiore. In questa vicenda di scambi rientra la 'strage di S. Michele' alla quale avrebbe partecipato il salernitano Nicola Fiore, ed il duplice tentato omicidio del 9 novembre del 2003, avvenuto a Pagani nei confronti di Giacchino D'Auria Petrosino e del figlio Antonio. I gruppi camorristici in guerra imponevano non solo tangenti ad operatori economici, ma anche la fornitura di alcuni generi di prima necessita' da immettere nel circuito commerciale. (1 luglio 2008)