CAMORRA, VILLA LITERNO (CASERTA): 32 ARRESTI CLAN CASALESI
Data: Martedì, 01 luglio @ 08:38:26 CEST Argomento: Cronaca
CASERTA (Comunicato Arma Carabinieri) - Nelle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Caserta, Roma, Modena, Arezzo e Firenze, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’o.c.c. in carcere nei confronti di 32 persone, tutte elementi di vertice e di spicco del clan dei “casalesi” – gruppi Bidognetti e Tavoletta–Cantiello, operanti nell’agro aversano ed in specie nei comuni di Casal di Principe, Villa Literno e Parete, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione ed illecita concorrenza.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – Dr. Raffaele CANTONE, dr. Catello MARESCA e d.ssa Annamaria LUCCHETTA - e condotte dai Carabinieri di Caserta, hanno avuto avvio alla fine dell’estate 2003, con la c.d. strage di “San Michele” relativa al duplice omicidio NATALE – ROVESCIO ed il contestuale ferimento di altre tre persone, causata dal gruppo di fuoco costituito in seno alla fazione Tavoletta- Cantiello.
Tale efferato delitto coincise con la recrudescenza della guerra di camorra, in atto dal 1997 e scatenatasi nell’ambito del clan dei “casalesi” gruppo Bidognetti, dal quale si scissero i Tavoletta-Cantiello, supportati dagli Zara e dai Diana, che si ritenevano penalizzati nella spartizione dei proventi illeciti.
In particolare, nel 2003 veniva scarcerato BIDOGNETTI Raffaele, mentre per il gruppo avverso ZARA Nicola e CORVINO Daniele di Casal di Principe ed UCCIERO Massimo di Villa Literno. Immediatamente dopo, riprendeva, con notevole intensità, la faida di camorra tra le due suddette fazioni, che si era interrotta negli ultimi anni grazie alla carcerazione degli elementi di vertice delle rispettive famiglie.
In ordine cronologico si riportano:
- l’attentato commesso nel settembre 2003 in danno di IOVINE Massimo, capo zona dei bidognettiani sul comune di Villa Literno;
- alla fine del mese di settembre 2003, l’esecuzione della strage di “San Michele”, il cui vero obiettivo era il bidognettiano GALOPPO Francesco ed i cui responsabili sono stati individuati in TAVOLETTA Cesare, fu Pasquale, UCCIERO Massimo, CORVINO Daniele e FIORE Nicola, in concorso con DI FRAIA Antonio, deceduto;
- il 23 novembre 2003, in Villa Literno, la risposta della fazione bidognettiana con l’assassinio di MISSO Michele, ritenuto legato al gruppo TAVOLETTA. Responsabile di tale delitto è stato ritenuto IOVINE Massimo;
- il 13 dicembre 2003 a Casal di Principe, sulla strada statale Nola - Villa Literno, l’uccisione di CAIAZZO Giuseppe, affiliato al gruppo TAVOLETTA;
- il 22 gennaio 2004, in Villa Literno, l’assassinio, davanti alla propria abitazione, di UCCIERO Domenico, fratello di Massimo, tavolettiano. Anche in questo caso è stato ritenuto responsabile dell’evento omicidiario IOVINE Massimo;
- il 14 aprile 2004, in Villa Literno, l’omicidio di AVERSANO Stefano, vicino al clan Bidognetti. I responsabili del grave fatto di sangue venivano individuati in DELLE DONNE Mauro e DI FRAIA Antonio, entrambi deceduti;
- il 27 maggio 2004, sempre in Villa Literno, l’assassinio di DI FRAIA Antonio, affiliato al gruppo TAVOLETTA.
L’attività investigativa permetteva, altresì, di evidenziare la stretta alleanza esistente tra i Tavoletta-Cantiello ed il gruppo camorristico dei CONTALDO, operante in Pagani (SA) e capeggiato da FIORE Nicola. In particolare emergono tutta una serie di scambi di favori “criminali” nell’esecuzione di vari omicidi e tentati omicidi. Tra questi si evidenzia l’omicidio NATALE-ROVESCIO, a cui partecipò il FIORE, ed il tentato omicidio in danno di D’AURIA PETROSINO Gioacchino e di suo figlio Antonio, avvenuto in Pagani il 9 novembre 2003, i cui autori furono identificati in UCCIERO Massimo e DI FRAIA Antonio.
Peraltro, nell’arco dell’indagine, venivano accertate una lunga serie di azioni intimidatorie, che avevano creato non poco allarme sociale nella popolazione dei comuni colpiti dalla faida.
Ed infatti il 03 novembre 2003 venivano esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’autovettura Renault “Clio”, in uso alla madre di UCCIERO Massimo, parcheggiata davanti all’abitazione di proprietà. In data 16 marzo 2004, venivano esplosi diversi colpi d’arma da fuoco nella piazza antistante il Municipio di Villa Literno. In data 18 Marzo 2004, venivano esplosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione di DI FRAIA Antonio, in Villa Literno. Ed ancora, in data 11 maggio 2004, sempre in Villa Literno, DELLE Donne Mauro, che si trovava a bordo dell’autovettura Fiat Punto, di proprietà di DI FRAIA Antonio, scampava ad un agguato tesogli da componenti del clan avverso. Nella notte del 9 novembre 2004, in Villa Literno, un commando incendiava il furgone di proprietà di UCCIERO Vincenzo, soprannominato “cul’ e’ papera”, parcato sotto l a sua abitazione. Lo stesso gruppo attendeva poi oltre venti minuti che il predetto uscisse, al fine di tendergli un agguato mortale. L’azione di fuoco, tuttavia, non sortiva l’esito sperato dai camorristi, che comunque, prima di allontanarsi, esplodevano ben 14 colpi d’arma da fuoco contro il cancello d’ingresso dell’abitazione dell’UCCIERO.
Nel contesto investigativo, condotto quasi elusivamente attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché con l’attuazione di tradizionali metodi d’indagine, quali perquisizioni, sequestri, pedinamenti ed assunzione d’informazioni, è stato possibile evitare ulteriori più gravi fatti di sangue e conseguire rilevanti risultati operativi.
Il 9 dicembre 2003 veniva interrotto un “summit” di camorra in atto presso l’abitazione dei genitori di UCCIERO Massimo in Villa Literno, a cui partecipavano il cognato di quest’ultimo, ARRICHIELLO Vincenzo, UCCIERO Vincenzo, cugino ed omonimo del più noto VINCENZO “cul’ e’ papera”, DI FRAIA Antonio ed un killer inviato da CORVINO Daniele, identificato in ANCONA Ernesto. Nella circostanza vennero sequestrate due pistole e quattro caricatori ed arrestato l’ARRICHIELLO, che si assunse la responsabilità della detenzione illegale di tutte le armi rinvenute.
Il 15 maggio 2004, in Villa Literno, personale del locale Comando Stazione Carabinieri traeva in arresto DELLE DONNE Mauro, DI FRAIA Antonio e UCCIERO Vincenzo, responsabili di detenzione abusiva di un fucile d’assalto AK 47 Kalashnikov, di una pistola a tamburo cal. 38 e di due pistole cla. 7,65 con matricola abrasa, da utilizzare verosimilmente in agguato camorristico.
Altro rilevante aspetto su cui si è concentrata l’indagine è la massiccia azione estorsiva posta in essere dai due gruppi camorristici, a tal punto che alcuni operatori economici si vedevano costretti a pagare tangenti ad entrambe le fazioni. Tra le numerosissime attività vittime di estorsione, va segnalata una nota farmacia liternese, costretta a pagare ingenti somme tre volte all’anno, generalmente coincidenti con le festività natalizie, pasquali e ferragostane.
Le investigazioni facevano inoltre emergere il tentativo di espansione territoriale che, in specie il gruppo Bidognetti, stava ponendo in essere proprio nella gestione delle estorsioni. A tal proposito va evidenziata la contestata estorsione all’impresa edile “RIVA BIANCA” riconducibile alla famiglia SCHIAVONE, che nel mese di gennaio 2004 stava effettuando lavori di sistemazione stradale nel comune di Mugnano di Napoli (NA). Per tale richiesta, SCHIAVONE Paolo, figlio di Francesco, alias “Cicciariello”, accompagnato da LUBELLO Giovanni, genero di BIDOGNETTI Francesco, si era recato presso l’abitazione sita in parete di BIDOGNETTI Raffaele, per chiedere uno sconto sulla tangente da versare, in nome e per conto del titolare della predetta società, legato da vincoli di parentela agli stessi SCHIAVONE.
Peraltro l’ingerenza dei Bidognetti e dei Tavoletta-Cantiello nella gestione della realtà economica dell’area casalese e liternese si era concretizzata anche attraverso l’imposizione di alcuni generi di prima necessità, quale la carne suina, bovina ed avicola alle varie macellerie della zona, turbando in tal modo la libera concorrenza di mercato.
Un ulteriore aspetto che tale indagine ha disvelato è stato il massiccio uso di sostanze stupefacenti, cocaina, ecstasy ed hashish, che molti elementi dei due gruppi assumevano personalmente. Peraltro la droga era divenuta preziosa merce per incamerare ulteriori consistenti flussi di denaro, attraverso il voluminoso traffico che il gruppo Tavoletta-Cantiello, nella persona di CORVINO Daniele, gestiva tra l’area napoletana e l’Emilia Romagna. Anche in questo caso rilevanti risultati sono stati conseguiti dalla polizia giudiziaria, con il sequestro di oltre 300 gr. di sostanza stupefacente presso l’abitazione di ESPOSITO Luciano, in Aversa, ed il suo conseguente arresto.
Gli arrestati, non già detenuti, sono stati associati presso le competenti Case Circondariali. (1° luglio 2008-08:30)
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