Caserta - (contributo di Giuseppe Sangiovanni) -
Un’ottantasettenne disabile costretta per circa tre mesi a camminare appoggiandosi a una stampella mezza rotta e una sedia in attesa della visita fisiatrica, richiesta il 10 luglio e prenotata per il 27 settembre. Circa tre mesi per una visita fisiatrica, senza la quale non sarebbe stato possibile ottenere la sostituzione di una stampella rotta. Intanto l’ottantasettenne Anna Maria Capuano, nata a Macerata Campania, ma residente a Caiazzo con la figlia Elena De Matteo, è costretta ad arrangiarsi, appoggiandosi a una sedia ed all’altra stampella, già rotta ma fermata alla meglio con ferro e nastro adesivo dalla figlia, disperata nel vedere la mamma, a suo avviso, considerata relitto umano dai burocrati dell’Asl 33 (Marcianise). Questa la denuncia giornalistica che potrebbe finire all’attenzione dei media nazionali- costringendo i burocrati a vestirsi di umanità: a che serve una visita fisiatrica, comunque pagata dai contribuenti, se, fra tutti gli acciacchi, la vecchia si ritrova una gamba rotta e visibilmente deformata, che sicuramente non potrà raddrizzarsi nella “quarta gioventù”? E dire che presso la sede del distretto Asl 33 la malcapitata si era recata con un certificato del dottor Attilio Iodice di Macerata Campania, medico familiare che, previa scrupolosa ed accurata visita, aveva attestato l’indispensabilità delle stampelle, senza le quali la vecchia non avrebbe potuto recarsi neanche in bagno. A nulla sarebbero valsi neanche i buoni auspici di un patronato, anzi, a quanto riferito, di fronte alle suppliche almeno per anticipare la visita, la donna si sarebbe vista sbattere la porta in faccia da un’impiegata che anche in altre occasioni si sarebbe mostrata scostante, ovvero insensibile alle problematiche delle persone ammalate. Possibile che per una banale visita fisiatrica, finalizzata semplicemente a confermare l’invalidità della vecchia non per percepire un’indennità pensionistica ma semplicemente per la sostituzione di una stampella rotta, occorra tanto tempo? Ed a che può servire una visita se il trauma della vecchia è palese al punto che l’Asl le aveva già fornito due stampelle, evidentemente poco resistenti, cioè inadeguate, se nessuna delle due ha retto il suo peso? Possibile che nel terzo millennio una vecchia debba poggiarsi a una stampella legata con ferro filato e una sedia anche per andare in bagno, col rischio di cadere e infortunarsi gravemente? (24 settembre 2006-16:04)
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