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CASERTA, SALUTE MENTALE: LA ASL CE 2 POTENZIA CASTELVOLTURNO


Nella programmazione della ASL CE/2, diretta dalla Dott.ssa Angela Ruggiero, e in particolare nella progettualità del Dipartimento di Salute Mentale, figura l’istituzione di un’Unità Operativa di Salute Mentale (UOSM) a Castel Volturno che funzionerà con un’intera équipe di lavoro stabile, composta da diverse figure professionali e che sarà dotata di spazi ambulatoriali e riabilitativi autonomi. Il gruppo di operatori del Dipartimento di Salute Mentale, diretto dalla Dott.ssa Tiziana Celani, che avvierà questa attività nel territorio è coordinato dal dott. Giuseppe Ortano e si avvale del dott. Arturo Letizia, psicologo e di Gabriele Bonavolontà, tecnico della riabilitazione. L’équipe opererà in stretta collaborazione ed integrazione con la UOSM di Capua, diretta dal Dott. Aldo Mariano che da diversi anni sta lavorando in questo senso per fissare le basi di una rete per la salute mentale più forte in questa realtà sociale particolarmente complessa e di difficile approccio. Forte è infatti a Castel Volturno il disagio individuale e collettivo, sanitario e sociale; forte la disgregazione sociale e familiare; forte il rischio che la dolorosa esperienza della migrazione diventi sofferenza psichica cronica e crisi psichiatrica e che assuma le caratteristiche di un fenomeno sommerso e non approcciabile o che possa essere affrontata con categorie etnocentriche e pratiche inadeguate. Quali gli strumenti principali della nuova presenza pubblica a Castel Volturno? Le risorse, anzitutto: personale dedicato (psichiatra, psicologo, terapista della riabilitazione) e personale collaborante (sociologo, mediatore culturale) ma ne è anche parte la possibilità di accedere a un fondo speciale regionale finalizzato al miglioramento della rete assistenziale per la salute mentale, che sarà destinato all’acquisto di attrezzature e materiali per allestire un punto di ascolto e di attività ambulatoriali. Poi il potenziamento delle attività preesistenti: l’ambulatorio di salute mentale del distretto 40 e l’attivazione di un nuovo ambulatorio dedicato ai migranti da collocare presso il Centro Fernandes, struttura della Caritas di Capua. La Ricerca con l’ istituzione formale di un osservatorio epidemiologico sulle problematiche psicologiche e psichiatriche connesse all’esperienza migratoria e alle diversità culturali, per le rilevazioni connesse all’individuazione dell’area del bisogno, per lo studio delle strategie di cura e mediazione culturale, per le attività di ricerca e formazione sui temi dell’antropologia medica e dell’etnopsichiatria Ed infine la creazione di una rete sinergica con il volontariato esistente, mediante la stipula di protocolli di intesa con associazioni quali: la cooperativa sociale “ARCA”, già operante nel territorio di Castelvolturno sui temi del disagio minorile, dell’handicap e delle fasce deboli in genere, destinataria di beni confiscati alla camorra e che assicurerà al DSM l’uso gratuito di un appartamento per attività di ascolto ed orientamento della domanda, avvio di gruppi di familiari e di auto-aiuto; e con cui sono previsti momenti di formazione e aggiornamento comune aperti alla cittadinanza; il Centro Fernandes, l’Associazione di Volontariato Medico Jerry Masslo, l’organizzazione Umanitaria Internazionale Medici senza Frontiere, la Rete Sociale Il Bilanciere. Tutte realtà associative da tempo radicate nel territorio e operanti nei settori della prima accoglienza degli stranieri e degli interventi sanitari di medicina di base, del segretariato sociale, della tutela dei minori e delle fasce deboli. Scheda di approfondimento: CASTELVOLTURNO: UN ESTESO APPRODO DI UNA DERIVA SOCIALE COMPOSITA E INARRESTABILE. Perché un servizio di salute mentale stabile a Castel Volturno, che oggi è parte integrante del territorio già servito dalla Unità Operativa di Salute Mentale di Capua? Perché stiamo parlando di una comunità che presenta una serie di rilevanti fenomeni di mobilità sociale e migratori: i circa 5.000 residenti del 1980 diventano 20.000 nel 2005, ma almeno 35.000 secondo la stima di autorevoli operatori del volontariato impegnati in attività di accoglienza. Una realtà sociale complessa e di difficile approccio che si caratterizza come esteso approdo (territorio comunale di quasi 30 km. lungo il litorale domizio) di una deriva sociale composita e inarrestabile: l’enorme saldo positivo è dato da «terremotati» del 1980 e del bradismo di Pozzuoli; sfollati dalle aree metropolitane e sub-metropolitane campane affamati di alloggi a basso prezzo; pluri-etnici e pluri-cromatici flussi di stranieri occupati in lavori agricoli sottopagati o in lavori domestici, spesso a un tempo vittime e carnefici di organizzazioni criminali campane e straniere, dediti alla pratica e allo sfruttamento della prostituzione, al consumo e allo spaccio e di droghe, alla manovalanza criminale. In un’indagine svolta dal servizio di salute mentale di Capua nel 1998, volta a studiare il fenomeno della psichiatrizzazione del territorio di Castelvolturno, si è riscontrata la presenza di una quindicina di «case-albergo», che ospitano più di duecento persone provenenti da tutta la Campania, tra cui una settantina con storie e carriere prevalentemente psichiatriche (diagnosi psichiatriche severe e lunghi o lunghissimi periodi trascorsi nelle Cliniche private, in Ospedale Psichiatrico o in Ospedale Psichiatrico Giudiziario), che propongono nei fatti una sorta di istituzione manicomiale diffusa. Ma a Castel Volturno si è riscontrata anche la presenza di una forte e articolata rete di servizi del privato sociale e del volontariato, laico e religioso, sociale e sanitario, che ha parzialmente compensato l’insufficiente presenza dei servizi pubblici. (Il servizio è a cura di Alessio Maione, sociologo DSM ASL Ce2)

Caso Carratù: la salute è senza colore politico

«C'è bisogno di maggiore competenza nella sanità locale. Nella sanità in genere le competenze sono difficili da trovare, ma nella nostra sono quasi radicalmente assenti». A parlare é la signora Marisa Andreozzi, madre di un ragazzo di 24 anni disabile gravissimo, rivolgendosi a tutti i partiti di destra e di sinistra. «Molto spesso avere un direttore generale di un'ASL di qualità è veramente difficile. La colpa è di noi cittadini che abbiamo male abituato tutta la politica ed abbiamo fatto diventare le ASL serbatoi di voti. La diretta conseguenza è l'eccessiva politicizzazione delle ASL, che diviene la causa principale dello sfascio della rete ospedaliera e dei servizi sanitari e sociosanitari Budget di Cura, con tagli progressivi ai servizi utili alla cittadinanza e bilanci sempre più in rosso. La situazione non è più sostenibile, bisogna eliminare da subito tutti gli sprechi. Bisogna eliminare velocemente tutte quelle consulenze costosissime quanto inutili. Ma giù le mani dai servizi indispensabili per il cittadino al quale va riconosciuto in base alla Costituzione Italiana il diritto alla salute! Noi genitori del Carratù vogliamo una Sanità che funzioni veramente. Quindi chiediamo a tutti i partiti politici di destra e di sinistra di fare almeno un passo indietro per consentire alla qualità dei servizi sanitari e sociosanitari di fare almeno un passo in avanti. Questo stiamo chiedendo al Ministro della Salute, ai Senatori, agli Onorevoli, alla Regione Campania, ai Sindaci di 43 Comuni afferenti al territorio dell'ASL CE/2, ai partiti politici, al terzo settore. Per questo motivo abbiamo iniziato una petizione popolare, dato che vogliono ricordare ai politici che la salute non ha colore ed i cittadini sono Sovrani e non Sudditi della Repubblica Italiana, siamo di conseguenza convinti che la nostra iniziativa sarà un vero plebiscito in favore dei diritti dei cittadini utenti e dei disabili gravissimi».(22 settembre 2006-14:32)

 
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