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S. MARIA C.V. (CASERTA), PRG E PUC: DI PATRIA 'I LUMINARI DI IODICE'


(di Alfredo Di Patria, Architetto) - Le questioni che ho sollevato in un mio recente articolo sul tema in oggetto erano semplici e chiare: eppure sono rimaste senza risposta. Primo. Il PUC all’ordine del giorno è un piano regolatore nuovo di sana pianta?, o è una modifica più o meno pesante dello strumento urbanistico elaborato e consegnato quattro anni fa dal prof. Francesco Forte? Ed in questa seconda ipotesi, chi lo firmerà? Forte? Il professionista/ i professionisti autori della “variante”? l’uno e gli altri assieme? Secondo. Come si spiega che un “luminare dell’urbanistica”, come continua (bontà sua!) a definirlo il sindaco Iodice, non sia stato capace di elaborare uno strumento urbanistico adeguato alle esigenze della nostra città? Queste esigenze gli furono chiaramente esposte a tempo debito, ma l’illustre professore non ne volle tenere conto? E perché? Viceversa queste esigenze non gli furono prospettate, ovvero si sono manifestate dopo la redazione del piano? Terzo. Ma quali sono queste benedette esigenze delle quali non avrebbe tenuto conto il prof. Forte? Vogliamo esplicitarle, affinché ignari cittadini ne sappiano finalmente qualcosa, si formino un opinione, esprimano il loro parere, visto che si tratta di scelte che riguardano l’uso del territorio, la qualità dell’ambiente, le forme e le prospettive della vita sociale ed economica dell’intera comunità sammaritana? O vogliamo che questi argomenti restino appannaggio di pochi “ministri del culto” e qualche “addetto ai lavori”? Il neo assessore all’urbanistica, che ha preso a cuore la questione del PUC tanto da farne attualmente a quanto pare l’oggetto esclusivo della sua attività politico-amministrativa, sostiene che il piano regolatore di Forte è un << prodotto di elevati contenuti teorici>> (anche lui si prodiga nelle lodi!..), ma subito dopo aggiunge che quello strumento è <>. Ed in proposito accenna ad una maldestra spiegazione: <<…la città negli ultimi sei sette anni si è modificata, la proposta del docente universitario non è calzante>>, si lamenta. Come se il modificarsi della nostra città dal 2000 (data dell’incarico a Forte) ad oggi sia stata responsabilità del professionista e non il risultato di una valanga di concessioni edilizie rilasciate dalla A. C. di S. Maria C. V.. Il neo assessore peraltro riconosce che, al punto in cui siamo, condurre in porto il PUC di S. Maria C. V. è una impresa ardua per la complessità e l’intreccio dei problemi da affrontare; ma seraficamente annuncia che sta pensando di affidare il compito di quadrare il cerchio, laddove non ci è riuscito un luminare dell’urbanistica, nientemeno che… a giovani professionisti sammaritani. (Si spera almeno che tra questi non vi sia chi partecipò al boicottaggio dell’attività che avrebbe dovuto portare alla formazione del nuovo piano regolatore!) Ma nulle dice a proposito delle questioni di merito. Per quale e per quanta popolazione si intende ora dimensionare il piano urbanistico di S. Maria C. V.? e per l’insediamento di quali attività e provenienti da dove? Quali strategie e cautele adottare affinché la nostra cittadina non corra il rischio di diventare un quartiere dormitorio dell’area metropolitana napoletana? Qual è l’effettiva ampiezza da riconoscere al Centro Storico di S. Maria C. V.? ,e quali operazioni si intende consentire nel suo ambito? Come sanare la carenza pregressa di attrezzature pubbliche e come risolvere alcune puntuali criticità del traffico urbano, derivanti anche dalla ubicazione irresponsabilmente consentita ad attività a forte richiamo di pubblico ed a impianti incompatibili con l’immediato contesto in cui sono inseriti? Che ruolo può ancora avere la “valorizzazione” del patrimonio archeologico (quello vero, non le ricostruzioni alla Disneyland tipo PIT “Città della Storia) in una città che ha continuato protervamente, anche nei tempi più recenti, ad umiliare le vestigia del suo passato più illustre? Che futuro produttivo può ancora sperare di avere la nostra cittadina che in tutti questi anni ha perso strutture e ruolo nell’industria, nell’artigianato, nel commercio e nell’agricoltura, fino a ridursi a cittadina napoleonica, burocratico amministrativa, che solo dal Tribunale e dalla rendita ricava ancora un po’ di ricchezza ed elargisce mezzi di sussistenza (ma non per tutti!...)? Che fine faranno nel prossimo PUC le aree dell’ex SIEMENS, del Tabacchificio e di altre attività produttive dismesse? Di che camperemo noi sammaritani? Finora, dalla data del suo insediamento (inatteso, per la verità dati i precedenti rapporti politici non del tutto idilliaci con l’amministrazione Iodice!...) il neo assessore all’urbanistica si è compiaciuto di slogan e di annunci (Iodice docet…), ma non ancora ha detto ai sammaritani concretamente che cosa intende fare sulle questioni di cui sopra. Siamo in attesa. (6 settembre 2006-13:28)

 
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