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PREMIO LETTERARIO MINERVA: ALL'OPERA DI BRUNO ARPAIA TREMILA EURO


È Il passato davanti a noi di Bruno Arpaia il romanzo vincitore della prima edizione del Premio Minerva “Letteratura dell'impegno”. Lo ha annunciato ieri sera la presidente dell’Associazione Culturale Minerva, Bianca Granata Guadalupi, promotrice del Premio in collaborazione con la Regione Campania e con il Comune di Giugliano in Campania, nel corso della cerimonia di premiazione tenutasi a Palazzo Palumbo di Giugliano in Campania. Presenti il presidente, Generoso Picone, e i componenti della Giuria tecnica Francesco Costa, Antonio Pascale, Francesco Piccolo, Generoso Picone (assenti per impegni improrogabili Diego De Silva e Domenico Starnone), che avevano selezionato tre opere finaliste - Un anno di corsa (Sironi), scritto da Giovanni Accardo; Il passato davanti a noi (Guanda), di Bruno Arpaia; Le risorse umane (Feltrinelli), romanzo di Angelo Ferracuti – sottoposte poi al giudizio dei 102 lettori dell’Associazione Minerva che, nella serata conclusiva, hanno votato i tre testi proposti e decreto il vincitore. Il sindaco di Giugliano Francesco Taglialatela ha consegnato i riconoscimenti ai tre scrittori: al primo classificato 3.000 Euro, al secondo e al terzo 1.500. L’intento della prima edizione del Premio Minerva “Letteratura dell'impegno” è dare risalto a opere nuove di narrativa che abbiano valenza civile e che sappiano offrire una interpretazione della condizione politica, sociale ed antropologica dell'Italia di ieri e di oggi. Di seguito, le opinioni della Giuria tecnica: presidente Generoso Picone Un Premio dedicato alla letteratura dell’impegno oggi può sembrare qualcosa che vada contro i tempi. La prima edizione di questo riconoscimento, però, ha intercettato una stagione letteraria in cui i libri che si proponevano di raccontare la realtà italiana di questi anni sono stati numerosi e anche di alta qualità. E ciò dà ragione all’intuizione del Premio Minerva e dà anche forza all’attività del premio per i prossimi anni. componenti Francesco Costa Il criterio che mi ha guidato di più nella scelta delle opere da premiare è stato il rinvenimento non tanto del tema civile, quanto del testo ben scritto. Ritengo necessario che si imponga la parola ben scritta in una storia ben strutturata, al di là dei contenuti. Scrivere bene è già un fatto etico. Diego De Silva Ci siamo posti obiettivi di qualità. È vero che esiste una costellazione enorme di riconoscimenti in Italia, ma qualsiasi premio, dal più grande al più piccolo, ha la funzione di dire ad uno scrittore – anche soltanto per cinque minuti – “Tu esisti”. Per l’autore è uno stimolo e una conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Antonio Pascale Un libro riesce ad essere ‘civile’ non tanto quando parla di politica, ma quando crea un anticorpo contro il male. Un libro, cioè, che sappia guardare in faccia il problema e cercare una soluzione. Quando si riconosce il male, si è capaci di creare la barriera. Un libro orientato secondo questa visione è un libro ‘impegnato’. Francesco Piccolo Credo che soprattutto nel tempo questo Premio possa imporsi, non tanto perché la letteratura debba necessariamente essere ‘dell’impegno’ quanto perché andare a scovare nella narrativa qualcosa che riguardi l’Italia di questi anni sia un aspetto decisivo in tal senso. Non a caso abbiamo cercato nei libri qualcosa che ci sembrasse significativo non solo dal punto di vista letterario, ma anche della descrizione dell’Italia, della sua parte civile. Domenico Starnone Il senso di questo Premio è segnalare libri che guardano con occhio critico il mondo d’oggi, la società in cui viviamo, e che si soffermano sul rapporto tra il passato che abbiamo alle spalle e il presente; quei libri che una volta si dicevano ‘dell’impegno’ e che oggi definirei libri attenti a trovare una forma per il mondo che abbiamo sotto gli occhi. (29 giugno 2006-19:45)

 
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