(di Ferdinando Terlizzi da La Riflessione) - La sera, negli anni Sessanta, si andava nei bordelli. Più conosciuti come “Casini”. Il più frequentato era quello di Caserta “ Villa Tanya”, che era situato quasi sul cavalcavia che porta al Vialone Carlo III°. L’altro, anche abbastanza “accorsato”, si chiamava “Villa Bettyna”, ed era dislocato, poco lontano dal primo, per ragioni logistiche e di frequentazioni. A Caserta ve ne era un terzo, ma ebbe poca storia, il “S.Carlino” era ubicato in Via S.Carlo, ma la sua sfortuna ( come casino s’intende) era rappresentato dal fatto che vi era una Chiesa abbastanza frequentata. Mi dicono, però, che i più assidui frequentatori del prostibolo S.Carlino erano proprio i preti. A Santa Maria Capua Vetere i postriboli erano due, “La Porta” e “ Il Portone”, entrambi ubicati a via Degli Orti. L’uno di fronte all’altro. Io ero “quasi di casa”, abitavo infatti, a pochi passi, al primo tratto di Via Torre, oggi via Fratta, in quel complesso patrizio che è il “fortino” di Pasquale Iannuccilli, oggi affermato avvocato civilista. Il secondo tratto è stato intitolato ad Alberto Martucci, padre dell’avvocato Alfonso. Continua (9 maggio 2006-23:25)
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