Nel traffico di droga tra Campania, Lazio e Molise smantellato dall'operazione "Area franca", un ruolo chiave era rivestito dal nigeriano Chris Egbedin Ehiabhi, l'unico extracomunitario finora coinvolto nell'inchiesta. Era lui a rifornire i pusher delle province di Caserta, Isernia e Frosinone, soddisfacendo le loro richieste soprattutto di hascisc e marijuana e, in misura minore, di cocaina ed eroina. Probabilmente il nigeriano si sentiva spiato, quindi per non essere scoperto aveva ideato un codice, condiviso con i pusher, che consentiva di evitare l'uso della parola droga: nelle telefonate intercettate i diversi tipi di stupefacente sono chiamati "pigiama", "molle nere", "scarpe bianche", "prosciutto", "ruote di scorta", "scarpe", "fette di pane", "frecce" e "polline". Tra Caivano e Cardito, località del Napoletano, il trentaseienne aveva stabilito la base logistica di tutta l'organizzazione. Sono ancora in corso accertamenti per stabilire la provenienza della droga, sequestrata in quantità che non è stata resa nota: l'unica ipotesi avanzata dagli inquirenti è che provenga dell'estero. Nell'inchiesta sono finite altre 14 persone, dodici della provincia di Isernia e due della provincia di Frosinone, numeri probabilmente provvisori. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere avrebbe già emesso altre ordinanze di custodia cautelare e avvisi di garanzia.(4 maggio 2006 - 20:59)
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