Il gip del Tribunale di Latina Lucia
Aielli ha respinto la richiesta di archiviazione per tre dei
quattro indagati coinvolti nell'inchiesta sulla caduta di un
aereo da addestramento dell'Aeronautica militare italiana,
precipitato il 20 gennaio 2000 a Sabaudia per un'avaria dovuta
ad un pezzo taroccato del motore, e ha chiesto al pm, Raffaella
Falcione, la formulazione dei capi d'imputazione. Lo si è
appreso dagli avvocati baresi Nicola Persico e Davide Romano i
quali assistono il pilota Marco Armando Iannuzzi, di 28 anni, di
Caserta. Sul velivolo c'era anche il pilota istruttore Maurizio
Vitale, di 37 anni, di Roma. Entrambi nell' incidente hanno
subito lesioni irreversibili e non volano più.
Il pm, pertanto, ha formulato le accuse di disastro colposo e
lesioni gravi a carico dell'addetto all'installazione della
società Oma spa, incaricata dall' Aeronautica militare della
manutenzione dell'aereo, Marcello Mosconi, del tecnico
collaudatore Leo Favilli e del funzionario dell'ufficio
sorveglianza tecnica dell'amministrazione militare Maurizio
Cordiale. Il gip si è detto d'accordo sull'archiviazione
chiesta per il legale rappresentante dell'Oma, Domenico Tonti.
L'udienza preliminare si terrà il prossimo 15 marzo dinanzi
al gup del Tribunale di Latina Giuseppe Cairo.
A causare l'incidente del Siai SF 260 Marchetti, secondo la
perizia tecnica disposta dalla procura laziale, è stata la
rottura di un bullone, risultato 'taroccato', di collegamento
all'albero di trasmissione: ciò ha determinato l'arresto del
motore. In particolare è emerso che il bullone non recava gli
identificativi di fabbrica (LYNCOMING TEXTRON), ed era di
provenienza sconosciuta. Queste parti di ricambio vengono
definite, nel gergo aeronautico 'bogus parts', ovvero parti
'taroccate'.
Persico e Romano, sulla scorta del parere tecnico dei propri
consulenti, Arturo Radini e Vittorio Floridia - già periti
della procura di Tempio Pausania (Sassari) nell'inchiesta sui
pezzi aerei di ricambio 'taroccati' - hanno depositato alla
procura di Latina un atto nel quale chiedono un ulteriore
approfondimento delle indagini, e insistono per il rinvio a
giudizio anche di Tonti. "Auspichiamo - sottolineano gli
avvocati - un processo approfondito e finalizzato a chiarire con
certezza i ruoli e le reali responsabilità degli indagati.
L'elevata complessità tecnica della questione, e le conseguenti
complicazioni normative - insistono - impongono una valutazione
attenta delle singole posizioni, che può essere effettuata
efficacemente solo nella fase processuale. Da qui la necessità,
e il tentativo doveroso delle parti offese, di scongiurare
estromissioni, che rischiano, in futuro, di potersi rivelare
pregiudizievoli". (23 febbraio 2006-18:44)
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