Una vera e propria "multinazionale" criminale, specializzata in furti e riciclaggio di automobili di prestigio, composta da cittadini albanesi e sloveni, è stata sgominata dalla Polizia Stradale del Friuli Venezia Giulia. L' indagine, durata un anno e mezzo, ha portato a 18 arresti, tre denunce in stato di libertà e al sequestro di 16 vetture di grossa cilindrata, provento di furti e rapine in ville perpetrati in tutta Italia. L' inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, è stata condotta della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Regionale della Polizia Stradale, assieme alla sezione di Gorizia. L' organizzazione - secondo quanto riferito oggi ai giornalisti nel capoluogo isontino dal comandante regionale della Polstrada, Pietro Luigi Saga - aveva una struttura di tipo piramidale, con incarichi gestiti autonomamente dalle diverse etnie. In particolare, i cittadini albanesi si sarebbero occupati di mettere a segno furti all' interno di ditte, abitazioni e ville, spaziando dal Veneto alla Campania, dalla Toscana alle Marche. Gli sloveni erano invece incaricati di prendere in consegna le vetture, tutte di lusso, soprattutto Mercedes, Porsche, Bmw e Audi, e di destinarle al mercato illegale dell' Est Europa, in particolare quello albanese; sette veicoli sono stati fatti arrivare fino agli Emirati Arabi Uniti. Le auto venivano fatte transitare attraverso i confini non controllati delle province di Trieste, Udine e soprattutto di Gorizia: l' operazione è stata infatti denominata "Miren", nome sloveno del valico goriziano di Merna, uno dei più utilizzati dall' organizzazione. Gran parte dei veicoli sono stati intercettati nel territorio goriziano, dopo inseguimenti ad altissima velocità tra forze dell' ordine e i corrieri sloveni, in particolare lungo la statale 55 del Vallone, che ha la caratteristica di essere costellata di valichi agricoli, preclusi per il passaggio del confine alle auto. I malviventi non avrebbero esitato in alcune occasioni a speronare le auto della Polizia e a forzare i posti di blocco, tanto che in certe occasioni gli agenti hanno dovuto ingaggiare conflitti a fuoco. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Udine Luigi Leghissa, avevano preso il via nel 2004 con l' arresto di due corrieri sloveni, scoperti nel parcheggio di un centro commerciale a Palmanova (Udine) mentre stavano prendendo in consegna un veicolo rubato in provincia di Massa Carrara. Da quel momento ha preso avvio un lavoro di intelligence con appostamenti, pedinamenti e intercettazioni ambientali, che ha portato all' individuazione di due distinte "batterie" di ladri albanesi, la prima operante tra Campania, Marche e Toscana, e la seconda nell' hinterland veneto. Su uno dei personaggi di spicco dell' organizzazione, Bashkim Tuci, pende anche un mandato di cattura per furto e rapina emesso dal Tribunale di Velletri (Roma). Nel tentativo di evitare l' arresto aveva tentato di investire gli agenti della Polstrada di Trieste che poi erano riusciti ad arrestarlo. Finito in manette a Palmanova dopo una violenta colluttazione con gli operatori della Polstrada di Trieste e Gorizia anche il ventinovenne albanese Hysa Agim, anch' egli operante in Toscana. Gli altri arrestati sono Ilir Ceni (25), che forniva veicoli di alta gamma rubati nelle zone di Ancona, Ascoli Piceno e Caserta e che era ricercato per evasione dal carcere di Ancona, Stefani Lendi (35) e Azem Jella (24), tutti albanesi, oltre al cittadino greco Stefanos Chatzipanagiotou (41) che stava cercando di avviare una nuova rotta per il riciclaggio delle auto, transitando attraverso i porti di Bari e Brindisi. Le vetture sono state recuperate, in maggior parte nella provincia di Gorizia ma anche nel territorio udinese e triestino, e dieci corrieri di nazionalità slovena sono stati arrestati, processati per direttissima ed espulsi dal territorio nazionale. Il filone investigativo si è chiuso tre settimane fa con l' ultimo arresto, su ordine di custodia del Tribunale di Udine, di Gezim Shafloqi (25) responsabile nel Veneto, in particolare nella zona di Treviso, di una lunga serie di furti in abitazioni e ville, e che è considerato l' elemento più pericoloso dell' organizzazione.(19 dicembre 2005-15:19)
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