In merito alle notizie riportate da un giornale secondo cui per gli “industriali Ascione va bene alla Camera di Commercio”, la notizia è fuorviante, oltre che destituita di fondamento. A supporto della tesi si riportano le opinioni di quattro industriali che sono sostanzialmente estranei alle vicende associative e camerali di Terra di Lavoro. Benché iscritti anche all’Unione degli industriali di Caserta, infatti, Guglielmo Aprile, Gianni Carità, Gaetano Cola e Marco Zigon sono industriali che, per estrazione di origine e anagraficamente parlando, sono da considerarsi napoletani. Con riferimento a Caserta, attribuire loro il crisma dell’intera della categoria di Terra di Lavoro, come è stato fatto, non è corretto. A maggior ragione, poi, se gli industriali interpellati – come molti sanno – fanno parte del gruppo partenopeo che da sempre sostiene Gustavo Ascione. A questa logica, del resto, appare chiaramente riconducibile anche la sesta voce riportata dal suo giornale a supporto della tesi, quella di Luciano Morelli, che di Ascione è stato addirittura il candidato alla presidenza dell’Unione. Insomma, è stato come far commentare a Bondi per il Cavaliere Berlusconi o a Parisi per il professore Prodi, se è il candidato ideale per guidare il Paese. In ogni caso, la stragrande maggioranza dell’Unione degli industriali di Caserta, con riferimento alle vicende della Camera di commercio, resta fortemente critica sia rispetto alla gestione passata, sia rispetto alla decisione della Regione di nominare commissario (contrariamente a quanto fatto in casi analoghi in Campania) una persona che, allo stato, è espressione di un’altra categoria economica. Gustavo Ascione, infatti, nella fase di rinnovo degli organi camerali è stato indicato dagli agricoltori. Gli industriali di Caserta, invece, hanno indicato Francesco Canzano, Rosario Caputo, Carlo Cicala, Antonio Crispino, Antonio Della Gatta, Ferdinando Petrella e Raffaele Garofalo.(21 ottobre 2005-21:13)