La villa bunker, prima sequestrata e poi confiscata, è passata allo Stato ma il boss, malato, non vuole lasciarla. Accade a Pignataro Maggiore dove ieri, per tutta la giornata, c'è stato un lungo braccio di ferro tra gli agenti della Questura di Caserta e Raffaele Ligato (pregiudicato ritenuto vicino alla cosca dei Papa-Lubrano). Nonostante fosse intrasportabile a causa di una emiparesi, nel tardo pomeriggio di ieri gli agenti non hanno potuto fare a meno di prelevare il boss dal letto e condurlo fino all'ospedale di Capua su un autombulanza della polizia. Al nosocomio, però, per ovvi motivi, non è stato accettato ma Ligato nemmeno ha voluto starci. Per 17 ore è stato su una barella in attesa che si decidesse la sua sorte, poi a mezzogiorno ha lasciato la struttura ospedaliera per ritornare a Pignataro dove ha trovato una sistemazione momentanea. Per l'avvocato Pietro Romano, difensore di Ligato, che sta meditando una denuncia per sequestro di persona "è stato compiuto un atto di forza senza nemmeno il supporto di un'ordinanza prefettizia". "Avevamo chiesto 48 ore per trovare un'altra sistemazione - riferisce il legale - ma non ce l'hanno volute concedere. Perlatro, Ligato non ha mai avuto cognizione dell'avviso notificato al comune di Pignataro per l'azione di sgombero". Lo sfratto (i familiari hanno comunque lasciato la casa) era stato predisposto per ufficializzare il passaggio della villa di via Del Conte allo Stato. Ligato si trova sotto processo per aver "preparato" il delitto di Franco Imposimato, il sindacalista fratello del magistrato Ferdinando.
|