Individuare le caratteristiche tecnologiche e operative delle navicelle spaziali che dovranno subentrare nel giro di pochissimi anni allo statunitense Space Shuttle che, come recentemente dichiarato dallo stesso Presidente G.W. Bush, potrà essere funzionante solamente fino al 2010.
Questo l’obiettivo della 13° CONFERENZA INTERNAZIONALE sui VEICOLI SPAZIALI e sulle TECNOLOGIE IPERSONICHE promossa dall’AIAA (American Institute of Aeronautics and Astronautics) e organizzata a Capua presso la sede del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) nei giorni 16/20 maggio, con la partecipazione di scienziati, ricercatori e managers provenienti da oltre 20 paesi.
La conferenza sarà, per gli esperti del settore, un’importante occasione per incontrarsi e confrontarsi sulle principali tematiche legate all’aerospazio. Riutilizzabilità dei sistemi di trasporto spaziale, controllo del volo, tecnologie del rientro, sistemi di protezione termica, impianti di prova e sistemi di propulsione sono solo alcuni degli argomenti che saranno affrontati nel corso della settimana di lavori.
La scelta della sede italiana per lo svolgimento della Conferenza (tenutasi quasi sempre negli Stati Uniti) costituisce un importante riconoscimento sul ruolo acquisito dal nostro Paese nella ricerca applicata alle tecnologie aerospaziali, con particolare riguardo alle competenze sviluppate nell’ambito degli spazioplani. L’USV (Unmanned Space Vehicle), il laboratorio spaziale senza pilota, progettato e in corso di realizzazione presso il CIRA, consente all’Italia di acquisire il ruolo di nazione leader in Europa nel settore dei lanciatori riutilizzabili. Le tecnologie di rientro, il volo ipersonico e la riutilizzabilità costituiscono le principali prerogative dello spazioplano italiano, il cui assemblaggio verrà ultimato nell’autunno 2005.
Le caratteristiche dei nuovi spazioplani dovranno rispondere ad esigenze operative più complesse rispetto a quelle del passato: il volo nello spazio sarà destinato senz’altro a scopi di ricerca, ma anche all’esplorazione dell’Universo e addirittura al turismo spaziale. Fra non molti anni il lancio di una navicella non costituirà più un evento sporadico ma una quotidianità.
Di qui la necessità di avere velivoli (come previsto nel programma USV) riutilizzabili e che abbiano tutte le caratteristiche necessarie a superare in assoluta sicurezza il momento più delicato del volo, ovvero quello del rientro (basti pensare alla tragedia dello Shuttle avvenuta nel 2002).
“Il riconoscimento conferito dall’AIAA al nostro Paese individuando il CIRA come sede della Conferenza – dichiara SERGIO VETRELLA, Presidente del CIRA – evidenziano che con l’USV l’Italia ha l’opportunità di recuperare un gap tecnologico e di immagine, non solo rispetto all’Europa, ed ha pertanto l’opportunità di prepararsi a giocare un ruolo rilevante e assolutamente primario in un futuro programma europeo di sviluppo. Le attività condotte finora dai laboratori di ricerca del CIRA sono state sviluppate in sinergia con enti ed imprese nazionali che, pertanto, hanno avuto ed avranno un beneficio, sia durante l’evoluzione del sistema e sia dal suo utilizzo quale laboratorio volante”.
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