L'associazione che raggruppa tutti gli allevatori italiani di bufali (Anasb) ha varato un programma per la valorizzazione delle carni di questo animale. Finanziato con 80mila euro dall'ente regionale campano di sviluppo dell'agricoltura, il programma prevede soprattutto attivita' promozionali con vendite guidate all'interno di grosse catene della grande distribuzione in Lazio, Campania, Molise e Abruzzo. A questa iniziativa, si affiancheranno un convegno istituzionale in Campania sui valori nutrizionali e organolettici della carne di bufalo, un incontro degustativo con dietologi in collaborazione con l'Associazione italiana dietetica e nutrizione clinica, un concorso tra chef insieme all'Associazione italiana cuochi, e un video didattico destinato agli studenti universitari di medicina, veterinaria e agli alunni delle scuole alberghiere. "In passato - spiega Raffaele Garofalo, presidente dell'Anasb - sul mercato italiano venivano immessi ogni anno quattro quintali di carne di bufalo di qualita' scadente, dura e con forte odore di muschio per l'abitudine di questi animali a trovare refrigerio nelle pozzanghere. Ora, con le mutate tecniche di gestione delle aziende bufaline, l'allevamento dei maschi, considerato poco redditizio perche' confrontato con il volume d'affari legato al latte delle femmine, e' stato portato a standard elevati. Inoltre, il consumatore e' di fronte a un prodotto sicuramente nazionale, che sta per ottenere il riconoscimento dell'Igp per la carne campana dal ministero per le politiche agricole, che ha sapore e proprieta' nutrizionali eccezionali".