Riparte da Caserta la cooperazione industriale tra le due sponde del Mediterraneo. I ministri dell'Industria dei 35 Paesi che compongono l'area euromediterranea si incontrano oggi e domani nella Reggia per dare nuovo impulso ad uno strumento essenziale per assicurare lo sviluppo dei Paesi della sponda sud e disinnescare la minaccia di nuove, massicce ondate migratorie. La quinta Conferenza dei ministri dell'Industria Euromed, che sarà copresieduta dal ministro olandese Karien Van Gennip (come presidenza di turno dell'Ue) e da Antonio Marzano, è chiamata a mettere a punto e varare nuove misure che rendano più efficace ed efficiente lo strumento del partenariato industriale e le l'utilizzo delle risorse ad esso destinate. Grazie ai fondi del programma Meda e a quelli della Bei destinati a favorire la transizione economica dei Paesi mediterranei extra-Ue, le risorse stanziate dall'Ue per il periodo 2000-2007 ammontano complessivamente a 12,75 miliardi di euro. Ed è all'interno di questa cifra che si collocano i fondi destinati al partenariato industriale. Ma nonostante la consistenza delle risorse disponibili, i risultati finora conseguiti, secondo gli addetti ai lavori, sono stati a dir poco deludenti a causa soprattutto della frammentazione degli interventi e del tessuto produttivo locale, nonché della scarsa trasparenza che ha caratterizzato l'utilizzo dei fondi concessi. Per invertire questa tendenza, a Caserta ministri e rappresentanti del mondo imprenditoriale dell'Europa (Unice) e del Mediterraneo (Umce) esamineranno insieme, tra oggi e domani, la possibilità di adottare nuove strategie. Come l'introduzione del principio del cofinanziamento (Ue-governi-privati) degli interventi, sul modello già seguito per i fondi strutturali europei, e l'istituzione di una cabina di regia che consenta di coordinare le azioni dell'Ue con quelle messe in campo a livello bilaterale. L'urgenza e la necessità di adattare forme, modi e tempi degli interventi d'aiuto rispetto a quanti finora fatto è dettata da un contesto economico e sociale che, avvertono gli osservatori, rischia di aggravarsi ulteriormente nel prossimo futuro a causa dell'invasione di prodotti provenienti da Paesi come Cina e India, dove la manodopera costa anche 3 o 4 volte meno rispetto ai Paesi del sud del Mediterraneo. Messi insieme, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Israele, Territori Palestinesi, Siria, Libano, Giordania e Turchia rappresentano 240 milioni di persone, hanno un tasso di crescita demografica compreso tra il 2 e il 4% (contro lo 0,3% dell'Europa) e tassi di disoccupazione che oscillano tra il 10 e 15% con punte del 29 e 25% in Algeria e Palestina. casertasette La crescita economica, sebbene vari anche in misura significativa da Paese a Paese, mediamente, nel periodo 2001-2003, si è attestata al 3,2% contro il 4% del periodo 1995-2000. Gli investimenti produttivi sono scesi dai 13 miliardi di euro del 2001 a 9 miliardi nel 2003 ed anche quelli esteri, tranne alcune eccezioni, hanno registrato un trend decrescente. Una situazione già critica, osservano gli esperti dell'Ipi (l'Istituto per la promozione industriale che ha curato l'organizzazione della Conferenza per conto del ministero dell'Industria e della presidenza olandese dell'Ue), che rischia ora di precipitare a causa della globalizzazione dei mercati e della conseguente concorrenza. La Conferenza dei ministri dell'Industria Euromed procederà quindi al varo della 'Carta di Caserta' in cui saranno indicati gli obiettivi comuni finalizzati allo sviluppo delle imprese e dell'occupazione. Ma nella prospettiva di arrivare a un'area di libero scambio euromediterranea nel 2010 e soprattutto in vista di una crescente competizione internazionale - dal primo gennaio prossimo cadranno le barriere che finora avevano arginato l'invasione dei prodotti tessili orientali - Caserta dovrà anche segnare una svolta nella cooperazione nord-sud e gettare le basi per la politica da seguire nel quinquennio 2007-2011, cioé nel corso del prossimo quadro finanziario Ue
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