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Liposuzione fatale, 5 indagati per la morte della parrucchiera Sabry di Gaeta

Santa Maria Capua Vetere, 28 aprile 2025 - Sono cinque gli indagati per la morte della parrucchiera Sabrina Nardella, la 38enne di Gaeta (Latina) che ha perso la vita a seguito di un intervento di chirurgia estetica effettuato presso la clinica privata Iatropolis di Caserta. Ora la Procura la Procura della Repubblica di Santa Maria di Capua Vetere (Caserta) procede per i reati di omicidio colposo in ambito sanitario nei confronti di due chirurghi, un anestesista, (del Napoletano) un'infermiera e il rappresentante legale della clinica L.F., struttura in passato finita sotto i riflettori. Tra i medici che si avvalevano di Iatropolis c’era infatti anche Antonio Francesco Franco, chirurgo estetico travolto nei mesi scorsi dalle denunce di ex pazienti danneggiati a seguito dei più svariati interventi, tra liposculture, addominoplastiche, mastoplastiche. A quanto risulta, la clinica lo aveva estromesso quando emersero le sue negligenze. Sequestrata la cartella clinica Intanto le indagini per scoprire le cause del decesso di Sabrina proseguono: in attesa di ascoltare gli indagati, è stata sequestrata la cartella clinica della donna, mentre mercoledì verrà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Sabrina. «Sono tanti gli interrogativi al momento – spiega uno dei legali della famiglia, Matteo Macari – vogliamo capire perché Sabrina è morta, se è stato fatto il possibile per salvarla, se c’erano le condizioni ottimali per eseguire l’intervento in clinica. Mercoledì verrà conferito l’incarico per l’autopsia presso la Procura di Santa Maria di Capua Vetere, e da quel momento potremo avere un quadro più preciso. Ad oggi – prosegue – non sappiamo neppure che tipo di intervento dovesse affrontare Sabrina con precisione. Un intervento estetico, questo sicuramente, ma non si sapeva altro: era una persona molto riservata, anche con i familiari». L’ennesima vicenda di malasanità legata a cliniche private e interventi di bellezza, chiosa il legale: «Dobbiamo interrogarci sul perché in Italia siano consentite operazioni chirurgiche in anestesia totale senza la presenza di una terapia intensiva», dice ancora Macari, che però precisa: «Non è questo il caso, sia chiaro». E infatti quella di Sabrina doveva essere una procedura di routine, fissata per il 24 aprile alle 12: probabilmente un «ritocco» che interessava la zona del volto. Eppure qualcosa è andato storto: il suo cuore ha smesso di battere dopo l’intervento, mentre aveva fatto sapere che sarebbe rientrata giovedì stesso da Caserta. «Una persona dolce e stimata» Da quel giorno, sulla vicenda, è incredulità e silenzio, rotto però dal sindaco di Gaeta, Cristian Leccese, che parla di Sabrina come «una persona dolce, assai stimata, ottima madre di famiglia. Era molto conosciuta nella nostra città, dove svolgeva l’attività di parrucchiera nel centro cittadino». Quel negozietto in un vicolo affacciato sul lungomare Caboto – «La Boutique del Capello» – era tutta la sua vita da quando, nel 2019, aveva iniziato a gestirlo subentrando alla precedente proprietaria. Alla porta, solo un foglietto: «Chiuso per lutto», non un fiore. Di passaggio, una giovanissima collaboratrice, commossa, ricorda Sabrina come «una persona buona, era come una mamma per me», mentre sui social, con la maggior parte delle persone a esprimere cordoglio, c’è chi invece punta il dito contro gli interventi estetici, convinto che ognuno debba accettarsi per come è. Sabrina lascia una figlia di tredici anni e un bambino di sette, entrambi adesso affidati alle cure dell’ex marito della donna prematuramente scomparsa

 
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