Caserta - 5 dicembre 2024 - Partivano dal centro di Caserta – in particolare dallo studio di un commercialista, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere – le comunicazioni per la trasmissione di richieste volte ad ottenere i crediti di imposta per lavori relativi al bonus destinati alla ristrutturazione di edifici per circa cinque milioni di euro. Per 17 persone, compreso il professionista Pietro Maciariello, il 25 marzo prossimo è fissata l’udienza preliminare chiesta dal pubblico ministero Sergio Occhionero al gip Rosaria Dello Stritto: il giudice dovrà decidere il rinvio a giudizio o meno del commercialista e degli imprenditori residenti in varie province della Campania. Va precisato che tutti gli indagati, sono innocenti fino a sentenza definitiva e che hanno fornito tutti una loro versione dei fatti quando sono state chiuse le indagini. L’inchiesta che riguarda fatti del 2022 ha portato alla luce una complessa rete di frode fiscale basata su crediti di imposta inesistenti legati a interventi edilizi mai realizzati. Maciariello, è accusato di aver certificato documenti falsi per ottenere crediti di imposta per milioni di euro. Secondo gli inquirenti, la frode era strutturata in maniera sistematica: falsi interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico venivano dichiarati su immobili non interessati da lavori o addirittura appartenenti a soggetti estranei alla vicenda. Infatti, le operazioni venivano eseguite su immobili i cui proprietari erano all’oscuro di tutto. Maciariello, in qualità di professionista incaricato, avrebbe apposto il visto di conformità sui documenti, certificando inesistenti presupposti per il riconoscimento dei crediti fiscali. Tali crediti venivano successivamente ceduti a terzi, con guadagni illeciti per cifre considerevoli. Tra i casi più rilevanti quello di Casaluce dove è stato dichiarato un credito di 805.799 euro su un immobile mai interessato da interventi, poi ceduto per 245.799 euro alla società Edil Vitulazio Srl; Altri attestati ritenuti falsi per crediti che vanno dai 280 mila euro ai 511.000 hanno coinvolto titolari di imprese tra Nola, Termoli (Campobasso) ed alcune province di Napoli, Salerno e Avellino. Oltre a Pietro Maciariello, coinvolto in qualità di intermediario professionale, sono indagati diversi committenti degli interventi edilizi, tra cui Emilio Di Martino, Carmine Testa, Felice Iorio, Vito Marantino, Rosaria Funelli, Antonio Sensitivo, Argia Di Vincenzo, Nicola Costantino, Maria Vitiello, Teresa Paladino, Alberto Musto, Franco Palazzo, Giovanni Carandente, Massimiliano Guerriero, Raffaele Augusto e Gisleno Masullo. Tutti sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. Per alcuni imputati è contestata anche la recidiva reiterata. Il sistema fraudolento, basato sull’utilizzo distorto delle agevolazioni previste dal Decreto Rilancio, avrebbe causato un danno erariale complessivo di diversi milioni di euro. Gli immobili dichiarati oggetto di interventi risultavano spesso di proprietà di soggetti estranei alla frode e mai interessati da lavori né da comunicazioni di inizio attività depositate presso i comuni competenti. In particolare, come accade spesso in queste indagini della Guardia di Finanza, l’inesistenza dei crediti è stata ipotizzata sulla base di accertamenti svolti sugli immobili, che non sarebbero stati ristrutturati e, in alcuni casi, in evidente stato di abbandono; sui soggetti titolari dei crediti, che avrebbero comunque dovuto sostenere esborsi. Oltre alla Edil Vitulazio sono coinvolte le società La Doriana, Adriativa Investimenti, Appalti SS, Mamma Grazia Immobiliare, FT Srl, Victory Srl, Beton Service, Falco-Raucci Srl, M.G, Ditta Carandente, Gold Coast Italy Import Export, MM Costruzioni, Nu.Ma., Ds Costruzioni, con sede nelle zone di residenza degli imprenditori indagati.
luigi caprio casertace
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