Caserta, 18 novembre 2024 - Dietro gli sconti di telefonini e materiale informatico, esposti nelle vetrine di centinaia di negozi, c’era una frode fiscale transazionale: compravano i prodotti all’estero senza iva e non versavano il dovuto in Italia. Lo ha scoperto la Procura europea di Bologna nell’ambito di un’inchiesta battezzata Moby Dick che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di 7 persone tra Milano e Palermo ha fatto emergere un sistema criminale cresciuto con le 'frodi carosello' gestite, in Campania anche da alcuni personaggi vicino a clan partenopei. L’indagine – con la quale sono state ricostruite false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro tra Milano e Palermo - tocca anche il Casertano. Tra Aversa e Santa Maria Capua Vetere sono stati disposti i sequestri di alcuni beni mentre sono tre le società (una nel frattempo chiusa) individuate: piccoli negozietti con un fatturato milionario. L'indagine, in particolare, ha riguardato una strutturata frode carosello all'Iva intracomunitaria nel settore del commercio dei prodotti elettronici e informatici. Le frodi carosello vengono realizzate sfruttando il regime di non imponibilità ai fini Iva previsto per le operazioni commerciali intracomunitarie: ci si serve di una società «cartiera» (o società fantasma o missing trader) che acquista la merce dal fornitore comunitario senza l'applicazione dell'Iva per poi rivenderla a un'impresa nazionale (anch'essa coinvolta nella frode) con l'applicazione dell'Iva ordinaria italiana: la società «cartiera», invece di vendere la merce maggiorata del proprio utile e versare l'Iva incassata dalla sua cessione, la vende sottocosto senza versare all'erario l'imposta indicata sulla relativa fattura emessa. Una persona nata a Capua Salvatore Grillo, da anni residente a Roma, è stato arrestato giovedì scorso.
Due società si trovano nel centro storico di Santa Maria Capua Vetere (Aladino e Alba a via Mazzocchi e Corso Aldo Moro una delle quali poi chiuse) ed una ad Aversa, Informatica Generale. Il sequestro preventivo di beni, valori e denaro per oltre 520 milioni di euro, individuato quale profitto complessivo della frode pari all'Iva evasa, ha una natura preventiva, e così anche quello per riciclaggio di alcuni complessi residenziali e immobiliari del valore complessivo di oltre 10 milioni di euro ubicati tra la Lombardia e la Sicilia. Nel blocco napoletano, figurano nove persone indagate tra cui quattro donne che, in alcuni casi, sono responsabili di società o titolari di negozi. Si tratta di Massimo Roviello (Caserta), Raffaella Balzo (Castelvolturno), Aniello Masucci (Parete), Antonio Mazzamauro (San Prisco), Gabriella Micco (Grazzanise), Elisabetta Zito (Santa Maria Capua Vetere), Giuseppina Cristina De Cristofaro. (Formicola), Luigi Di Lella (Aversa), Luigi Di Bernardo (Vitulazio), mentre un capuano, S.G., da anni residente a Roma è stato arrestato giovedì scorso.
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